Benedicaria

CELEBRAZIONE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI


Il Solstizio d'Estate è il momento dell'anno in cui il Sole raggiunge - nel suo moto apparente - la massima altezza sull'orizzonte: si verifica nei giorni attorno al 21 giugno.Nel folklore e nel mito questo concetto viene espresso mediante il matrimonio sacro tra il Sole e la Luna, matrimonio che avviene quando il Sole entrando nel segno zodiacale del Cancro entra nel domicilio lunare: i due astri dimorano insieme nel regno - acquoso e fertile - della costellazione del Cancro.É il trionfo del Sole che, sposando simbolicamente la Luna - ovvero la Grande Madre - consente alle acque lunari di venire fecondate dall'astro: un "mezzogiorno del cosmo" che sparge le energie attivate nell'opulenza dei frutti (Cattabiani - Calendario).La parola solstizio deriva dal latino solstat, "il sole si ferma": come in quello invernale anche nel solstizio estivo pare quasi che il sole indugi un po' in questa posizione. In questo caso - però - il cammino che segue è discendente e non ascendente.Dal giorno dopo il Sole comincerà a calare sull'orizzonte indicando la prossima decadenza della luce che culminerà con l'arrivo dell'inverno e le feste della sua nuova nascita.Tale ribaltamento dell'orbita veniva seguito, come avveniva in Sicilia, mettendo - all'alba del 24 - una bacinella per terra, piena d'acqua in modo che il Sole vi fosse riflesso. Questo permetteva di vedere il "sole girare" (Cattabiani, Calendario).Questa decadenza viene ben rappresentata dal mito del battista, San Giovanni, la cui festa dedicata alla natività è il 24 giugno, proprio all'interno del periodo solstiziale.La sua storia è legata non solo al Cristo e alla sua venuta ma anche al sangue, simbolo del fuoco che rimanda al calore estivo, a causa della sua morte per decollazione.Nonostante il 24 giugno si festeggi la sua nascita è in realtà la sua morte che esprime nei riti rurali il potere di preservare campi e bestiame dal male.Giovanni deriva dall'ebraico Yehōhānnān composto da Yahweh (Dio) e da hānān che ha duplice significato di misericordia e lode. Così Giovanni potrebbe voler dire sia "Misericordia di Dio" sia "Lode a Dio".Questa duplicità di significati potrebbe ancora riportare i due "Giovanni" presenti nel calendario dei santi. Se il primo si colloca al solstizio estivo, l'altro si colloca esattamente al suo opposto, attorno al solstizio invernale ed è San Giovanni l'Evangelista festeggiato il 27 dicembre.Per questo il primo viene detto nel folklore "Giovanni che piange" e l'altro "Giovanni che ride": le due feste sono evidenti residui di feste solstiziali precristiane diffuse un po' ovunque e non solo in Europa.L'importanza di questi due momenti come passaggi si manifesta anche nella tradizione romana: il custode delle porte, Giano bifronte -Ianus in latino - è il signore dell'eternità. Egli veniva festeggiato proprio ai solstizi.Giano nell'iconografia classica tiene un bastone o scettro nella mano destra e una chiave in quella sinistra indicando di possedere sia il potere regale sia quello sacerdotale.La caratteristica di essere bifronte consente di comunicare un senso di rotazione, di ciclicità: la capacità dell'universo di ruotare su un asse invisibile. Ianus deriva dalla radice indoeuropea y-a, da cui il sancrito yana (via) e il latino ianua (porta).Egli è quindi colui che conduce da uno stato all'altro: un iniziatore.Il movimento ciclico e trasformatore dei solstizi è dimostrato anche dall'usanza di chiamarli "porte" nella religione greca antica. La caratteristica iniziatica del superamento della "porta" è il rinnovamento grazie all'eliminazione di ogni impurità.Ed è proprio il carattere purificatorio uno dei significati più forti del solstizio estivo, purificazione che avviene attraverso due elementi - legati al Sole e alla Luna: il fuoco e l'acqua.Il Fuoco La funzione purificatrice dell'elemento nel solstizio estivo si manifesta non solo nel calore del sole che raggiunge la sua pienezza, ma anche nella sua presenza tra i rituali contadini.