Creato da benedicaria il 16/09/2012

Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi di Novembre 2013

BENEDIZIONE E CELEBRAZIONE DELLA CORONA DI AVVENTO

Benedizione e Celebrazione della Corona di Avvento

Con il rito della benedizione della Corona di Avvento, noi prendiamo coscienza del dono che Dio ci fa di vivere l’Avvento, lo benediciamo per aver suscitato in noi il desiderio di prepararci alla venuta del suo Figlio, mettendoci alla scuola dei profeti, dei pastori, degli angeli, di Maria, di tutti coloro che, allora e oggi, sono in attesa della vera luce che illumina ogni uomo.

La benedizione della corona di Avvento si fa la sera che precede la prima domenica di Avvento. La benedizione può essere fatta anche in casa dal capo famiglia o da un altro membro della famiglia.

Introduzione

Innalziamo il nostro cuore ed i nostri occhi  a Colui che era, che è e che viene. Iniziamo oggi il cammino dell'Avvento: la notte è avanzata, il giorno è vicino: viene a visitarci dall'alto Cristo Signore, la Luce vera che illumina ogni uomo, il Sole che disperde le tenebre, lo splendore del Padre, che non conosce tramonto. Per la grazia della sua venuta, anche noi, che un tempo eravamo tenebra, siamo luce nel Signore e possiamo camminare incontro a Lui  con lampade accese. In questo tempo santo, celebriamo il Padre con il Figlio nello Spirito Santo in comunione con tutta la Chiesa.

Dal Vangelo secondo Luca (1,78-79)

Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace.

Intercessioni

Cristo è venuto a portarci la salvezza e la promessa di ritornare alla fine dei tempi. Preghiamo perché possiamo essere sempre pronti ad accoglierlo.

R. Vieni Signore Gesù.

Affinchè possiamo aprire i nostri cuori all’amore di Dio. Preghiamo

Affinchè la luce di Cristo allontani le tenebre del peccato. Preghiamo

Affinchè il ricordo di questa corona d’avvento ci prepari alla venuta di Cristo. Preghiamo

Affinchè la celebrazione del Natale riempia i nostri cuori di pace e gioia e ci prepari a seguire Cristo. Preghiamo

Animati dal desiderio della venuta del Signore diciamo insieme:

Padre nostro…

Benedizione

Dio eterno, Padre della luce, tu non ci lasci mai soli nel nostro anelito di vita e di gioia. All’inizio di questo tempo di Avvento noi guardiamo a te, e in te riponiamo tutta la nostra speranza. La fiamma luminosa di questa corona dell’Avvento ci aiuti ad attendere vigilanti Cristo Signore, sole di giustizia e fulgore inestinguibile; la sua luce che aumenta ci spinga a crescere sempre più nell’amore. Fa’ che la memoria gioiosa della nascita del Salvatore, susciti in noi il desiderio di gustare, ora e sempre, la sua presenza gloriosa, piena di grazia e di verità. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

(Aspergere con acqua benedetta la Corona di Avvento)

Oppure:

Ti diciamo il nostro grazie, o Padre, perché iniziare la nostra preparazione al Natale. Ti benediciamo per la luce Che già brilla nei nostri cuori e che tu vuoi far crescere sempre più. Davanti a questa corona di Avvento, noi ti preghiamo: fa che giorno dopo giorno riconosciamo in Gesù la luce che trionfa sulla morte, l’amore che sgela i cuori. Il Natale che viene ci trovi tutti inondati di luce, pieni di vita e di amore, pronti ad accogliere colui che viene da te e con te e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

(Aspergere con acqua benedetta la Corona di Avvento)


PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

Oggi è la prima domenica di Avvento; questa prima candela che accendiamo è quella del profeta che invita alla speranza.

Dal libro del profeta Isaia (65,1.16.17.25)

Dice il Signore: “Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava”. Dissi: “Eccomi, eccomi” a gente che non invocava il mio nome. “Saranno dimenticate le tribolazioni antiche, saranno occultate ai miei occhi. Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente. Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il mio santo monte”.

