|
|
Area personale
Tag
Cerca in questo Blog
Menu
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
E' vero ch'al ritorno, in purgatorio
Precipitar vedremoci per mano
In dolcissima bolgia solitaria.
Furiosa e sconvolgente, eppur perenne
L'aura d'esto novembre parerassi
Incontro a noi, in questo autunno lieve.
Già so che grazie tu, ritrosa e schiva
Mi dirai nel brillìo di tue pupille-
Già sai che ne' velabri, inquieto verbo
L'aure risuonerà di noto ardore
Che scioglierassi in petto di mia etade.
Poi 'l tempo inizierà a fluire
Del giorno dopo giorno... Ad aspettare
Che ci si veda dove pur s'attende.
Volerà'l tempo iniquo, che nasconde
un ticchettìo che complici obliamo.
Mezzogiorno ci coglie dimentichi:
E, qual colombe eterne, dileguiamo.
(Mercoledì, 22 ottobre 2.008).
![]() |
Ninfa, che splendi qui nella foresta
In natura, che spiega tutt'intorno
Tavolozza d'un inclito pittore.
Un piede a Domodossola fugace
E l'altro, assai grazioso a Biel-Bienne cara
Dove la gente è tanta e sì animata.
Questa ninfa è tutta un grande olezzo
D'intense tinte della madre terra.
Quella ch'intorno al lago si riposa
Con languido e ridente sguardo ameno.
Dolce fanciulla tenera, perenne
Vita racchiude di popolo antico
Cui civiltade costruita appare
Da sorella tedesca con francese.
Insieme fama costruiste vera
D'affetto e di tenacia senza fine
Sia che nuvolo'l ciel, sia soleggiato:
Perennità operosa è questa tua.
(Sabato, 8 novembre 2.008).
![]() |
E prendo ora a cantare questo volto (30)
E prendo ora a cantare questo volto
Dagli occhi delicati acquamarina
Nei quali annegherei da mane a sera
Riservando alla notte suo mestiere.
Come vorrei che questo sentimento
Fosse bastevol a diradar nebbie
D'incerta tua inquietudo senza fine.
Tenero m'avventuro nel tuo cuore
Sapendo che specchiarti non ti giova.
Al cielo volgo gli occhi, in tenue prece
Tenendoti per mano, come'l giova:
Solo nettare sgorga accanto lieve.
Abbandonarti sento in alma pace.
Assisti donna, che ti ci ha donata
E che florenti capi ha disegnato
E un dì uomo gradito coglierà.
Al poeta non è permesso altro
Che viver nel rimpianto di tua luce.
(Lunedì, 22 dicembre 2.008).
![]() |
L'Autore, ben consapevole che, accanto all'indispensabile
umiltà, forti sono nella vita il coraggio e l'ardimento,
dichiara, all'inizio della presente Raccolta, di iniziare
un nuovo Movimento letterario e poetico, che si
ricollega a quello nobile e medioevale denominato
Dolce Stil Novo. Allo scopo di evitare, adesso, una
inopportuna continuazione di quello dei Cavalcanti,
dei Guinizelli e dell'Akighieri, l'Autore della Raccolta
presente inizia, con essa, un nuovo Movimento,
che denomina NUOVO DOLCE STIL.
Chiunque può farne parte, senza tessere
o particolarità formali. Importante è, soltanto,
coltivare la lirica amorosa e varia mediante
i Sonetti «benedettiani» (18 endecasillabi sciolti,
raggruppati in sei strofe di tre versi ciascuna.
Atella, Domenica delle Palme, 24 marzo 2.003.
Benedetto Carlucci
![]() |
Prefazione
L'Autore, pur essendo consapevole che ogni espressione letteraria
non può non partire da una sensibile nase di umiltà, dichiara,
con altrettanto coraggio, di volersi ricollegare a quella
meravigliosa e feconda stagione culturale e poetica
del Medioevo italiano, noto a tutti come Dolce Stil Novo.
Che - sempre l'Autore della presente Raccolta lirica -
non può e non vuole ripetere supinamente.
E' questo il motivo fondato per il quale ha deciso
di dare al Movimento letterario, di cui si proclama
fondatore ed iniziatore, il nome più adeguato di
NOVO DOLCE STIL.
L'auspicio sincero e fraterno che si formula a tutti
gli amanti ed i cultori della poesia "benedettiana"
è che sbocci una vera e propria fioritura lirica.
Tanto più in quanto, tempi grami ed aridi come
gli anni iniziali del terzo Millennio facciano in parte
dimenticare crisi economiche e globalizzazioni,
tante volte stupidi ed inconsistenti.
b.c.