- i falò- le processioni con torce per i campi- le ruote infuocate da far ruzzolare lungo i pendii- il saltare o attraversare il fuoco- il far passare il bestiame presso i suoi fumi o far andare il fumo dei falò verso i campierano tutte manifestazioni del potere purificatorio dell'elemento.Il Fuoco scaccia demoni e streghe e previene malattie; in Piemonte aiuta a conservare i frutti della terra e ad assicurare buoni raccolti, inoltre protegge da tuono e grandine.Un proverbio istriano ricorda San Giovanni col su' fogo brusa le strighe, el moro e l'lovo (San Giovanni col suo fuoco brucia le streghe, il moro e il lupo).L'AcquaL'Acqua è l'altro elemento in grado di lavare dalle impurità: lo usa anche San Giovanni nel suo rito di battesimo sulle rive del Giordano così come è presente nei riti di iniziazione di molte culture.Bagnarsi in acque sacre equivale ad una nuova nascita, proprio perché le acque sono sede primordiale della Vita e dell'umido della fecondità che rimanda all'elemento femminile e lunare. L'acqua solstiziale è la "guazza", la rugiada: la prima acqua del mattino che si forma sui prati.Ha funzione purificatoria e virtù fecondatrici (mediante lavacri propiziatori sull'erba e giochi di coppia nella fatidica notte tra il 23 e il 24 giugno)."Prender la guazza" significava favorirsi la salute e il benessere per tutto l'anno a venire.Non solo: la rugiada preserva i panni dalle tignole e ha benefici effetti anche sulla calvizie.La guazza fa anche ringiovanire la pelle e la preserva dalle malattie.In effetti l'acqua di San Giovanni non è altro che l'acqua lunare del Cancro, costellazione nella quale Sole e Luna si incontrano per il loro annuale e solstiziale convegno nuziale.Le ErbeLe erbe sono un altro elemento caratteristico del solstizio estivo, e non potrebbe essere altrimenti essendo queste nel massimo del loro potere balsamico, mature al punto giusto e pronte per essere raccolte, essiccate e conservate per aiutarci durante tutto l'anno.Le erbe di San Giovanni variano da regione a regione, ma alcune sono presenti spesso: l'iperico (o erba di San Giovanni), l'artemisia, la verbena, il ribes (i frutti sono chiamati anche bacche di San Giovanni), l'aglio e il misterioso fiore di San Giovanni.Questo cresce dalla felce nella magica notte: rende invisibili, fa resistere agli incantesimi e scaccia gli spiriti immondi.Per raccoglierlo bisogna però attendere la mezzanotte del 24 giugno quando il fiore spunta e si apre emettendo una luce che illumina tutto ciò che lo circonda. Proprio in quel momento il demonio lo raccoglie per impadronirsene. Chi volesse ottenere questo prezioso fiore deve tracciare due cerchi, uno intorno alla pianta uno intorno a sè, e quando il demonio arriva non deve guardarlo ma fissare la pianta: in questo modo lo si sconfigge e si ottiene il dono dell'infiorescenza misteriosa (Cattabiani, Calendario).Le erbe servono ad ottenere presagi sul futuro, scacciare demoni e streghe, proteggere dal malocchio.Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove che risultano essere più potenti e cariche di energia.Per ottenere poteri di preveggenza le erbe vanno colte in luoghi diversi, essiccate in mazzetti e messe sotto il cuscino la sera della festa: dovrebbero essere 9 tra cui senza dubbio l'iperico. Ciò che si vedrà in sogno accadrà sicuramente.In Gran Bretagna il 24 giugno si festeggia il giorno di mezza estate, nel quale - come insegna Shakespeare - visibile e invisibile si compenetrano, sogno e realtà si confondono.Nella tradizione legata alle Antiche Religioni, si festeggia il Sabba di Litha (Dea sassone del grano affine a Cerere e Demetra) dove i Druidi raccoglievano le erbe che avrebbero usato poi lungo l'arco dell'anno.In Europa si narra ancora che nella notte della vigilia si mostrano nel cielo sciami di streghe che volano per una riunione annuale intorno al noce di Benevento (noce in realtà sradicato fin dal medioevo, cfr. Cattabiani).Esisteva anche un antico aspetto femminile di questa festa: Fors Fortuna la Dea romana della casualità assoluta, non collegata a nessun ceto o mestiere: tutta la popolazione la festeggiava nei due templi trasteverini a lei dedicati.Sempre a Roma venivano mangiate in questi giorni le lumache, le cui corna sono simbolo di discordia: si mangiavano perché seppellendole nello stomaco si cancellavano anche rancori e odi (ora è riconosciuta la loro funzione curativa dell'ulcera allo stomaco).Secondo Cattabiani la funzione beneaugurante della lumaca deriva dal suo essere simbolo lunare (acqua) che indica rigenerazione