Esortazione

Accendiamo, Signore, questa luce, come chi accende la sua lampada per uscire, nella notte,  incontro all’amico che viene. In questa prima settimana di Avvento vogliamo alzarci per aspettarti preparati, per riceverti con gioia. Molte ombre ci avvolgono. Molte lusinghe ci addormentano. Vogliamo rimanere svegli e vigilanti, perché tu ci porti la luce più chiara, la pace più profonda, la gioia più vera. Vieni, Signore Gesù! Vieni, Signore Gesù!

(si accende la prima candela)

Preghiera

Vieni, Luce vera, tu che illumini ogni uomo. Rischiara le nostre tenebre e non avremo più paura perché tu, Gesù, sei luce alla nostra strada. Donaci di portare la tua luce Ai nostri fratelli. Amen.

Oppure:

Preghiera

O Dio di speranza, Emmanuele “Dio con noi”, siamo qui riuniti insieme per pregare: accendi la tua luce nei nostri cuori. Aiutaci a essere pronti per il giorno e l’ora in cui tu, Gesù, farai ritorno a noi. Metti la tua vita in noi e aiutaci a vivere con te e in te. Trasformaci con la potenza dello Spirito Santo, perché con questa nostra preghiera e con questo tempo di preparazione crediamo sempre più in te sicuri che tu verrai ora e nei secoli dei secoli. Amen

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

Oggi è la seconda domenica dell’Avvento, domenica della chiamata di tutti a Betlemme. Accendiamo la candela di Betlemme, la città verso la quale tutti siamo invitati ad andare perché lì troviamo Gesù, il nostro Salvatore.

Dal libro del profeta Isaia (60,1-5)

Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore.

Esortazione

I profeti tenevano accesa la speranza di Israele. Noi, come simbolo, accediamo questa seconda candela. Il vecchio tronco sta germogliando, fiorisce il deserto… L’umanità intera trasale perché Dio é nato nella nostra carne. Fa’ che ognuno di noi, Signore, ti apra la sua vita perché germogli,  perché fiorisca, perché nasca e si mantenga accesa nel nostro cuore la speranza. Vieni presto, Signore! Vieni, o Salvatore!

(si accende la seconda candela)

Preghiera

Vieni, Luce vera, tu che illumini ogni uomo. Rischiara le nostre tenebre E non avremo più paura Perché tu, Gesù, sei luce alla nostra strada. Donaci di portare la tua luce Ai nostri fratelli. Amen.

Oppure:

Preghiera

O Dio della nostra salvezza, Emmanuele “Dio con noi”, siamo qui riuniti per pregare: accendi la tua luce nei nostri cuori. Aiutaci a essere pronti per il giorno e l’ora in cui tu, Gesù, farai ritorno. In questi giorni che ci separano dal Natale metti nei nostri cuori il desiderio di camminare alla tua luce per arrivare preparati al tuo Natale, disponibili a ricevere la tua salvezza. Gradisci la nostra preghiera e benedici noi e tutte le persone care perché diventiamo figli della tua luce. Amen.

TERZA DOMENICA DI AVVENTO

Oggi è la terza domenica dell’Avvento, la domenica della gioia. Accendiamo la candela dei pastori che per primi hanno ricevuto la notizia del Natale, una notizia che li ha fatti molto felici.

Dal libro del profeta Isaia (35,1-5.8-10)

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi". Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i redenti.  Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

Esortazione

Nelle tenebre si è accesa una luce, nel deserto si è levata una voce. E’ annunciata la buona notizia:  il Signore viene! Preparate le sue vie, perché ormai è vicino. Ornate la vostra anima come una sposa si adorna nel giorno delle nozze. E’ arrivato il messaggero. Giovanni Battista non è la luce, ma uno che annuncia la luce. Mentre accendiamo la terza candela ognuno di noi vuole essere tua torcia che brilla, fiamma che riscalda. Vieni, Signore, a salvarci, avvolgici nella tua luce, riscaldaci nel tuo amore!

