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SIMEONE ( 4 )
Sacerdote, tu sei, oggi al declino
D'un servizio umile e quotidiano
E 'l Dio della tenda a te confida
Che'l Messìa tu avresti conosciuto.
Come si fa a scorgerLo, divino
Nel brusìo affollato d'esto tempio
Nel quale tanta gente sciama e prega
Per la pace e la serenità nel tempo?
Eppure a te, anziano, il cor sussulta
Quando Lo vedi in braccio a madre sua
Con Giuseppe in disparte, rispettoso.
Gli occhi tuoi tremul si sgranaron pieni
Di tenero bambino inerme e dolce
Tu sovrano'l riconoscesti Grande
E vpcato al martirio pe' i fratelli.
Anche a Maria pronosticasti greve
Un futuro di pena pungente:
Non sapevi che, Madre, ella regnava.
( Mercoledì, 17 marzo )
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GESU' DI NAZARETH ( 5 )
Troppe le profezie coincidenti
Nella Tua fanciullezza, o Signore
Da troppe parti parlavasi di Te
Nel tempo fu da Simeone ed Anna
Che del futuro Tuo ambo ascoltaron
Maria e'l suo Giuseppe nel silenzio.
Soltanto a Cana fosti indotto lieve
A un miracolo, da cui rifuggivi.
Poi cominciasti i tuoi cammini lesti
Parlando a folle, che sempre incantavi
E che seguivan docili parole
Che mai nessuno aveva pronunciato.
Pilato non riuscisti a convertire
Come Caifa e quel Giuda, che anche amavi.
Concludesti i Tuoi gioirni sul calvario
Salvando, dei ladroni, quello saggio.
Nel sepolcro nuovo di Giuseppe
Due donne amiche Ti scopriron vivo.
( Giovedì, 18 marzo)
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Fatica sotto'l sole torna avita
Fatica sotto'l sole torna avita
Piena di biancospini e di sudori
Vissuti con la spesa per i viottol.
Verde di linfa turgido vi abbraccia
Tra curve e rettilinei asfaltati.
Finché sul fianco della ferrovia
Emerge'l tiglio di chiesetta antica.
Albero secolare ancor distende
Rami frondosi e scuri tutt'intorno
Con tanti giochi teneri pei bimbi
Che scorazzano lieti all'ombra sua.
Pregasi con fervente animo, teso
A celestiale sguardo di Maria
Mentre campana timida catena
Suona, dopo che al braccio di comari
Salmodiando si gira per tre volte.
Alla torre, più tardi, si conviene.
( Lunedì di Pentecoste, )
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Dedica
Alle donne della mia vita,
a cominciare da mamma Lina,
a mia moglie Maria Carmela,
alle figlie Alba e Natalia,
ai nipoti Samuele, Edoardo e Giulia
con i papà Francesco ed Alessandro.
Alle Muse amiche, che hanno contrassegnato
fugacemente gli anni miei.
B. C.
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Prefazione
L'Autore, pur consapevole dell'immodestia della sua pretesa letteraria, pensa (ed, in fondo, spera) di collegarsi fruttuosamente a quel mitico e glorioso movimento poetico medioevale, che il Sommo Alighieri defin^ "Dolce Stil Novo". Così ineguagliabile - quel movimento - da meritare che Nessuno, dopo Dante, possa temerariamente tentare (invano) di eguagliarlo.
Motivo per il quale - rinunciando l'Autore di questa Raccolta di scimmiottare l'Alighieri, ha fatto in modo da rinunciare alla pretesa "rimata" dei suoi sonetti, pur endecasillabi, pertanto, umilmente sciolti.
Ecco la cornice del presente CANTO D'AMORE. Nel quale sono raccolti sonetti di diverso soggetto naturalistico, umano e sociale. Vale a dire, di quel mondo contadino e paesano, presente nella Lucania fino alla prima metà del secolo XX.
Se al desiderio della fama poetica sarà, poi, corrisposto un autentico valore letterario - come si saprà - soltanto i lettori potranno sentenziarlo. Inappellabilmente...
b. c.
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Presentazione
Difficile (e, tuttavia, affascinante) compito per un sacerdote, quand'anche versato per inclinazione e sensibilità naturale alle problematiche letterarie e poetiche,
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Rosa che spunti timida e pungente (9)
Rosa, che spunti timida e pungente
Ne' vasi e ne' giardini d'esto cuore
Non coltivar timore d'esser sola:
La gente, credi, presto noterà
Questi petali dolci ed arroccati
Tra sepali campestri a base tua.
Nè pensa tu che aculei spinosi
Tengan lontan da te dolci occhi altrui.
Tempi sì sciagurati finiranno
E ti si tornerà a dire: «Bella!».
Conserva tuo splendore profumato
Per giorno ch'è vicino più che mai.
Se tutti in casa proprio aman le rose
E dentro loro aiuole le coltivan
Motivo ci sarà che li conforti
Al di là del dolor, che spine danno.
Non dirmi grazie per quello che dico
Anch'io amo le rose più che mai.
( Mercoledì. 21 aprile )
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Volto non hai eppure tu conosci ( 10 )
Volto non hai, eppure tu conosci
Da vicino'l poeta, che ti stima
Ripagando la tua, ch'è una risorsa.
Quando mi sei vicina scherzi e alludi
Ma sol perché l'orecchio altrui non veda.
Troppa è l'età, che tra noi, è interposta
Ma che non nuoce mai, al dì e a notte.
Vaga certezza tra di noi taciuta
Rende complementari all'altro l'una.
A me (e, forse, a te) non interessa
Duplicare legal rapporto duale:
Quello già insiste sotto'l tetto tuo.
E un dì ci vide insieme in tempio santo.
Ma tutto quello, che manca ad entrambi
Felicemente potesi creare.
Non tu, non io, ma per magia abbinata
Tante coccole amiche di fervore
Aiuterannoci a viver sereni.
( Mercoledì, 21 aprile ).
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Cheta solenne gli occhi abbassi immota ( 31 )
Cheta, solenne gli occhi abbassi immota
Davanti al Dramma di Gerusalemme
Int5orno rumoreggia folla nuova
Che, come allora, tua pena accompagna.
on gridi tu, non piangi, eppure sovrana
Incedi muta per vicoli e strade.
Sai che tuo Figlio, alfine,'l sangue suo
Quand'anche nobile e divino, a luii
Per questa umanità sì cara a lui
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Inviato da: bencar1947
il 06/01/2012 alle 16:25
Inviato da: mauamaua
il 18/06/2009 alle 18:27
Inviato da: Anonimo
il 00/00/0000 alle 00:00