periodica con i cornetti che ritira ed estende: un movimento nella permanenza che porta fertilità.BENEDIZIONE DEL FUOCO O FALO’ DI SAN GIOVANNI    Accensione della candela (simbolo del fuoco) all’interno del calderoneSii benedetto, Signore nostro Dio: tu hai dato agli uomini il tuo Figlio, splendore dell'eterna gloria, e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;benedici questo fuoco nella notte di San Giovanni Battista; e fa' divampare nei nostri cuori l'incendio della tua carità.Per Cristo nostro Signore.Amen.Accensione del Cerchio o Ruota, simbolo del Sole.Mentre si accende il Cerchio o Ruota di Fuoco, partendo da destra verso sinistra, si dice:Antifona:  “Verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. (Luca 1,78-79)SALMO 103 Benedici il Signore, anima mia,Signore, mio Dio, quanto sei grande!Rivestito di maestà e di splendore,avvolto di luce come di un manto.Tu stendi il cielo come una tenda,costruisci sulle acque la tua dimora,fai delle nubi il tuo carro,cammini sulle ali del vento;fai dei venti i tuoi messaggeri,delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.Hai fondato la terra sulle sue basi,mai potrà vacillare.L'oceano l'avvolgeva come un manto,le acque coprivano le montagne.Alla tua minaccia sono fuggite,al fragore del tuo tuono hanno tremato.Emergono i monti, scendono le vallial luogo che hai loro assegnato.Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,non torneranno a coprire la terra.Fai scaturire le sorgenti nelle vallie scorrono tra i monti;ne bevono tutte le bestie selvatichee gli ònagri estinguono la loro sete.Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,cantano tra le fronde.Dalle tue alte dimore irrighi i monti,con il frutto delle tue opere sazi la terra.Fai crescere il fieno per gli armentie l'erba al servizio dell'uomo,perché tragga alimento dalla terra:il vino che allieta il cuore dell'uomo;l'olio che fa brillare il suo voltoe il pane che sostiene il suo vigore.Si saziano gli alberi del Signore,i cedri del Libano da lui piantati.Là gli uccelli fanno il loro nidoe la cicogna sui cipressi ha la sua casa.Per i camosci sono le alte montagne,le rocce sono rifugio per gli iràci.Per segnare le stagioni hai fatto la lunae il sole che conosce il suo tramonto.Stendi le tenebre e viene la nottee vagano tutte le bestie della foresta;ruggiscono i leoncelli in cerca di predae chiedono a Dio il loro cibo.Sorge il sole, si ritiranoe si accovacciano nelle tane.Allora l'uomo esce al suo lavoro,per la sua fatica fino a sera.Quanto sono grandi, Signore,le tue opere!Tutto hai fatto con saggezza,la terra è piena delle tue creature.Ecco il mare spazioso e vasto:lì guizzano senza numeroanimali piccoli e grandi.Lo solcano le navi,il Leviatàn che hai plasmatoperché in esso si diverta.Tutti da te aspettanoche tu dia loro il cibo in tempo opportuno.Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,tu apri la mano, si saziano di beni.Se nascondi il tuo volto, vengono meno,togli loro il respiro, muoionoe ritornano nella loro polvere.Mandi il tuo spirito, sono creati,e rinnovi la faccia della terra.La gloria del Signore sia per sempre;gioisca il Signore delle sue opere.Egli guarda la terra e la fa sussultare,tocca i monti ed essi fumano.Voglio cantare al Signore finché ho vita,cantare al mio Dio finché esisto.A lui sia gradito il mio canto;la mia gioia è nel Signore.Scompaiano i peccatori dalla terrae più non esistano gli empi.Benedici il Signore, anima mia.(Saltare il fuoco o falò di san Giovanni Battista) Antifona: “Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore.” (Salmo 18,6-7)Dal Vangelo secondo Marco (4,26-32)In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».BENEDIZIONE E OFFERTA DELLE ERBE DI SAN GIOVANNIO Dio, antichi popoli hanno scoperto che resine ed essenze potevano ardere e dare piacevoli odori. Da allora, in tempi a noi lontani, gli uomini hanno adorato il dio ignoto col soave profumo dell’incenso. Quando, per tua bontà, hai voluto rivelarti come il Dio unico, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, hai ordinato a Mosè di istituire un rito per offrirti al mattino e alla sera l’incenso davanti alla tenda sacra dell’alleanza, e nel tempio di Gerusalemme ogni giorno saliva al tuo cospetto il suo profumo. E fu proprio nell’ora dell’offerta dell’incenso