(si accende la terza candela)

Preghiera

Vieni, Luce vera, tu che illumini ogni uomo. Rischiara le nostre tenebre E non avremo più paura Perché tu, Gesù, sei luce alla nostra strada. Donaci di portare la tua luce Ai nostri fratelli. Amen.

Oppure:

Preghiera

O Dio della gioia, Emmanuele “Dio con noi”, siamo qui riuniti insieme per pregare: manda la tua luce nei nostri cuori. Aiutaci a essere pronti per il giorno e l’ora in cui, Gesù, farai ritorno. Fa che il nostro cuore e la nostra mente vedano le cose che hai compiuto e che hai promesso di compiere, perché siamo liberi da ogni paura e pieni della tua gioia. Dacci la forza di fare sempre la tua volontà e benedici noi e tutti gli uomini che sono alla ricerca della felicità. Amen.

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO

Oggi è la quarta domenica dell’Avvento, la domenica dell’amore di Dio. Accendiamo la candela degli angeli: hanno portato la notizia che Dio voleva bene a tutti gli uomini e per questo aveva deciso di nascere tra di noi.

Dal Vangelo secondo Luca (2, 12-14)

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".

Esortazione

Accendendo questa quarta candela, nell’ultima domenica,  pensiamo a Lei, la Vergine, tua e nostra madre. Nessuno ti attese con maggiore ansia, con maggiore tenerezza, con più amore. Nessuno ti accolse con più gioia. Tu sbocciasti in Essa, come il chicco di grano germoglia nel solco. Nelle sue braccia trovasti la culla più bella. Anche noi vogliamo prepararci così: nella fede, nell’amore, nel lavoro di ogni giorno. Vieni presto, Signore! Vieni a salvarci!

(si accende la quarta candela)

Preghiera

Vieni, Luce vera, tu che illumini ogni uomo. Rischiara le nostre tenebre E non avremo più paura Perché tu, Gesù, sei luce alla nostra strada. Donaci di portare la tua luce Ai nostri fratelli. Amen.

Oppure:

Preghiera

Dio d’amore, Emmanuele “Dio con noi”, ti preghiamo ancora una volta: manda la tua luce nei nostri cuori. Preparaci al grande giorno della tua venuta. Donaci di rimanere in te; il tuo grande amore riempia tutto il nostro essere intero. Rendici capaci di mostrare questo amore al mondo intero, oggi e sempre. Amen.

(Bibliografia: La Corona di Avvento. Attualità di una Tradizione natalizia, di Gianfranco Venturi. Ed. Messaggero Padova)

 
 
 

LA CORONA O GHIRLANDA D'AVVENTO

La Corona o Ghirlanda d'Avvento

La Corona d'Avvento (da “Adventus”, che significava venuta della divinità) affonda le sue radici nelle tradizioni e nei riti pagani germanici e celtiche che si celebravano nel mese di dicembre per festeggiare Yule, che significa “ruota”: Una data che segna il punto definitivo nella Ruota dell’Anno nel Solstizio d’Inverno, simboleggiata dalla ghirlanda fatta con vischio e rami di abete, addobbata con nastri colorati e luci. Rappresenta quindi, la ruota che sempre gira, il cerchio senza fine che ogni volta si compie. la Grande Madre da vita al Sole Bambino “Sol Indiges” (Sole nativo o Sole invocato), o meglio ancora, al “Sol Invictus” (Sole invitto o Sole vittorioso) che squarcia le tenebre dell’inverno e porta con se speranza e la promessa dell'estate. La Grande Madre lo porta nel suo giovane grembo, grembo che ha dato la vita a tutte le cose come Madre della Natura che gira la ruota ancora una volta.

