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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE

Post n°240 pubblicato il 31 Marzo 2012 da bellerman

ELOI, ELOI,

LEMA' SABACTANI

Passione di nostro Signore

Gesù Cristo secondo Marco

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi,

e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo

di catturare Gesù con un inganno per farlo morire.

Dicevano infatti: «Non durante la festa,

perché non vi sia una rivolta del popolo».

Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso.

Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva

un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo,

di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò

il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro,

che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo?

Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!».

Ed erano infuriati contro di lei.

Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite?

Ha compiuto un'azione buona verso di me.

I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro

del bene quando volete, ma non sempre avete me.

Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo

il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque

sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero,

in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

 

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei

sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all'udirlo,

si rallegrarono e promisero di dargli del denaro.

Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua,

i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare,

perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro:

«Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua;

seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa:

"Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare

la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano

superiore una grande sala, arredata e già pronta;

lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e,

entrati in città, trovarono come aveva detto loro

e prepararono la Pasqua.

 

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano

a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico:

uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà».

Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro:

«Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici,

colui che mette con me la mano nel piatto.

Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai

a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito!

Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».

 

E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione,

lo spezzò e lo diede loro, dicendo:

«Prendete, questo è il mio corpo».

Poi prese un calice e rese grazie,

lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:

«Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti.

In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite

fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

 

Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:

"Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse".

Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno,

io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu,

oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti,

tre volte mi rinnegherai».

Ma egli, con grande insistenza, diceva:

«Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò».

Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

 

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse

ai suoi discepoli:

«Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro,

Giacomo e Giovanni

e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro:

«La mia anima è triste fino alla morte.

Restate qui e vegliate».

Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che,

se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva:

«Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice!

Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».

Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi?

Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate

per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto,

ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo

le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati,

perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che

cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro:

«Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco,

il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.

Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

 

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda,

uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni,

mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.

Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo:

«Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo

via sotto buona scorta».

Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò.

Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.

Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo

del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro:

«Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi

con spade e bastoni.

Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare,

e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!».

Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però

un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo,

e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

 

 

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi

dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano,

fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se

ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti

e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per

metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano

il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi.

Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo:

«Lo abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio,

fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro,

non fatto da mani d'uomo"». Ma nemmeno così la loro

testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi

in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo:

«Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».

Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo

sacerdote lo interrogò dicendogli:

«Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?».

Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti,

disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?

Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?».

Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero

a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo

e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

 

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani

serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava

a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con

il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo:

«Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso

l'ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo,

ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro».

Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano

di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo».

Ma egli cominciò a imprecare e a giurare:

«Non conosco quest'uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta,

un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù

gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti,

tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

 

 

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani,

gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio,

misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato.

Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose:

«Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose.

Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla?

Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla,

tanto che Pilato rimase stupito.

A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato,

a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere

insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio.

La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli

era solito concedere. Pilato rispose loro:

«Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?».

Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano

consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono

la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba.

Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque

che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?».

Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro:

«Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!».

Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per

loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,

lo consegnò perché fosse crocifisso

 

 

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio,

e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora,

intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo.

Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano

il capo con una canna, gli sputavano addosso e,

piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui.

Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora

e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori

per crocifiggerlo.

 

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte

su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove

del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo

della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei».

Con lui crocifissero anche due ladroni,

uno a destra e uno alla sua sinistra.

 

 

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino

alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce:

«Eloì, Eloì, lemà sabactàni?»,

che significa:

«Dio mio, Dio mio,

perché mi hai abbandonato?».

Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:

«Ecco, chiama Elia!».

Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna

e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene

Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido,

spirò.

 

 

ll velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo.

Il centurione, che si trovava di fronte a lui,

avendolo visto spirare in quel modo, disse:

«Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».

 

 

 

 
 
 
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