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Dalla Dea Brigid a Santa Brigida d'Irlanda

Post n°87 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da benedicaria
 

Dalla Dea Brigid a Santa Brigida d'Irlanda

“Fermatevi agli incroci delle strade e osservate,
informatevi riguardo ai sentieri del passato
dove sia la strada buona e prendetela,
così troverete la pace per le vostre anime”
(cfr Geremia 6,16)

I primi passi che il Cristianesimo posò sulle verdi terre celtiche furono leggeri e silenziosi. I monaci cristiani giunsero dal sud dell’Irlanda e della Gran Bretagna intorno al IV secolo d.C. e si insediarono poco alla volta, creando piccoli centri religiosi e vivendo da eremiti.
Votati alla povertà e all’ascetismo, essi lavoravano molto, curavano i malati, studiavano e scrivevano; la loro missione era quella di evangelizzare più paesi possibili e con questo intento viaggiavano di luogo in luogo, predicando il loro credo e portando la loro fede.
Il Cristianesimo che rappresentavano, e cercavano di diffondere, conteneva un messaggio di pace e misericordia che inizialmente non incontrò particolari resistenze tra le genti locali. Molti druidi trovarono in esso una nuova visione, una nuova espressione religiosa che giungeva con il Tempo del Cambiamento, e ritennero giusto accettarla, intuendo forse che solo tramite essa avrebbero potuto continuare a trasmettere le antiche saggezze. Indossarono abiti scuri, si rasarono il capo e divennero sacerdoti, abbracciando il nuovo culto senza opporvisi, ma invece di soppiantare tutta la loro immensa conoscenza essi la mantennero viva, riversandola nella religione appena nata.
Innumerevoli leggende e racconti sapienziali, sino ad allora tramandati solo oralmente e custoditi nella memoria dei bardi, incontrarono per la prima volta le penne dei monaci, che intingendoli nello spirito cristiano, ma senza privarli delle native simbologie pagane, li trascrissero accuratamente.
Assecondando il corso del tempo e trasformandosi con esso, le conoscenze passate mutarono di poco le loro sembianze, così da poter continuare a sopravvivere. Una particolare forma di culto emerse dall’unione di queste due realtà spirituali distanti eppure inaspettatamente conciliabili: esso prese il nome di Cristianesimo celtico, per la sua profonda differenza rispetto a quello romano.
In questo spirito di mutamento, anche le arcaiche Divinità, femminili e maschili, subirono una radicale trasformazione: le più importanti e, quindi, le più difficili da sminuire ed allontanare dalle immortali tradizioni, furono cristianizzate e accolte nelle vesti di santi. In questo modo esse erano ancora riconosciute dalle genti pagane, che potevano continuare a celebrarle e ad amarle come avevano sempre fatto, ed erano comprese da quelle cristiane, che scoprivano in esse un’essenza naturale, luminosa, primitiva ed affascinante.
Fu questo il destino della splendida Brigid, che depose le sue nivee vesti di Triplice Dea e indossò quelle umili di Donna, votata al cristianesimo e da esso santificata.
Santa Brigida si fece segreta portatrice della comunione tra paganesimo e cristianesimo, in lei vivevano entrambi, armoniosamente congiunti come parti di un unico disegno.
La biografia di santa Brigida di Kildare è avvolta dal mistero del mito e della leggenda: sembra sia nata nel 453 d.C. circa da un nobile capo irlandese e da una sua schiava; allevata presso un druido e nutrita, sin da neonata, con il latte di una mucca bianca dalle orecchie rosse (i colori degli animali che appartengono all’Altromondo e che da esso provengono).
Giovanissima, Brigida trascorreva le sue giornate mungendo le mucche e preparando i latticini, che non faceva mai mancare ai poveri e agli affamati che le chiedevano soccorso. Ritrovandosi poi nella fede cristiana ella si fece battezzare (secondo alcune versioni della sua storia, addirittura da San Patrizio) e, raggiunta l’età da marito, rifiutò qualsiasi pretendente, per quanto piacente e nobile fosse, per votarsi alla vita religiosa.
Insieme ad altre sette compagne, si racconta che Brigida volle prendere i voti da San Maccaille, che, inizialmente indeciso per la giovane età delle suore, provvedette ad ordinarle di fronte al miracolo di una fiamma che si posò sul capo di Brigida mentre era in preghiera.
Nel 480 d. C., giunta nei pressi di una quercia millenaria e decise di fondarvi il suo più grande centro di culto, la splendida abbazia di Kildare (da “cill dara”, ovvero “chiesa della quercia).
