Pensieri vaganti

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Non era un prodotto da centro commerciale, bello e rutilante come quelli proveniente dalla Cina. Uno di quelli già confezionati, di plastica, che si monta rapidamente sulla spiaggia mettendoci le stecche e si guida con due maniglie.No, lui era unico, un prodotto artigianale nato dalla sapienza di un nonno e dall'entusiasmo di una bimba. Lo avevano costruito usando i materiali semplici di un tempo: stecche ricavate da una  canna, carta velina, colla di farina. Il nonno aveva pazientemente preparato l'ossatura e la bimba l' aveva rivestita con carta bianca e blu. Aveva anche preparato la coda, composta da anelli di carta velina intrecciati. Era una coda lunghissima bianca e rossa. All'incrocio delle stecche c'era l'aggancio del filo, che poi si allungava  leggero.In quella domenica di fine maggio erano andati tutti sulla spiaggia: nonno, padre, mamma e figlia e lo avevano inaugurato. C'era un'aria dolce, ma una brezza sufficientemente forte. La bambina aveva capito la tecnica di lancio. Teneva in mano il filo e il papà dietro manteneva l'oggetto volante. Poi cominciava a correre contro il vento e l'aquilone iniziava la sua ascesa. Saliva, saliva, saliva  descrivendo  volute nel cielo. La bimba lo guardava  incantata. Stringeva nelle mani quel filo e lo mollava quando il vento lo richiedeva.  E l'aquilone continuava a salire e a percorrere larghi cerchi  in quel cielo limpido. La coda lo seguiva  danzando leggera nel ventoEra felice la bimba, e questa felicità  si leggeva nei suoi occhi, che brillavano di gioia alla vista di quel miracolo di carta  che finalmente volava, e volava alto, altissimo.Poi, improvvisamente, il filo si spezzò. La bambina ebbe un momento di sgomento. Il suo aquilone era rimasto senza controllo, ed ora sarebbe andato via, spazzato chissà dove, e quegli occhi ridenti diventarono tristi. Ma l'aquilone non volò via, continuò a descrivere i suoi ampi giri in cielo, e lentamente scese, andandosi a posare a pochi metri dalla bambina.......