CANTO D'AMORE

Prefazione


C'è, all'orizzonte di questi sonetti, anch'essi   «benedettiani», un accorato rimpianto per il clima di paese del miglior Novecento.Uno stato d'animo, tuttavia, né decadente; né vuoto da qualsiasinerbo virile. Sia consentito all'Autore, da parte dei lettori comunqueindulgenti, spaziare nelle sue consuete atmosfere liriche del piccolopaese, dove una comunità di dimensione contenuta vive e soffre -ma, anche, gioisce - la sua quotidianità.Come, pure, cantare  le poche gioie e le molte pene degli emigranti,cui tocca di vivere lontano dal proprio natìo borgo selvaggio.L'Autore  , nel momento in cui invoca "indulgenza", non alludeal pietismo. Perché tanti sono i Lucani che si affermano nei nuoviambienti con le unghie e con i denti.Buona lettura!B.C.