![]() |
Difficile /e, tuttavia, affascinante) compito per un sacerdote, versato anche per inclinazione intellettuale alla letteratura ed, in particolare, alla poesia, presentare un Autore non nuovo alle riflessioni liriche sulla vita e sullo spirito. Ma oggi si chiede all'uomo di Chiesa di mettere le parentesi alla sua funzione sacerdotale. E veniamo, pertanto, all'impegno di presentare un'opera, nella quale l'amore compare, significativamente, gia nel titolo della Raccolta. E sì, quello che Benedetto Carlucci manifesta è un coacervo di sentimenti, delle più varie destinazioni. Ma è comune la consapevolezza che è proprio l'amore a muovere il mondo». Tutto il mondo. Non sembri casuale. Non sembri casuale che i primi due Sonetti «benedettiani» (18 endecasillabi sciolti, in sei strofe) parlino della Settimana santa, tempo forte per eccellenza dell'anno liturgico del mondo cristiano. Ma, nei versi dei sonetti successivi, esplode l'amore per il «natìo borgo selvaggio». Che borgo non è più, ma che selvaggio, purtroppo, non cessa ancora di essere. Agli occhi felliniani del Carlucci, la vita di Atella è vista e rivista, comunque sempre cantata sul registro di un infinito "a'm'ar'cord" della memoria. Possiamo formulare un augurio finale all'Antore di questo «Canto d'amore»? Un giudizio no, ma l'augurio di produrre sempre ed ancora tanta poesia bella come questa certamente, certamente sì: Benedetto Carlucci lo merita dal profondo del nostro cuore.
Giovanni De Palma
parroco di Pescopagano e poeta
![]() |
Ed, ecco, che pudìca s'avvicina
Silenziosa incombente settimana
Anzitutto nell'aura, mentre ognora
Mandorli in fiore uliveggiano cheti
Nelle vigne, che grondano ancor pace.
E i paesi rallentano lor passi
Guardando sui selciati orme divine
Arrancare per un'eterna croce
Che da bastone funge a 'esto cammino.
Gonfiansi a noi le palpebre tenaci
Come perenne scotto, che a pagare
Non possiamo evitar di ritornare.
A versare a dogana ostica e cieca
Al dolore di popolo angosciato
Per colpe forse avite (o, forse, meno).
Nella bruma, che contende al sereno
Quell'orizzonte inquieto, intanto, s'apre
Brano di cielo azzurro, che respira.
(Composto Domenica delle Palme,
24 marzo 2.003)
![]() |
Via della croce, cui sempre torniamo
Quando la Pasqua incombe luminosa.
E, ripiegando muti sul passato
Scrupoli lancinanti in cor viviamo.
Per miserie, che ci assillano in petto.
Un Dio inutile, poi, forse sei stato
Che, con la sofferenza Tua, rimetti
Nostre colpe pentite dal profondo
E che torni a rimettere nel tempo?
Tu inciampi e cadi e tiri avanti tutta
Con lena inenarrabile infinita
E inquietante serena debolezza.
Ma'l sangue, che vai seminando caldo
Tra pochi amici e molti ingrati, tanti
Presto s'indurirà su quel selciato
Oggi ignaro di Te, poi forse meno.
Forse domani dimenticheremo
La posizione scomoda di Cristo.
(Composta Venerdì santo,
29 marzo 2.003)
![]() |
Nel mezzo del cammin, vorrei pur dire
Narrando di mia vita tempestosa
Tristi e amene vicende, che Qualcuno
Forse ha guidato (o no?) nel suo mistero.
E, chino sulla carta, mi ripiego
Leggendo'l segno della penna svelta.
Che affida al tempo, sì clemente e pio
Di una vita in mezzo a tante uguali
Piena d'affetto e slancio per coloro
Che insieme a me percorrono'l sentiero.
Pieno di tanti sassi e poco miele.
Vi tengo volentier, se voi volete
con man discreta, calda e delicata
Mentre c'incamminiamo verso meta
Ch'abbiamo ferma in cor, oggi e domani.
Ma, credetemi, soli decidete
S'andar conviene al bivio che si para.
Questo vi dico, perché sia gioia piena.
(Composta giovedì, 4 aprile 2.003).
![]() |
Venere d'altri tempi mi sorride
Ponendo orecchio, a volte, a mie parole.
A me, che proprio Adone non mi sento.
E trepido ad accoglier nelle mani
Saetta dolce, che vibra solenne
Ogni volta che mente a lei mi mena
E spessissimo a lei mena'l pensiero.
Pur comprimendo'l senno'l desiderio
Perché sia gioia pienail rivederla.
Vaporosi capelli le incornician
Volto angelico e filato, che'l sorriso
Poco conosce. E che, quand'esso sboccia
D'arcana gioia a me inonda'l cuore.
Di Venere, donata a questo palpito
Sempre meno riesco a fare a meno.
Scandisce'l tempo delle mie giornate
Voce tenera, che galoppa in petto:
Crepuscolo di un'alba, che già imbianca.
(Composta venerdì, 5 aprile 2.003).
![]() |
Inviato da: bencar1947
il 06/01/2012 alle 16:25
Inviato da: mauamaua
il 18/06/2009 alle 18:27
Inviato da: Anonimo
il 00/00/0000 alle 00:00