Il simbolismo pagano della ghirlanda si inserisce bene nella mistagogia cristiana della natività di Cristo, ma lo trascende: la luce, il calore, la vita che si desiderano non sono più quelle che provengono dal sole, ma da Cristo; la vittoria che si vuole celebrare è quella di Cristo sulle tenebre e sulla morte. Ma la tradizione di abbellire una ghirlanda nel tempo liturgico di avvento è un’usanza abbastanza recente nata nel XIX secolo nella città di Amburgo dall’idea di un giovane pastore della chiesa evangelica Johann Hinrich Wichern (1808-1881). La versione originale della Corona di Avvento prevedeva la presenza di un maggior numero di candele, una candela per ciascun giorno dell'Avvento. Presto divenne simbolo dell'Avvento nelle case dei cristiani dei paesi europei di cultura anglosassone, tra i protestanti e i cattolici; successivamente fu impiantato anche in America.

Molte chiese cattoliche, con l’inizio dell’Avvento, cominciarono ad avere una corona, posta al centro o presso l’ambone, e le ventiquattro candele iniziali, si ridussero a quattro, come i quattro elementi: terra, aria, acqua, fuoco; le quattro parti del mondo: oriente, occidente, meridione, settentrione; le quattro stagioni: autunno, inverno, primavera, estate; le quattro età dell’uomo: infanzia, adolescenza, gioventù, vecchiaia; e per rappresentare liturgicamente le domeniche di Avvento (che nel rito ambrosiano sono sei) in attesa del Natale.

Liturgicamente le candele sono tre di colore viola e una quarta rosa: viola per indicare la penitenza e la conversione a Dio, rosa in segno di gioia per l’imminente nascita di Gesù; quella rosa è accesa la terza domenica di Avvento, detta appunto “Gaudente” (Rallegratevi). In Svezia sono tutte di colore bianco; in Austria hanno colori diversi: viola, rosso o verde, rosa, bianco o giallo.

Ognuna di esse ha una denominazione ed un significato peculiari:

- La prima candela, (colore viola) quella che si accende la prima domenica di Avvento, si chiama Candela del Profeta ed è la candela della speranza. Ci ricorda che molti secoli prima della nascita di Gesù ci furono uomini saggi, chiamati profeti, che predissero la sua venuta al mondo. Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe nato a Betlemme.

- La seconda candela, (colore rosso o verde) chiamata Candela di Betlemme: candela della chiamata universale alla salvezza; ci ricorda la piccola città in cui nacque il Salvatore.

- La terza candela (colore rosa) è chiamata la Candela dei pastori, candela della gioia, perché furono i pastori ad adorare il santo Bambino e a diffondere la lieta notizia.

- La quarta candela (colore bianco o giallo) è al Candela degli Angeli per onorare gli Angeli e la notizia che portarono agli uomini in quella notte meravigliosa.

Esiste l'usanza di mettere al centro della Corona d'Avvento anche una quinta candela di colore bianca o dorata, che si accenderà la Notte di Natale a simboleggiare la natività di Gesù Cristo!

 

LA STORIA DELLE QUATTRO CANDELE D'AVVENTO...

In una stanza silenziosa c'erano quattro candele accese. La prima si lamentava: «Io sono la pace. Ma gli uomini preferiscono la guerra: non mi resta che lasciarmi spegnere». E così accadde. La seconda disse: «Io sono la fede. Ma gli uomini preferiscono le favole: non mi resta che lasciarmi spegnere». E così accadde. La terza candela confessò: «Io sono l'amore. Ma gli uomini sono cattivi e incapaci di amare: non mi resta che lasciarmi spegnere». All'improvviso nella stanza comparve un bambino che, piangendo, disse: «Ho paura del buio». Allora la quarta candela disse: «Non piangere. Io resterò accesa e ti permetterò di riaccendere con la mia luce le altre candele: io sono la speranza». In questo racconto al centro c'è un bambino, come il neonato Gesù del testo evangelico (Luca 2, 22-40): è lui a far sfavillare nuovamente le candele spente. Sì, perché sulla storia le tenebre si allargano spegnendo le luci della pace, dono sempre sospirato, della fede che allarga gli orizzonti e dell'amore che riscalda la vita. Rimane l'ultimo filo di luce, quello della candela della speranza. Ad essa si rivolge il bambino per riportare in vita la pace, la fede e l'amore.

