Pensieri vaganti

l'altra campana - quattordicesimo capitolo


Le ore sono passate in fretta, troppo in fretta Lei è bella, spiritosa, intelligente, emana una cordialità contagiosa.Posso dire che mi tremavano le gambe? Sì, proprio così. Avevo desiderato quel nostro primo incontro e speravo che quel momento fosse un attimo da fermare e ricordare in eterno. Mi tremavano le gambe, mi sentivo emozionato come un ragazzino al suo primo appuntamento. Ma dopo il bacino iniziale è dovuto entrare in scena il Giorgio che non sono, quello che non sono mai stato e non sarò mai. Mi sarebbe piaciuto tanto camminare con lei mano nella mano. Era una cosa che mi veniva spontanea, ma poi mi sono ricordato che non dovevo piacerle, che lì c'era uno che doveva apparirle come un essere spregevole da tenere alla larga. E ho cominciato a recitare, entrando nei panni del personaggio che mi ero creato. La osservavo mentre passeggiavamo per Genova, avrei voluto stringerla e baciarla, accarezzarle i capelli, farla sentire come se stesse a casa sua. E invece, ho fatto esordire il manager sfacciato e sfrontato, quello che non guarda in faccia alla gente, quello che ti succhia le energie e ti speme come un limone per poi lasciarti nella monnezza.Quella donna è dolcissima, ha un sorriso disarmante. Sarei dovuto stare lì zitto e fermo, avrei dovuto lasciarla parlare, farla esprimere e guardarla, guardarla fissamente in quei begli occhi verdi per arrivarle fino all'anima.Invece, ho parlato sempre e solo io..... le ho raccontato della nuova filiale e dei problemi operativi, volevo darle a intendere che sono uno che lavora molto, è ambizioso e nella sua vita non ha spazio per le donne, anzi ne ha, ma è pochissimo, solo per portarsele a letto.Questo era il mio personaggio, purtroppo. Se camminando per i caruggi, fossi stato in silenzio, lei avrebbe potuto sentire quell'atmosfera che questi vicoli trasmettono: pietre che raccontano storie semplici, storie di fatica e sudore, gente che passava la vita su una nave e di tanto in tanto tornava a casa a riabbracciare i propri cari.Mi sono dovuto attaccare quell'etichetta di manager rampante, di uomo sicuro e affermato e l'ho mantenuta per tutto il tempo.....