Magica JUVENTUS

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Del Piero entra nel secondo tempo: gol n. 200 per il 7° trionfo consecutivo28 OTTOBRE 2006JUVENTUS-FROSINONE 1-0La JuvAlex cala il settebelloMa il Frosinone fa dannare i bianconeri. Buffon salva, Bojinov segna però non vale, la rete del bulgaro era regolare. L’arbitro Squillace non ha azzeccato nulla. Trezeguet si è mangiato l’inverosimile. E Zanetti, ammonito, mercoledì salterà il BresciaLa settima vittoria consecutiva della Juventus, la prima dopo la parziale riabilitazione legata alle decisioni dell’Arbitrato, la terza per uno a zero in capo a patimenti inauditi ( Treviso e Trieste gli altri risultati analoghi), finisce spiaccicata sotto la dimensione gigantesca del record stabilito da Alessandro Del Piero. Il duecentesimo gol del Capitano con la maglia bianconera di per se stesso è un evento di portata storica, se poi consente agli ex campioni d’Italia di superare il Frosinone e di scansare il rischio di un clamoroso pareggio interno, allora diventa un fatto quasi miracolistico. Che copre e oscura i difetti della squadra di Didier Deschamps: davvero bruttina per la verità. Se da un lato è lecito celebrare le cadenze terribili della Juventus, che non prende gol da sei incontri, nello specifico da 571 minuti, dall’altro è doveroso sottolineare come questi numeri grandi e grossi, che preludono a una promozione in carrozza, non siano supportati da un gioco accettabile. L’impressione è che i bianconeri si impongano per palese superiorità tecnica e basta: è accaduto ieri pomeriggio contro il Frosinone, una allegra banda di Signori Nessuno ( senza offesa, ci mancherebbe) capace però di resistere per un’ora e un quarto in apparente scioltezza e di causare due spaventi a Buffon. Il quale, come al solito, nel secondo tempo ha dovuto esibirsi di un paio di parate fantasmagoriche che, alla resa dei conti, gli hanno regalato il titolo di migliore in campo. Il portierone, infatti, è stato decisivo per lo meno quanto Alex. Ed è un parallelismo che stride a livello di analisi logica.Dunque, la bravura dei singoli e non la forza del collettivo, la classe di alcuni campioni e non la solidità tattica del gruppo stanno alla base di una striscia da sballo. Con 13 punti in classifica e la sfida contro il Brescia da recuperare mercoledì prossimo, la risalita in serie A appare più accessibile. A patto che ci sia uno scatto in avanti sotto il profilo della manovra, della fluidità espressiva, del ritmo di gara. E qui può essere chiamato in causa solo Deschamps, il quale è sufficientemente onesto per rendersi conto delle storture strutturali della sua squadra. Se ha capito che qualcosa non va, sarà pure in grado di rimediare. Altrimenti è inevitabile mettere in preventivo una sconfitta, anche perché il calendario comincia a proporre gli scontri veri, con le altre pretendenti alla promozione. Per carità, la vittoria contro i ciociari di Iaconi non è uno scippo ma la conseguenza di una superiorità palese, però non è andata nella maniera che tutti potevano immaginare. La rete del successo è stata viziata da una posizione di fuorigioco dello stesso Del Piero, ma l’arbitro Squillace ne aveva annullata una buona a Bojinov nel primo tempo per un fuorigioco inesistente di Trezeguet. Intorno alla mediocrità del direttore di gara non possono dunque innestarsi alibi e proteste, anche perché la Juventus, pur esprimendosi molto al di sotto delle sue possibilità, ha costruito quattro occasioni nitide che non sono state capitalizzate dalle punte. Il centravantifrancese, soprattutto, ieri ha fallito l’appuntamento con il tabellino dei marcatori, mentre il bulgaro spedito in prestito a Torino da Firenze è stato un po’ troppo egoista. Eppure il giovane, volenteroso Bojinov va perdonato: gli capita così raramente di andare in campo, che la smania di segnare e di strafare lo frega. E lo frena. Altri, piuttosto, sono stati stoppati da una condizione fisica non ottimale: il riferimento è a Camoranesi e Nedved a centrocampo, tra lo stanco e lo svogliato. Persino il baby Paro è sembrato un po’ appannato in confronto ad altre esibizioni. Una situazione, la loro, diversa rispetto a quella di Birindelli e Balzaretti, gli esterni della difesa, frenati da chissà che cosa. Per un tempo è stato Zanetti a tenere insieme la squadra, poi si sono rivelati decisivi gli innesti di Marchionni e ovviamente Del Piero. Capovolgendo le abitudini, i bianconeri non hanno sbloccato il risultato intorno alla mezz’ora del primo tempo - come da vizietto congenito - ma hanno dovuto aspettare il trentesimo della ripresa per scacciare un incubo. Sarebbe stata una beffa, dopo l’iniezione di punti dell’Arbitrato, lasciarne per strada due contro il Frosinone. Che è accettabile nell’organizzazione e lodevole nell’impegno, però non possiede lo spessore per incidere. Specialmentein avanti, là dove Margiotta è eccessivamente statico e Di Nardo troppo fragile. Per bucare Buffon c’è bisogno di altro: ci ha provato Di Venanzio dalla lunga distanza e stop. Pochino, in effetti. La pressione esercitata della Juventus ha avuto il suo sbocco fisiologico con Del Piero e, dopo la rete, lo sbilanciamento di valori è parso ancora più evidente. Viene da chiedersi, provocatoriamente, cosa sarebbe accaduto se l’incauto portiere Zappino non avesse sbucciato l’uscita di pugno dalla quale è scaturito il palo di Nedved e il susseguente gol di Alex, eccetera eccetera. Non ci sarebbe stata la festa, d’accordo, e poi che altro?PICCOLA PARENTESI...IL COMMENTO DI COBOLLI SULL'ARBITRATO:Arrivato allo stadio per assistere a Juventus – Frosinone, il presidente Cobolli commenta così l’esito dell’Arbitrato che ha tolto 8 punti di penalizzazione sui 17 precedenti: “Ovviamente siamo soddisfatti che ci sia stata una riduzione della pena quasi del 50% e soprattutto che si sia chiuso un libro di grandi sofferenze. Nel cuore dei tifosi, e quindi nel mio, c’è però il macigno della serie B. Ora che il capitolo è chiuso, non resta che pensare al campo, a giocare e vincere per tornare subito in serie A”