(Bibliografia: La Corona di Avvento. Attualità di una Tradizione Natalizia, di Gianfranco Venturi. Ed. Messaggero Padova)

 
 
 

Si misero in cammino gli alberi: escursione al Bosco della Ficuzza

Post n°63 pubblicato il 26 Novembre 2013 da benedicaria
 

Ogni foresta che si rispetti deve avere le sue leggende. Deve parlarci di gnomi ed elfi o almeno di briganti. Anche il bosco della Ficuzza (un'area naturale protetta della Sicilia) non si sottrae a questa regola e da decenni si tramanda la leggenda di una grotta, ai piedi di Rocca Busambra, che custodisce un immenso tesoro. A corredo della leggenda, una nenia antica recita: "Ficu Ficuzza ricca ti lassu setti varrili d' oru e un crucifissu".

Si misero in cammino gli alberi: scursione al Bosco della Ficuzza

"Ciò che io so della Scienza divina e delle Sacre Scritture l'ho imparato nei boschi e nei campi. I miei maestri sono stati i faggi e le querce, non ne ho avuti altri. Tu imparerai più nei boschi che nei libri. Alberi e pietre ti insegneranno più di quanto tu possa acquisire dalla bocca di un maestro." (San Bernardo di Chiaravalle)

IL CERCHIO "MAGICO", l'Abbraccio materno di Dio

Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di bontà infinita, per i grandi segni del tuo amore e per la tua  compassione verso ogni creatura.
Tu hai creato tutte le cose, le hai giudicate tutte belle e buone, poiché il tuo Spirito è in tutte le cose e tutte sono tue, o amante della vita.
Noi riconosciamo la tua gloria negli immensi spazi stellari del cosmo e nel più piccolo seme di vita che spunta nel Grembo della Madre Terra.

Sii benedetto per l’Aria che ci fa vivere,
sii benedetto per la Terra che ci nutre,
sii benedetto per l’Acqua che ci disseta,
sii benedetto per il Fuoco che ci riscalda.

Tu hai voluto l’uomo quale custode del creato, vuoi che egli regni con rispetto e amore su tutte le creature, a lui doni gli animali come aiuto e compagnia, fai vivere piante e fiori per il suo sostentamento e la sua gioia. Fatti voce di ogni gemito e di ogni grido, fatti voce di ogni creatura animata e inanimata, a te, Signore e Creatore, Padre e Madre, rendiamo gloria e da te attendiamo la trasfigurazione di tutto ciò che hai creato. Amen.

Dal libro dei Giudici (9,6-15)

In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem. Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo: “Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo: “Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico: “Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico: “Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite: “Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite: “Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo: “Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi: “Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano”».

RIFLESSIONE

Gli alberi racconta Iotam vogliono crearsi un re. Per farlo re cercano un albero di grandi qualità, di grandi capacità, perché occorre che il re sia il migliore di tutti. Si rivolgono quindi all'ulivo, che produce l'olio, derrata tanto preziosa, l'olio che nutre, l'olio che serve per preparare rimedi, per preparare profumi, l'olio che può anche dare una fiamma che illumina. Ma l'ulivo rifiuta di diventare re. Si rivolgono al fico, il cui frutto è così squisito; il fico rifiuta. Si rivolgono alla vite: "Vieni, regna su di noi!", ma anche la vite rifiuta. Perché? Perché tutti questi alberi hanno un concetto bassissimo del compito di un re: dicono che il re "si agita al di sopra degli alberi". L'ulivo risponde: "Rinunzierò forse al mio olio, grazie al quale si onorano dei e uomini e andrò ad agitarmi sugli alberi?". Così viene descritta la funzione del re, la posizione del re: agitarsi al di sopra degli altri. E il fico: "Rinunzierò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito e andrò ad agitarmi sugli alberi?". E una grande lezione di umiltà per gli ambiziosi che aspirano al potere per essere al di sopra degli altri. La vera grandezza consiste nel servire umilmente, per amore. È la grandezza di Cristo, che non ritenne come un privilegio da conservare la sua uguaglianza con Dio, ma umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2, 8ss.). Come Alberto che da la Vita in riscatto di tutti!

