Benedicaria

La Benedizione dei campi dei Quattro Angoli del Mondo della Liturgia Armena


Nella tradizione armena, la Domenica delle Palme è chiamata anche “Domenica fiorita” o “Ornata di fiori”, ma in qualche manoscritto “Domenica delle benedizioni”, dalla prima parola dell’acclamazione “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Matteo 21,9). Nell’uso antico di questa Chiesa era previsto, sia al mattino che all’ora del vespro, un rito processionale conosciuto col nome di andastan (espressione armena che significa “campo”), in quanto si prolungava all’esterno dell’edificio sacro “attraverso i campi”, un rito associato con il raccolto che il calendario liturgico prescrive ancora per le grandi feste dell’anno che cadono tra la primavera e l’autunno, a partire dalla domenica delle Palme fino alla festa dell’Esaltazione della croce. Un tempo il corteo si dirigeva in mezzo ai campi, i ministri portavano solennemente la grande croce, l’evangeliario, il turibolo e le croci manuali con cui si benedicono i fedeli. Il percorso della processione era suddiviso in 4 stazioni in ciascuna delle quali si sostava per proclamare l’inizio dei 4 Vangeli in direzione dei punti cardinali. Dopo la lettura del quarto vangelo, si impartiva la solenne benedizione dei campi e dei 4 punti cardinali con la croce, come prolungamento della buona novella annunciata a ogni creatura vivente (Marco 16,15) fino agli estremi confini della terra (Atti 1,8). Attualmente, soprattutto nelle terre in cui gli armeni vivono come minoranza religiosa, per ragioni di prudenza, la processione si limita al cortile o al portico della chiesa, oppure si svolge all’interno dell’edificio stesso, nella parte della navata che simboleggia il mondo. RITO DELLA BENEDIZIONE PER I CAMPI DEI QUATTRO ANGOLI DEL MONDOLa “Benedizione per i campi dei quattro angoli del mondo”, può essere celebrata anche nel giardino di casa o nella propria campagna. Chi vive in città e non possiede un giardino, può ugualmente celebrare la benedizione all’interno della propria abitazione.Utilizzando una croce manuale senza crocifisso, che può essere realizzata anche con due piccoli e sottili tronchi di albero, legati a forma di croce con un filo di spago. La croce può essere decorata legando ad essa dei rametti di ulivo e di palma (benedetti) con un nastro rosso. Leggere il passo del Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme:Dal Vangelo secondo Giovanni (12,12-16) In quel tempo, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!».Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina.I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.Benedizione dell’Oriente (Est: dove sorge il sole) Rivolti verso l’Oriente, dire: Sia benedetta, protetta e custodita con l’aiuto della provvidenza, la parte orientale di questa terra, per il segno della santa croce, del santo vangelo e della grazia di questo giorno (benedire con la croce l’Oriente), nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.Amen, alleluia, alleluia, alleluia.Benedizione dell’Occidente (Ovest: dove tramonta il sole) Fare un mezzo giro verso sinistra, rivolti verso l’Occidente, dire: Sia benedetta, protetta e custodita con l’aiuto della provvidenza, la parte occidentale di questa terra, per il segno della santa croce, del santo vangelo e della grazia di questo giorno (benedire con la croce l’Occidente), nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.Amen, alleluia, alleluia, alleluia.Benedizione del Meridione (Sud) Fare un quarto di giro verso sinistra, rivolti verso il Meridione, dire: Sia benedetta, protetta e custodita con l’aiuto della provvidenza, la parte meridionale di questa terra, i campi e le messi dell’anno, per il segno della santa croce, del santo vangelo e della grazia di questo giorno (benedire con la croce il Meridione), nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.Amen, alleluia, alleluia, alleluia.Benedizione del Settentrione (Nord) Fare un mezzo giro verso sinistra, rivolti verso il Settentrione, dire: Sia benedetta, protetta e custodita con l’aiuto della provvidenza, la parte settentrionale di questa terra, le città e i villaggi, i deserti e i popoli che