Benedicaria

Benedicaria: "Magia" Popolare e delle Campagne


La “magia” popolare che troverete in queste pagine non ha nulla a che vedere né con la Wicca né con la cosiddetta Stregheria. Le tradizioni e le pratiche illustrate sono pagane, certamente, nel senso che derivano da dinamiche di villaggio arcaico (pagus: villaggio) ma sono il frutto di una evoluzione differente. La Benedicaria invece non può essere assimilata alla Stregheria in quanto pur essendo pagana attua in un contesto cattolico e non se ne stacca. Le antiche reminescenze pagane sono evidenti ma chi opera questa tradizione non si sente per nulla pagano, anzi, opera in un contesto cristiano a tutti gli effetti anche se molte pratiche sarebbero discutibili a livello squisitamente cattolico. La Stregheria rivolge le sue attenzioni alla Grande Dea ed al suo compagno mistico, mentre la Benedicaria è incentrata sul culto dei Santi, della Vergine, di Gesù e del Creatore, veri ed indiscussi protagonisti. La “magia” popolare, chiamata anche “magia” delle campagne, non ha testi scritti, non esistono manuali o codici, gli unici testi scritti esistenti sono vecchie orazioni e preghiere, ricavate talvolta da sgualcite immaginette e da antichi santini. Per secoli queste pratiche sono state tramandate a voce, in segreto a chi ne fosse veramente degno. Non esistono costosi rituali di iniziazione, chi sa fa, questa è la regola, anche se esistono pratiche di consacrazione a santi particolari, come San Michele, che permettono una connessione specifica con lo Spirito, una sorta di giuramento solenne. L’iniziazione alla “magia” popolare sono fondamentalmente i Sacramenti della Chiesa Cattolica. Non bisogna confondere la pratica della “magia” popolare con i lasciti, ossia particolari carismi che vengono tramandate da persone dotate degli stessi ad i loro figliocci. Tra i lasciti i più noti sono quelli di guarigione (storte, fuoco di sant’Antonio, orzaiolo, guarigione delle ustioni, etc.) e vengono tramandati solitamente nella notte di Natale. Ma la “magia” popolare, la Benedicaria, come viene chiamata da alcuni, è il trionfo della conoscenza che si riesce ad acquisire e si basa sul motto: “Se sai… fai” si suole dire, quindi conoscere è fondamentale. Dietro ogni Santo si cela una virtù, un potere, in ogni pianta un segreto… Si tende per natura a dimenticare la fonte di certe pratiche, non esiste una spiegazione a questo fenomeno, tuttavia esistono comportamenti che si tramandano da sempre, perché funzionano, secondo alcuni, perché fanno parte della nostra storia, secondo altri.Esiste la convinzione, antica, che certe pratiche funzionano perché ci permettono di avvicinarci a Dio ed il solo contatto con lo Spirito porta particolari grazie, ecco la regola su cui si basano le pratiche della Benedicaria. Santi, angeli o personaggi speciali fungono da trait d’union tra l’uomo e la divinità con il fine di ricevere una particolare grazia. Dio è fonte di ogni grazia, un flusso continuo di benedizioni di cui tutti possono approfittare e beneficiare. Chi dice si a Dio ottiene ogni bene, ma nel momento in cui dubita di se stesso e della propria fede il flusso si perde e sorgono i problemi. Se le cose vanno male, dunque, non è colpa della divinità, ma dell’uomo che dice “no” in una particolare circostanza, a ciò che per natura gli è assicurato. Esistono casi in cui il male sia causato dai cattivi pensieri di terzi, o dall’intervento di spiriti bassi o di demoni, in questo caso esistono moltissimi rituali e pratiche che permettono di neutralizzare tali interventi e tornare a godere delle continue benedizioni di Dio. Gesù disse: “Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato” (Marco 12,24). Questa è la prima regola che dovrete tenere a mente se desiderate cimentarvi in questo tipo di pratiche: la fede. Le richieste che farete dovranno essere sempre esposte in termini positivi. Chiedete e vi sarà dato, sta scritto. La prima regola di quest’antica arte è nel chiedere nel modo giusto ed i risultati non tarderanno ad arrivare. Nessuna richiesta cade inascoltata. Nessuna! La prova di questa affermazione risiede in un salmo, il 104 (103), dove il Creato canta lodi a Dio e ne esalta la generosità e la magnificenza. Le preghiere ed i riti della Benedicaria sono spesso lodi e ringraziamenti che vengono tributati prima ancora di aver ottenuto sicuri di essere attesi. Chi desidera seguire la “magia” della Benedicaria deve entrare nell’ottica che tutto ciò che chiede lo otterrà, che è una persona benedetta ed ogni giorno, al risveglio, dovrà ringraziare per la meravigliosa giornata che lo aspetta. Ogni pratica coinvolge mente, secondo quanto affermato fino ad ora, corpo, nell’opera materiale del rituale e spirito, quello spirito benedetto che permea ogni cosa e che permetterà la realizzazione di ogni richiesta.Ogni rituale della Benedicaria può essere virtualmente immaginato in tre parti: richiesta, che proviene dall’operatore, intervento dello spirito, in cui l’operatore deve semplicemente attendere la risposta che sempre avverrà e ultimo fattore, non meno importante, permesso da parte dell’operatore o del beneficiario del rituale di ricevere i doni richiesti. Quest’ultima fase è fondamentale, spesso le persone ottengono e sono ascoltate ma non se ne rendono conto. (liberamente tratto da: “Lo stivale magico – Magia Popolare e stregoneria del buon paese”, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo)