Benedicaria

Lu firriu o lu giru di li Sepulcri: la visita dei “Sepolcri” in Sicilia


Per tutta la notte e il giorno seguente la gente visita i “Sepolcri” -  termine con il quale in Sicilia, vengono indicati gli “Altari della reposizione” - nelle chieste dopo la messa (Missa in Coena Domini) del Giovedì Santo. E’ tradizione comune visitarne sette, o almeno tre (o sempre in numero dispari), quasi fosse un precetto della Chiesa. Giuseppe Pitré racconta che nella città di Palermo, nelle ore pomeridiane del Giovedì e in quelle mattutine del Venerdì devoti, ma anche non devoti, vestiti dei loro migliori abiti, si mettono in via per fare "lu firriu o lu giru di li sepulcri", alla ricerca dei più belli, per poter dire: "l’ho visto anch’io".Il termine “Sepolcro” ha incontrato negli ultimi anni una certa contrarietà da parte di alcuni esponenti del clero, in particolare dopo che nel 1988 la “Congregazione per il culto divino” si è detta contraria all’uso del termine in quanto l’Altare della reposizione viene allestito per custodire il Pane Eucaristico e non per rappresentare la sepoltura del Signore. Una interpretazione eccessivamente rigida, dottrinale, di una tradizione cristiana che gli storici della Chiesa fanno risalire addirittura al II secolo d.C. quando venivano onorate le “40 Ore” durante le quali Gesù rimase nel sepolcro in potere della morte, per poi risorgere la mattina di Pasqua. Il termine “sepolcro”, tra l’altro, non è che il significato del termine latino “repositorium” da cui reposizione.Come molte altre tradizioni religiose cristiane, quella dei “Sepolcri” pare abbia origini pagane ed in particolare legate alla mitologia greca, con chiari riferimenti al culto di Adone, che simboleggia il risveglio della natura dopo l’inverno, in corrispondenza con l’equinozio di primavera (il 21 marzo) e che nel cristianesimo serve a determinare la Pasqua, che deve cadere nella prima domenica subito dopo la prima luna piena dopo l’equinozio.Con la parola “Sepolcri” vengono pure definiti i piatti stoppa o canapa imbevuti d’acqua nei quali viene seminato il grano (ma anche lenticchie, ceci o scagliola) che viene lasciato germogliare al buio per mantenersi bianco. E qui troviamo un chiaro riferimento evangelico (Giovanni 12, 24): “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”Preghiera per la visita dei “Sepolcri”In 7 chiese, o in numero dispari, si recita per 3 volte questa preghiera con 3 Pater, Ave, Gloria e l’Eterno riposo:In siciliano: Nna stu sepulcru santu sta nchiusu lu Signuri,misu ncruci patiu tantu pi nuavutri misiri piccaturi.Pi lu vostru sparsu sangu,pirdunatinni, Signuri. In italiano:In questo sepolcro santo sta chiuso il Signore.messo in croce ha patito tanto per noi miseri peccatori.Per il vostro sparso sangue,perdonateci, Signore. (Preghiera liberamente tratta da: Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano di Nina Valenti Lo Iacono)