INTERCESSIONE

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Romani 8,19-23)

- Dio, creatore dell’universo e di tutto ciò che vive e respira, provvedi il cibo a ogni essere vivente, affinché ogni creatura ti renda grazie.

- Dio, Signore del mondo e della storia, ispiraci un rapporto armonioso e pacifico con le creature, perché tu ci hai affidato le opere delle tue mani.

- Dio, Padre e Madre, che regni su tutto l’universo, liberaci dalla tentazione dello sfruttamento della terra, affinché riconosciamo la dignità e il limite della nostra condizione.

- Dio, salvatore di tutto e di tutti, invia il tuo Spirito di timore e di sapienza, perché ci insegni a preservare la creazione da ogni inquinamento.

- Dio che continui a vivificare la Madre Terra, benedici il lavoro dell’uomo e i frutti della terra, affinché possiamo condividere l’abbondanza dei tuoi beni.

- Dio che in Cristo ricapitoli e trasfiguri ogni cosa, benedici e sostieni tutti i cultori della bellezza, quanti lavorano per la riconciliazione tra l’uomo e la Madre Terra.

Padre nostro…

PREGHIERA

Nostro Dio e Signore, che avvolgi la terra con la tua protezione, salva tutte le creature da ciò che minaccia la loro vita e la loro bellezza, affinché possano partecipare alla redenzione di tutto l’universo, quando avverrà la manifestazione dei figli di Dio e tuo Figlio verrà nella gloria. Egli vive e regna ora e nei secoli dei secoli. Amen.

 
 
 

Pellegrinaggio ai Megaliti di Argimusco: la Stonehenge siciliana

Post n°62 pubblicato il 26 Novembre 2013 da benedicaria
 

Pellegrinaggio ai Megaliti di Argimusco: la Stonehenge siciliana

Pochi sono i luoghi sul nostro pianeta dove le potenti forze della Natura si concentrano per creare un’atmosfera così magica ed ancestrale da far quasi dimenticare di stare sulla mortale Terra e di assaporare invece la sublimità dei campi elisi. L’area megalitica dell’Argimusco sembra esser uno di questi.
Essa si estende su un vasto altipiano, al centro del territorio abacenino, laddove l’asprezza dei Peloritani lascia spazio alla dolcezza dei Nebrodi.
Situate nei pressi del borgo di Montalbano Elicona e della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta, le Rocche dell’Argimusco rappresentano uno dei rari esempi di complessi megalitici naturali dell’intera Italia meridionale. In questo sito naturalistico, conosciuto ancora da pochi, regnano incontrastate pietre millenarie avvolte da un silenzio che è spezzato solo dai suoni degli armenti e dall’ululato del vento.
Ed è proprio l’azione degli agenti atmosferici, principalmente il vento e l’acqua, che ha modellato le enormi rocce, creando megaliti dalle particolari figure antropomorfe e zoomorfe. In seguito l’uomo scoprì questo luogo senza tempo, iniziando a frequentarlo, a contemplarlo ed a utilizzarlo. Tra gli svariati motivi di utilizzo uno tra tutti acquisì ben presto primaria importanza: l’osservazione del cielo. Così le rocce megalitiche e l’intero paesaggio furono scelti per praticare l’astronomia, per decifrare i movimenti degli astri, giungendo a scoprire l’alternarsi delle stagioni e fissare le basi per un pratico e utile calendario. Ciò è accaduto migliaia di anni fa in diversi luoghi della Terra.
E sembra che ciò avvenisse proprio all’Argimusco, un pianoro dove si svolgevano riti sacri, dove la terra si unisce al cielo formando il paesaggio sacro per eccellenza. Questo luogo atavico ben presto diventò un osservatorio astronomico naturale, e molte delle pietre in esso presenti furono lavorate per fini precisi. E così ancora una volta la Sicilia, crocevia di popoli e viaggiatori, e straordinario contenitore di tradizioni provenienti da civiltà diverse, sembra possedere anche un sito molto importante di età megalitica. Un luogo che da molti è stato già definito come la ‘Stonehenge siciliana’.