che l’arcangelo Gabriele annunziò a Zaccaria la nascita del figlio, Giovanni il Battista. Poi quando è giunta la pienezza dei tempi, sei stato tu ad offrirci il tuo Figlio, e hai voluto che alla sua nascita, Gesù ricevesse dai santi Magi, il dono dell’incenso. Ora ti preghiamo benedici queste erbe in questa notte di San Giovanni Battista: Artemisia, Rosmarino, Prezzemolo, Iberico, Lavanda, Aglio, Salvia, Menta, Verbena, Ruta, Felce, che ti offriamo per celebrare il Solstizio d’Estate, e fa che, bruciandole con devozione, ti riconosciamo vero Dio. Il loro soave profumo riempia questo luogo della presenza del tuo Santo Spirito, e allontani da noi e da questo luogo lo spirito del male. Salga da questo luogo l’adorazione e la lode a te nostro Padre e Creatore. E come si spande gradita nelle preghiera la dolce fragranza di queste erbe aromatiche, così venga elevato l’ambiente di questo luogo dalla fede, dall’ardore della carità e dallo zelo per le opere buone, perché possiamo diventare un’offerta perenne a te gradita. Per Cristo nostro Signore. Amen.PREGHIERA DI OFFERTA DEI FRUTTI DELLA TERRA Sii benedetto, Dio onnipotente,creatore del cielo e della terra:noi riconosciamo la tua glorianegli immensi spazi stellarie nel più piccolo germe di vitache prorompe dal grembo della terra madre. Nelle vicende e nei ritmi della naturatu continui l'opera della creazione.La tua provvidenza senza limitisi estende alle grandi ere cosmichee al breve volgere dei giorni, dei mesi e degli anni.Ai figli dell'uomo, fatti a tua immaginee rigenerati in Cristo a vita nuova,tu affidi le meraviglie dell'universoe doni loro il tuo Spirito,perché fedeli interpreti del tuo disegno di amore, ne rivelino le potenzialità nascostee ne custodiscano la sapiente armoniaper il bene di tutti.Stendi su di noi la tua mano, o Padre,perché possiamo attuare un vero progressonella giustizia e nella fraternità,senza mai presumere delle nostre forze.Insegnaci a governarenel rispetto dell'uomo e del creatogli strumenti della scienza e della tecnicae a condividere i frutti della terra e del lavorocon i piccoli e i poveri.Veglia su questa casa comune,perché non si ripetano per colpa nostrale catastrofi della natura e della storia.Accogli l’offerta votiva...[di queste spighe, di questi fiori e di questi frutti]segno e primizia della stagione…[estiva].Concedi a tutti i tuoi figlidi godere della tua continua protezionee fa' che la società del nostro tempoci apra verso orizzonti di vera civiltàin Cristo uomo nuovo.A te il regno, la potenza e la gloria,nell’unità dello Spirito Santoper Cristo nostro Signore,oggi e nei secoli dei secoli.Amen. Antifona:  “Egli non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori.” (Atti 14,17) INTERCESSIONIAccendere la propria candela galleggiante e posizionarla sull’acqua all’interno del recipiente e scrivere in un piccolo foglietto di carta una preghiera, un’intenzione, una grazia, un proposito per questo Solstizio d’Estate. E piegatolo lo si bruci sulla fiamma della propria candela segnata da un simbolo o dalle iniziali del proprio nome, lasciandolo bruciare nel fuoco o falò di San Giovanni. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!Perché tu, o Padre, benedica il lavoro della campagna, ci unisca nella gioia per il rendimento di grazie e ci renda responsabili delle creature a noi affidate.Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!Perché tu, o Padre, ci insegni il rispetto per ogni creatura, ci ispiri il tuo sguardo e i tuoi sentimenti e ci confermi nella solidarietà con tutto il cosmo.Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!Perché i giorni di riposo dalla fatica del lavoro ci aiutino a ritemprare le nostre forze e ci spingano a esercitarci nella comunione.Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!Padre nostro…ORAZIONESignore, Dio dell'universo, oggi il sole brilla su di noi, alto più che mai, e ci fa entrare nella stagione dell'estate: in questa notte di San Giovanni, guarda a tutte le piante che ci donano i loro frutti, alla terra coltivata dall'uomo, ai raccolti del grano da cui traiamo il nostro pane e ricevi la nostra lode e il nostro ringraziamento. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Preghiera per il Solstizio d'Estate tratta dalla "Preghiera dei Giorni" del Monastero di Bose)