Benedicaria

San Francesco da Paola patrono delle partorienti


In Sicilia san Francesco da Paola è il patrono delle partorienti; così, prima del lieto avento, in passato le donne si recavano in pellegrinaggio alla chiesa del santo per procurarsi il necessario per un vero e proprio rituale pagano. Dopo un'estenuante camminata, si ritiravano trionfanti con le preziosissime reliquie: il "cordone del santo", due fave benedette, alcune ostie (non consacrate), una candela di cera con una striscia di carta sulla quale era incisa una preghiera e l'immaginetta del santo. Questi oggetti erano custoditi gelosamente fino a poche ore prima del parto, momento durante il quale la donna si cingeva col cordone, accendeva la candela per alleviare le doglie e si cibava del resto per esprimere gratitudine della grazia ottenuta. Un uso siciliano dopo il parto era quello di porre tra le fasce del neonato l'abbizzè o buzzeu, un libretto di otto pagine che il Pitrè descrive dettagliatamente: "... un foglietto da otto pagine, nel quale è impressa da un lato l'immagine del bambino, e dall'altro quella di san Francesco di Paola. La figura del bambino rappresenta perfettamente il neonato già bell'è fasciato, dalle spalle in su libero; il resto bene avvolto, con nastri presso le spalle e verso i piedi, e un campanello al centro, verso le ginocchia. Inoltre intorno, questa figura una ghirlanda con cinque lettere Maria in mezzo ad altrettanti fori. Nella seconda pagina, accanto ad una croce e un pò d'alfabeto, d'onde lo stampino prende il nome di Abbizzè, (a,b,c). Più sotto è la Madonna del Rosario e con essa e dopo di essa l'Ave Maria, la Salve Regina, il Credo e il Magnificat, il principio del Vangelo di san Giovanni, l'Introito della Messa, tutto in latino orrendamente guastato dagli errori di stampa di tanti secoli." (G. Pitrè, Usi e costumi, cit.) (liberamente tratto da: "La stregoneria in Italia" di Andrea Romanazzi, ed. Venexia)