Pensieri vaganti

Momenti tristi


 "La mia vita è stata un romanzo", dicevi. E giù a raccontare episodi. Lo scugnizzo di vico salato che andava recuperando rottami di ferro per portare qualche soldo a casa. Il garzone del vinaio al corso Vittorio Emanuele che aveva trovato nello stesso posto il lavoro, l'amore della figlia del principale e il tesoro. Già, il tesoro: la cantina nel tufo che si perdeva nel ventre della collina. Non ho mai capito dove fosse il tesoro, ma evidentemente lì qualcuno aveva nascosto qualcosa di prezioso, e tu lo sapevi. E poi, il racconto di quella volta che vendesti la droga agli americani. Loro sembravano perplessi sul suo aspetto. Se avessero capito che non era droga, ma solo  merda di cavallo essiccata in un forno per pizze non so come sarebbe andata a finire.E che dire dei bagni al lido mappatella? Uscivi di casa con una maglietta e te ne tornavi con un'altra perchè qualcuno che se ne era andato prima di te aveva preso i tuoi panni. E per giustificare il nuovo abbigliamento dicevi a mamma che avevi fatto a cambio. Raccontavi con entusiasmo e quel velo  di nostalgia che accompagna i ricordi lontani, nella tua lingua. Il tuo dialetto, usato volutamente come una bandiera. L'orgoglio di essere napoletano. Te ne sei andato e non sentiremo più i tuoi racconti, non ti vedremo più con l'immancabile sigaretta tra le labbra e quell'odore di fumo che impregnava i tuoi vestiti. Non eri un santo, lo sappiamo e lo dicevi anche tu, quando ti ritornava alla memoria qualche scappatella nella quale ti imbarcavi per la tua  prestanza e quelll'esuberanza giovanile alla quale in quei momenti è difficie sottrarsi. Ma eri soprattutto un uomo buono, onesto e lavoratore e con un grandissimo senso della famiglia. Così ti ricordiamo. Ciao Mario. **          *Ritorno, dopo più di un anno, a scrivere in questo blog per salutare una persona che se è andata e di cui ho raccontato negli anni passati. Uno come tanti, ma assolutamente unico.