In questo sacro luogo, che rappresentava la prima comunità cristiana femminile, le donne erano autonome e libere di manifestare la propria vocazione.
Come ci narra Giraldus Cambrensis, che visitò e vide con i suoi occhi la florida abbazia, le suore vigilavano sul fuoco a cicli di venti giorni, ognuna nella sua notte. Brigida stessa se ne occupava la ventesima notte e questa tradizione venne mantenuta anche dopo la sua morte, che avvenne nel 523 d. C. circa. Le suore rimasero sempre diciannove e nella ventesima notte esse ponevano i ceppi nel fuoco e si rivolgevano alla santa, dicendo: “Brigid, custodisci il tuo fuoco, questa è la tua notte”. E il fuoco mai venne trovato estinto, così come la cenere mai si accumulò e mai vi fu bisogno di ripulirla.
Solo le donne potevano vegliare sul fuoco, solo a loro era permesso superare il cerchio di vimini che lo circondava, per nutrirlo di legna.
Se inizialmente l’abbazia ospitava soltanto le suore, col tempo anche i monaci vi furono accolti; Brigida aprì loro le sue braccia e badò ad essi come alle donne. La sua autorità era tale che ella, considerata molto di più di una badessa, veniva addirittura paragonata ad un vescovo, in quanto ne conservava tutti i privilegi.
Nulla veniva mai negato a coloro che avevano bisogno del suo aiuto e si rivolgevano alle suore o al loro convento. Sotto la protezione di Brigida e il suo perenne insegnamento, le suore non si occupavano soltanto del fuoco sacro, ma anche di tutte le altre mansioni tradizionali femminili.
Il Cristianesimo rappresentato da Brigida conservava la bellezza dell’antico culto pagano, la Via spirituale della Grande Madre, il sopravvivere delle Antiche Armonie che non potevano essere distrutte ma che accettavano il compromesso di trasformarsi, continuando a vivere sotto nuove spoglie.
I simboli della santa coincidevano con i simboli di Brigid la Dea: la Sacra Fiamma e l’Acqua guaritrice, il Sole caldo e luminoso e la Luna, argentea e materna.
Brigida rappresentava l’ordine della Terra, l’equilibrio perfetto e inviolabile della Natura, ed era ricordata per il suo innato amore per gli animali, soprattutto i cani e le mucche, che spesso erano raffigurate vicino a lei nell’iconografia sacra.
Patrona delle donne in generale, la santa era invocata come protettrice delle partorienti e dei bambini, dei fabbri e dei poeti, per i quali era divina ispiratrice. Proteggeva il bestiame e le attività pastorali; forniva il latte e i suoi derivati, e con essi donava il nutrimento della Madre primigenia, che sfama il corpo e l’Anima.
Molti luoghi di culto erano soprattutto i pozzi e le fonti, perché Brigida era la divina curatrice che operava con le acque sorgenti guarigioni miracolose, e spesso si trovavano accanto alle querce o ad altri alberi sacri, ai quali era usanza lasciare delle offerte o appendere dei nastri colorati.
Giunti nei pressi di questi luoghi, i devoti solevano ripetere: “Santa Brigida, proteggici nel nostro viaggio”.
Occorre, tuttavia, precisare che non vi è comunque alcuna certezza sulla reale esistenza di questa santa.
Così come il nome di Patrizio si pensa che fosse solamente un “titolo”, riferito ai portatori del suo culto, così anche Brigida potrebbe essere il nome dato alle conservatrici dell’antico ordine legato alla Natura e alla femminilità divina, o alla badessa di tale ordine che, essendo la più importante, personificava la santa stessa.
Tuttavia è certamente vero che esistette una misteriosa figura che fece edificare l’abbazia femminile di Kildare, dedicata e consacrata a Brigida, e tale figura fu indubbiamente una donna.
Naturalmente il Cristianesimo celtico di santa Brigida, con le sue usanze e tradizioni di provenienza pre-cristiana, non era ben visto dai religiosi che seguivano quello “illibato” di Roma, simboleggiato da San Patrizio. Ma nonostante questo i due diversi ordini convissero a lungo, rispettandosi a vicenda.
La fiamma perenne di Brigida continuò ad ardere per molto tempo, rappresentando l’ultimo fuoco sacro che bruciò costantemente, dai tempi antichi sino ad oggi.
Nonostante molti cercarono di estinguerla definitivamente, essa fu sempre riaccesa, e la sua luce giunse ogni volta a toccare i cuori di coloro che non avevano mai voluto dimenticare le proprie arcaiche radici.

(liberamente tratto da Violet, “L'antico Cristianesimo Celtico: S. Brigida di Kildare e la Sacra Fiamma”, in www.iltempiodellaninfa.net)

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Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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