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La “manna” dei Santi

La Manna dei Santi

La produzione della cosiddetta “manna” è un fenomeno fra i più caratteristici e sorprendenti della miracolistica. Anche se così è chiamata, tale manna però non ha rapporti con quella biblica: da un punto di vista chimico, questa sostanza è sovente un’acqua pressoché pura; l’aspetto prodigioso è quello della sua origine: infatti essa viene prodotta a intervelli o anche di continuo dai sepolcri o addirittura dalle ossa di alcuni santi. Alla “manna” vengono attribuiti miracolosi poteri taumaturgici (vedi studi di U. Cordier).

La “manna” di san Domenico

Nella Basilica  di san Domenico a Bologna esiste una curiosa  tradizione . Quando san Domenico morì, a Bologna, venne iniziata la costruzione di una grandiosa Basilica. La stupenda arca che raccoglie i resti del santo, dapprima nella cripta, fu collocata nell’attuale cappella nel 1413. Per molti anni i padri domenicani distribuivano ai fedeli “una miracolosa polve”, che usciva di continuo dal primo sepolcro del Santo. Bevendola, rendeva “qualsivoglia malattia, ancorché grave, perfetta sanità”. 

La “manna” di Beatrice II d’Este

Nel Monastero di S. Antonio Abate in Polesine a Ferrara, fondato nel 1257 dalla beata Beatrice II d’Este, principessa del casato di Ferrara, vi è conservato il suo corpo.  Ogni anno, in inverno, si verifica uno strano fenomeno: trasuda acqua la pietra tombale della beata, la cui ricorrenza si celebra il 18 gennaio. 

La “manna” di papa Silvestro II

Nella Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma  vi era  nel portico la tomba del papa Silvestro II (999-1003). Si narra che questa tomba si inumidisse approssimandosi la morte di un cardinale, mentre trasudasse abbondantemente di acqua (e persino facesse udire un interno scricchiolio d’ossa) nell’imminenza della morte di un papa.  Nel 1910 gli fu eretto un secondo monumento sepolcrale, un cenotafio, che incorpora l’epigrafe del sepolcro primitivo (chiamata “pietra sudante”).

La “manna” di Sant’Eutizio

Nel santuario di Sant’Eutizio a Soriano nel Cimino (VT) vi si trova  al di sotto un’antichissima catacomba.   Qui vi si può trovare l’altare usato da sant’Eutizio, che è costituito di una lastra massiccia e grezza di travertino.  Questa è detta “pietra della manna”, dalla quale scaturisce appunto un liquido chiara chiamata dai fedeli “manna”.  La pietra produrrebbe tuttora la “manna” che viene convogliata dal colatoio verso un beccuccio, dal quale i Padri Passionisti, la raccolgono entro ampolline di vetro. A questa manna si attribuiscono proprietà taumaturgiche.

La “manna” di Sant’Andrea Apostolo 

Nel Duomo di S. Andrea  Apostolo ad Amalfi vi si trovano le veneratissime ossa attribuite a sant’Andrea Apostolo, custodite tra meravigliose lastre sotto l’altare della cripta. Fu un vecchissimo pellegrino, reduce dalla Terrasanta, ad accorgersi del fatto soprannaturale nel 1304; da allora le reliquie furono sistemate in modo che la manna potesse venir raccolta, mediante un canaletto, in occasione delle sue frequenti e miracolose emanazioni. Con regolare autorizzazioni ecclesiastiche se ne intridono batuffoli e oggetti, contesi dai fedeli per il loro potere taumaturgico.

La “manna” di san Pomponio

Nella chiesa di S. Maria Maggiore a Napoli, fondata dal vescovo Pomponio, morto nel 536. Nella chiesa vi troviamo le sue venerate reliquie che sono oggetto di un fenomeno di produzione della “manna”

La “manna” di san Felice

Nel Duomo di S. Felice a Nola vi troviamo nella cripta il corpo del  Santo, martirizzato nell’anno 95. Dalle sue ossa emana miracolosamente “manna”, una sacra e misteriosa sostanza che viene raccolta, attraverso un canaletto d’argento fatto passare per una fessura della pietra sepolcrale, in un calice d’argento deposto, cinque volte l’anno, in una sorta di tempietto d’argento posato su una colonna di bronzo.  La “manna”  è agognata dai fedeli, perché cura e guarisce tutte le malattie. 

La “manna” di san Matteo

Nel duomo di San Matteo a Salerno vi si trova nella cripta, sotto l’altare, le reliquie attribuite a san Matteo Evangelista. Queste reliquie sono legate a un veneratissimo fenomeno della produzione della cosiddetta “manna”.

La “manna” di san Nicola di Bari

Nella Basilica di San Nicola a Bari vi si trovano  nella cripta sotto l’altare le ossa del Santo titolare, patrono della città. Proprio da queste ossa avrebbe origine prodigiosamente un liquido particolare, chiamato “manna”, al quale i fedeli attribuiscono qualità taumaturgiche. Dal 1980 la “manna” viene ufficialmente prelevata ogni anno il 9 maggio, festa della traslazione, dal rettore della Basilica, alla presenza del delegato pontificio, l’arcivescovo di Bari, dalle autorità, dal clero e dei fedeli, a conclusione di una solenne celebrazione religiosa. Il vescovo impartisce la benedizione alla commossa assemblea dei fedeli con l’ampolla di cristallo, in cui viene versato il prezioso liquido, che si distribuisce poi ai fedeli. 

La “manna” di sant’Egidio

Nella Chiesa di S. Egidio Abate vi si trova all’interno una statua marmorea di S. Egidio, risalente al 1570. Il titolare sant’Egidio abate e legato a un fenomeno della “manna” che si verifica appunto nella chiesa. 

La “manna” di san Biagio

Nel santuario di San Biagio a Maratea (PZ) vi sono conservate le reliquie del santo dentro un urna. Dall’urna-reliquario trasuda misteriosamente un liquido chiamato “manna”, che si raccoglie in una coppa d’argento posta sotto l’urna; questa manna è simile all’acqua, di colore biondo, è insapore, si conserva a lungo; il popolo la considera una medicina prodigiosa. Il liquido trasuda anche dai marmi e dalle colonne della cappella del Santuario in cui è posto il reliquiario.

(tratto da: www.ilcattolicoonline.org)

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I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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