Benedicaria

Martedì Grasso: il Falò di Re Carnevale o Falò delle Vanità


Re Carnevale, forte e potente, viveva in un palazzo con le porte sempre aperte, chiunque poteva entrare e saziarsi a volontà. I sudditi approfittarono del suo buon cuore e si presero tanta confidenza, tanto da costringere il povero re a non uscire più dal suo palazzo per non essere insultato. Si ritirò in cucina, nascosto, mangiando e bevendo in continuazione.Un giorno, un sabato, cominciò a sentirsi male. Grasso come un pallone, il volto paonazzo, il ventre gonfio, capì che stava per morire. Non voleva andarsene solo, abbandonato da tutti. Si ricordò di avere una sorella: Quaresima. La mandò a chiamare, lei accorse, gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni: domenica, lunedì e martedì, in cambio pretese l'eredità del regno.Re Carnevale accettò, passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono salì Quaresima, prese in mano le redini del regno e governò il popolo con leggi dure e severe, ma in fondo benefiche.Il carnevale ha un significato mitico che ha un origine antica, come le dionisiache greche (le antesterie), i saturnali romani e i riti babilonesi di rigenerazione del cosmo: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere "soprannaturale" rappresentato. Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi, sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d'oro di James George Frazer). “La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”.Il più famoso “Falò di Carnevale” o “Falò delle Vanità” avvenne il 7 febbraio del 1497 quando in seguito alla cacciata dei Medici i seguaci del frate domenicano Girolamo Savonarola sequestrarono e bruciarono pubblicamente migliaia di oggetti nella città di Firenze, durante la festa di “Martedì Grasso”.L'obiettivo di questa furia distruttiva era l'eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità, includendo articoli voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, ed anche strumenti musicali. Altri bersagli includevano libri "immorali", manoscritti contenenti canzoni "secolari" o "profane", e dipinti. Tra i vari oggetti distrutti in questa campagna vi furono alcuni dipinti originali che trattavano temi della mitologia classica, eseguiti da Sandro Botticelli, che egli stesso provvide ad abbandonare sul rogo.Giorgio Vasari (pittore, architetto e storico dell'arte italiano) descrisse un rogo così:«il carnovale (carnevale) seguente, che era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa et altre legne, e la sera del martedì (martedì grasso) per antico costume arderle queste con balli amorosi… si condusse a quel luogo tante pitture e sculture ignude molte di mano di Maestri eccellenti, e parimente libri, liuti e canzonieri che fu danno grandissimo, ma particolare della pittura, dove Baccio portò tutto lo studio de' disegni che egli aveva fatto degli ignudi, e lo imitò anche Lorenzo di Credi e molti altri, che avevon nome di piagnoni.»Fonte: - Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2009, pag. 362- Dizionario Enciclopedico Italiano Treccani, vol. II, pag. 807.- Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. IV, pagg. 106-107.- Il seppellimento del carnevale. James George Frazer, Il ramo d'oro, ed. Bollati Boringhieri, 2012, pag. 361-368. Nell'edizione Newton Compton, collana Mammut, cap. XXVIII.- Mircea Eliade,Trattato di Storia delle Religioni, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2009, pag. 365- Le Vite, Vita di Fra Bartolomeo.Piccolo Rito del Falò di “Re Carnevale” o “Falò delle Vanità” Questo rito può essere celebrato la sera di “Martedì Grasso”, che rappresenta la fine della settimana dei sette giorni grassi che conclude il tempo di Carnevale. Questo periodo precede il “Mercoledì delle Ceneri” che segna l'inizio della Quaresima. Antifona di inizio: “vanità delle vanità: tutto è vanità.” (Qoèlet 1,2) Dal Salmo 89Tu fai ritornare l’uomo in polvere,quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».Mille anni, ai tuoi occhi,sono come il giorno di ieri che è passato,come un turno di veglia nella notte.Tu li sommergi:sono come un sogno al mattino,come l’erba che germoglia;al mattino fiorisce e germoglia,alla sera è falciata e secca.Insegnaci a contare i nostri giornie acquisteremo un cuore saggio.Ritorna, Signore: fino a quando?Abbi pietà dei tuoi servi!Saziaci al mattino con il tuo amore:esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,l’opera delle nostre mani rendi salda.Dal vangelo secondo Luca (12,16-21) In quel tempo, Gesù disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».  Chi non ha la possibilità di preparare il “Falò di Carnevale” o “Falò delle Vanità” in campagna o in giardino, può ugualmente farlo simbolicamente anche dentro casa, utilizzando un piccolo calderone di rame e mettendo all’interno un piccolo cero acceso e dei carboncini per bruciare dell’incenso sempre all’interno del calderone. Benedizione del fuoco per il Falò di Carnevale Sii benedetto, Signore nostro Dio: tu hai dato agli uomini il tuo Figlio, splendore dell'eterna gloria, e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;benedici questo fuoco (o falò) in cui si brucerà "Re Carnevale" con le sue Maschere,incarnazione degli Antenati venuti a fecondare la Madre Terra in attesa della Primavera.Le ceneri di questo “sacrificio” simbolico, purifichino anche le nostre Vanità,affinché si ristabilisca l'ordine del cosmo, sconvolto dal caos del Carnevale. Fa' che diveniamo portatori di luce e costruttori di un mondo rinnovato nel tuo amore.Per Cristo nostro Signore.Amen.Dopo la benedizione del fuoco per il “Falò di Carnevale” o “Falò delle Vanità”, si può prendere la carta dei Tarocchi de “Il Matto” o “Il Folle”, come simbolo del “Re Carnevale” (la si può stampare da internet); oppure, si può scegliere un’immagine di una “Maschera di Carnevale” che simboleggi e rappresenti i difetti, gli eccessi e vizi del nostro carattere e della nostra personalità che vogliamo eliminare o modificare nella nostra vita e che ci sono di ostacolo nei rapporti con gli altri e con noi stessi. Sulla carta dei Tarocchi de “Il Matto”, o sull’immagine della “Maschera di Carnevale” che abbiamo scelto, si possono scrivere i difetti, gli eccessi e i vizi e facendo attenzione a non scottarsi, la si brucerà al fuoco della fiamma del cero e dalle volute di incenso. Al termine, si raccoglieranno le ceneri e si spargeranno sulla terra come segno di fecondità. Pratica che si rifà all’uso agricolo dei contadini che conservavano tutto l’inverno le ceneri del camino, per poi, verso la fine dell’inverno, spargerle sul terreno, come fattore vitalizzante per dare nuova energia alla terra.OrazioneConcedi, o Signore, che con il rito del “Falò delle Vanità” di “Re Carnevale”, simbolo dei nostri difetti, dei nostri vizi e degli eccessi del nostro corpo, possiamo iniziare con sorella Quaresima, un cammino di vera conversione, consacrato all’astinenza e al digiuno, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Monizione conclusiva: “tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere.” (Qoèlet 3,20) Nota bene:-    La Benedizione del Fuoco è liberamente ispirata alla Benedizione del Fuoco che si trova nel Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.-    L’Orazione conclusiva è liberamente ispirata all’Orazione propria della Liturgia del Mercoledì delle Ceneri