Benedicaria

La “magia” delle candele nella Benedicaria


Il cero è il segno del Cristo risorto luce vera del modo che illumina ogni uomo; è la luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre. è il segno della vita nuova in Cristo che, strappandoci dalle tenebre, ci ha trasferito con i santi nel regno della luce; Cristo brillò su di noi che eravamo tenebre, ma ora siamo luce nel Signore (Ef 5,14). E' il segno che ci permette di vivere come figli della luce (Ef 5,8), di rigettare le opere delle tenebre (Rm 13,12), di restare in comunione con Dio (1 Gv 1,5), di conservare l'amore con i fratelli (1 Gv 2,8-11). E' anche segno di fedeltà a Dio e vigilanza nella preghiera e nell'attesa.La CANDELA riunisce i TRE principi costitutivi dell’uomo; la cera il corpo, lo stoppino l’anima, la fiamma lo spirito. Come dice l’Apostolo Paolo: “tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1Tessalonicesi 5,23).E sono state stabilite delle corrispondenze analogiche con i QUATTRO ELEMENTI  dell’Universo, associando la cera base alla Terra, la cera che si scioglie con il calore all’Acqua, la fiamma al Fuoco e l’evaporazione o il fumo all’Aria. Come dice San Giovanni Damasceno: “Ogni corpo è composto dai quattro elementi, e i corpi dei viventi dai quattro umori. Bisogna sapere che i quattro elementi sono: la terra, secca e fredda; l’acqua, fredda e umida; l’aria, umida e calda; il fuoco, caldo e secco… perciò l’uomo è anche un microcosmo” (La Fede Ortodossa cap. II,12).La “vestizione” o unzione delle candeleNella Benedicaria (la “magia” popolare delle campagne) le candele impiegate vengono “vestite” ossia unte solo con olio di oliva benedetto o esorcizzato. L’unzione delle candele deve avvenire in un certo modo, non è sufficiente bagnare la candela con l’olio, occorre seguire alcune indicazioni di base.La “vestizione” delle candele è una sorta di purificazione dalle impurità della cera e di dedicazione simbolica per l’intenzione di preghiera. Esistono diversi modi per “vestire” una candela; intingere l’indice della mano destra nell’olio benedetto o esorcizzato, pensando alla richiesta e procedendo all’unzione in questo modo:
1) dallo stoppino verso la base per attirare qualcosa (amore, denaro, fortuna, successo…); dalla base verso lo stoppino se desiderate bandire o allontanare qualcosa (nemici, negatività…). Oppure:
2) dallo stoppino verso il centro e dalla base verso il centro per attirare qualcosa (amore, denaro, fortuna, successo…); dal centro verso lo stoppino e dal centro verso la base per allontanare qualcosa (nemici, negatività…).Prima di “vestire” una candela si può incidere con uno stecchino di legno sulla cera il simbolo della croce (croce latina – croce greca ) o altri simboli cristiani o mariani, come il nome di Gesù Cristo, della Vergine Maria, dei Santi o degli Angeli, insieme al nostro nome e/o all’intenzione di preghiera. Le candele che si utilizzano per la Benedicaria non vanno mai accese con i fiammiferi di legno, perché la capocchia contiene zolfo (simbolo negativo), ma vanno accese con un comune accendino che si utilizzerà solo per questo scopo. Come spegnere una candela Per spegnere le candele da preghiera esistono due “correnti di pensiero”: 1) Soffiare sulla candela significa allontanare, annullare, il simbolismo fuoco/luce/vita della fiamma. Quindi nel migliore dei casi rischieremmo di inquinare l’intenzione di preghiera. Solo in alcune intenzioni negative (malefici – fatture- ect.) si soffia sulla candela, che rappresenta la morte o la malattia. 2) Soffiare sulla candela significa “dare vita” o “animare” e quindi “vitalizzare” ulteriormente l’intenzione di preghiera. In questo attimo si potranno altresì formulare ulteriori propositi di realizzazione o di ringraziamento. Spegnere le candele inumidendo le dita con la saliva ci procurerebbe solamente delle fastidiose scottature. La soluzione migliore potrebbe essere quella di utilizzare un semplice spegnicandela o spegnimoccolo. È comunque preferibile lasciare che la o le candele impiegate si consumino totalmente.Il materiale residuoNel caso sia stato eseguito un rito a carattere protettivo, difensivo, o esorcistico, o comunque rivolto a eliminare fonti di negatività, vessazioni, sortilegi di magia nera, etc. si renderà opportuno eliminare i resti della cera gettandoli in mare o, alternativamente, in un fiume dopo averli precedentemente tenuti in acqua mista a sale benedetti o esorcizzati. Se questa procedura risultasse eccessivamente difficoltosa, è possibile bruciare il materiale utilizzato con semplice alcool o altro prodotto specifico, avendo cura, prima che il tutto termini di ardere, di versarvi sopra un pò di sale benedetto o esorcizzato. Se si è svolto un rito purificatorio o terapeutico, oppure finalizzato alla soluzione al superamento di problemi contingenti, al riequilibrio di situazioni critiche, o al ripristino di condizioni favorevoli e positive dopo periodi negativi, dopo ostacoli, disgrazie o difficoltà di vario genere, è preferibile disfarsi dei residui gettandoli in un fiume, o sotterrandoli in un luogo vicino ad alberi o piante da frutto.Nei riti che prevedono una realizzazione duratura, stabile, definitiva, come nei casi di desideri, speranze o progetti da concretizzare a breve o lunga scadenza, per richiedere espansione o accrescimento, prosperità, provvidenza, successo nelle imprese e nelle aspirazioni, sarà opportuno affidare quanto rimane della cera all’azione profonda delle acque di un lago. In alternativa, si possono seppellire i residui in terreno di bosco, possibilmente vicino ad alberi ben solidi e di natura assai resistente. Vi sono infine dei riti che coprono un periodo più o meno lungo di tempo, riti annuali o solstizio-equinoziali, oppure relativi a specifiche festività o ricorrenze cristiano-religiose come la solennità dell’Assunta (ferragosto), la Presentazione di Gesù al Tempio (candelora), ect.; o civili, come la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo anno civile (capodanno). In questi casi, si deve conservare la cera rimasta fino alla stessa data dell’anno successivo all’interno di sacchettini di stoffa o di carta del colore simbolico appropriato al rito delle candele, chiamati “brevi religiosi”. Dopodichè, sarà consentito disfarsene seguendo le precedenti istruzioni. Quanto suggerito non deve essere tuttavia interpretato in senso di obbligo assoluto o di regola tassativa e imprescindibile. Nell’eventualità che le soluzioni indicate si rivelino improponibili o eccessivamente complicate all’atto pratico, rimane sempre la possibilità già accennata di immergere i residui nell’acqua e sale benedetti o esorcizzati (per qualche ora), eliminando poi il tutto come si vuole.(liberamente tratto da: "La Magia Astrale delle Candele" di Pier Luca Pierini R. Ed. Rebis)