vi abitano, per il segno della santa croce, del santo vangelo e della grazia di questo giorno (benedire con la croce il Settentrione), nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.Amen, alleluia, alleluia, alleluia.Fare un quarto di giro verso destra, ritornando alla posizione iniziale. ANDASTAN di Daniel Varujan(Benedizione per i campi dei quattro angoli del mondo)Nelle plaghe d’Orientesia pace sulla terra…non più sangue, ma sudoreirrori le vene dei campi,e al tocco della campana di ogni paesesia un canto di benedizione.Nelle plaghe dell’Occidentesia fertilità sulla terra…Che da ogni stella sgorghi la rugiadae ogni spiga si fonda in oro,e quando gli agnelli pascoleranno sul montegermoglino e fioriscano le zolle.Nelle plaghe dell’Aquilonesia pienezza sulla terra…Che nel mare d’oro del granonuoti la falce senza posa,e quando i granai s’apriranno al frumentosi espanda la gioia.Nelle plaghe del Meridionesia ricca di frutti la terra…Fiorisca il miele degli alveari,trabocchi dalle coppe il vino,e quando le spose impasteranno il pane buonosia il canto dell’amore.(in Mari di grano e altre poesie armene, Paoline, Milano 1995, 166-7.) Il Rito ha anzitutto il valore di una benedizione della natura e del lavoro dei contadini, affinché tutto concorra a una stagione favorevole e a un raccolto abbondante. Si benedice il mondo perché diventi ancora più sacro, maggiormente imbevuto della provvidenza divina, che nello spirito del popolo cristiano significa prosperità, abbondanza, salute, serenità di vita. Benedire la creazione è anche un atto di esorcismo compiuto sulla materia cosmica affinché sia liberata dalle infestazioni del male e diventi veicolo della vita benedetta che proviene da Dio. Benedire la terra significa anzitutto benedire il rapporto tra la terra e l’uomo, nella sua veste di sacerdote posto a metà strada tra il giardino dell’Eden e il Creatore, tra il visibile e l’invisibile, il corporeo e lo spirituale. Dio ha pensato l’uomo come un microcosmo che sintetizza in sé la vocazione del creato in tutti i suoi molteplici livelli di vita, ma soprattutto lo ha plasmato a sua immagine perché potesse superare la materialità della creazione, non per abbandonarla ma per contenerla in sé e dar voce, attraverso la razionalità e il linguaggio umani, alla lode di Dio iscritta in tutti gli esseri viventi come significato ultimo della loro esistenza (Salmo 8; 145,21; 150; 1Corinzi 15,41), ma che rischia di rimanere muta fino a quando l’uomo non contribuisce a renderla consapevole ed esplicita. I cristiani rappresentano per la materia cosmica la speranza di essere elevata al livello dello spirito, di ricevere tramite le mani dell’uomo-sacerdote la redenzione di Cristo (Romani 8,19-22) e di partecipare alla dossologia del Padre testimoniando che i cieli e la terra sono pieni della sua gloria. Al vertice dell’andastan c’è la benedizione dei punti cardinali con la croce, il cui significato è quello di esprimere il potere cosmico della morte-innalzamento del Signore, non solo come benedizione, ma anche come testimonianza del valore cosmico della redenzione, e dunque della sacramentalità del cosmo. La benedizione con la croce appone un sigillo liturgico sul cosmo affinché tutto ciò che vibra di vita, a partire dai gesti umani più comuni, fino al mutare delle stagioni e dei colori della luce, ai profumi della terra e ai gusti dei suoi frutti, tutto porti impressa in sé un’energia sacra, un respiro di preghiera, un ritmo religioso che si sposa coi cicli della vita di tutti i mondi creati: il minerale, il vegetale, l’animale e, infine, l’umano che li porta tutti in sé. Il sangue di Gesù caduto dalla croce è penetrato capillarmente nei pori della terra come in un calice che lo ha accolto in sé, la materia cosmica ne è rimasta intrisa e consacrata per sempre. La Madre Terra conserva in sé l’immenso potenziale di forza redentrice della croce, non nel senso panteistico di una dissoluzione del divino nel tutto, ma secondo il modo dell’unione senza confusione (panenteistico) del creato e dell’increato tipico dell’incarnazione. (Liberamente tratto da: La Settimana santa con i cristiani d’oriente, di Gianmarco Busca – Ed. Lipa)