Benedicaria

Dall'Albero di Yule, all'Albero di Natale


La tradizione cristiana dell'Albero di Natale ha le sue origini negli antichi culti pagani dell’Albero di Yule. Le famiglie portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Luci, nastri, oggetti colorati, animaletti votivi e piccole campanelle erano appese ai rami, così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punte, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi (terra – aria – acqua – fuoco e spirito), era messo a capo dell'albero. Egualmente venivano ornati anche i vari Alberi del Paradiso o Alberi Cosmici, con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle. Sia i sempreverdi, che gli alberi da frutta erano un elemento fondamentale delle celebrazioni del Solstizio Invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno. L'Albero di Yule rappresentava un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.L'angioletto sopra l'albero di Natale, in realtà in molti posti della Germania, diventa una streghetta, per rappresentare la Vecchia Dea Madre che presiede su questa fase della corona dell'anno. Nel Medioevo i culti pagani vennero intesi come una prefigurazione della rivelazione cristiana. Oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l'albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Nella Bibbia il simbolo dell'albero è peraltro presente più volte e con più significati, a cominciare dall' Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre (Genesi, 2.9),  passando per l'Albero di Jesse, per arrivare all'albero della Croce, simbolo del Cristo creatore e redentore, veniva assimilata all’Albero cosmico, come testimonia un Inno di un Padre della Chiesa, il vescovo Ippolito da Roma all’inizio del III secolo: “Questo legno mi appartiene per la mia eterna salvezza. Io me ne nutro, me ne sazio, mi radico nelle sue radici, mi stendo sotto i suoi rami, mi abbandono deliziandomene al suo stormire, come al vento. Fiorisco con i suoi fiori, i suoi frutti sono per me motivo di immenso godimento, frutti che io raccolgo, preparati per me dal principio del mondo. Per la mia fame trovo delicato nutrimento; per la sete una fontana; per la nudità un vestito; le sue foglie sono spirito vivificante. Lontane da me sono le foglie del fico! Ecco la scala di Giacobbe sulla quale gli angeli salgono e scendono, in cima alla quale sta il Signore. Questo albero che s'allarga come il cielo sale dalla terra ai cieli. Pianta immortale, si drizza nel centro del cielo e della terra, solido sostegno dell'universo, vincolo che lega tutte le cose, basamento della terra abitata, abbraccio cosmico che chiude in sé tutta la quasi inesauribile varietà del genere umano; fissato dagli invisibili chiodi dello Spirito per non vacillare nella sua aderenza al divino; pianta che con la sua cima tocca il cielo, coi suoi piedi consolida la terra e nello spazio intermedio fra cielo e terra abbraccia l'atmosfera tutta con le sue incommensurabili mani. O tu che sei solo tra i soli, e sei tutto in tutti, i cieli ricevano il tuo spirito e il paradiso la tua anima, ma che il sangue tuo rimanga della terra”. L’albero di Natale è dunque il Cristo – Albero della vita analogo al Cristo-Sole. Anche gli addobbi dell’albero sono stati interpretati cristianamente: i lumini simboleggiano la luce che il Cristo dispensa all’umanità, i frutti dorati insieme con i regali e i dolciumi appesi ai suoi rami o raccolti ai suoi piedi sono rispettivamente il simbolo della vita spirituale e dell’amore che Egli ci offre. Radunarsi intorno all’albero la notte di Natale significa dunque essere illuminati dalla sua luce, godere della sua linfa, essere pervasi dal suo amore.