Il Cerchio, l’abbraccio Materno di Dio

Lasciamoci avvolgere dall’abbraccio di Dio che nella Natura si manifesta come Madre. Tracciamo il Cerchio, simbolo delle sue "viscere materne" e segniamo con le candele le Quattro Parti del Mondo: l’Est “Oriente”, l’Ovest “Occidente”, il Sud “Meridione”, il Nord “Settentrione”. I Quattro Elementi che costituiscono il Grande e il Micro-Cosmo: la Terra, l’Aria, l’Acqua e il Fuoco.

Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di bontà infinita, per i grandi segni del tuo amore e per la tua  compassione verso ogni creatura.
Tu hai creato tutte le cose, le hai giudicate tutte belle e buone, poiché il tuo Spirito è in tutte le cose e tutte sono tue, o amante della vita.

Noi riconosciamo la tua gloria negli immensi spazi stellari del cosmo e nel più piccolo seme di vita che spunta nel Grembo della Madre Terra.

Sii benedetto per l’Aria che ci fa vivere,
sii benedetto per la Terra che ci nutre,
sii benedetto per l’Acqua che ci disseta,
sii benedetto per il Fuoco che ci riscalda.

Tu hai voluto l’uomo quale custode del creato, vuoi che egli regni con rispetto e amore su tutte le creature, a lui doni gli animali come aiuto e compagnia, fai vivere piante e fiori per il suo sostentamento e la sua gioia.
Fatti voce di ogni gemito e di ogni grido, fatti voce di ogni creatura animata e inanimata, a te, Signore e Creatore, Padre e Madre, rendiamo gloria e da te attendiamo la trasfigurazione di tutto ciò che hai creato. Amen. 

Pellegrinaggio ai Megaliti di Argimusco: la Stonehenge siciliana 2

Dal libro della Genesi (28, 10-22a)

In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio».

RESPONSORIO cf. Gen 28,13.15.16

Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco.
La terra sulla quale ti sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. Il Signore è in questo luogo.
Ecco io sono con te e ti proteggerò ovunque tu andrai.
Il Signore è in questo luogo.

Pellegrinaggio ai Megaliti di Argimusco: la Stonehenge siciliana 3

SALMO 90 - Beato chi si pone sotto la protezione dell'Altissimo

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, di' al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio.

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte, né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire.

Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi. Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede.

Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi. Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.

Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza.

LA VERGINE ORANTE: Alla Madre di Dio, pietra staccata dal monte

"Come Giacobbe vide la scala unire insieme terra e cielo e su di essa gli angeli che andavano su e giù e colui che è veramente il forte e l'invincibile lottare con lui simbolicamente, così anche tu, Vergine, Madre di Dio, divenuta mediatrice e scala per la discesa verso di noi di quel Dio che ha assunto la debolezza della nostra sostanza, abbracciandola e unendola intimamente a sé e ha fatto dell'uomo uno spirito che vede Dio, hai riunito ciò che era diviso". (San Giovanni Damasceno)

RESPONSORIO

Ave, o scala celeste, da cui scese l’Eterno; ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
Ave, per te il paradiso si apre e i redenti trovano la patria.
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.

PREGHIERA

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

Pellegrinaggio ai Megaliti di Argimusco: la Stonehenge siciliana 4

INTERCESSIONE

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Romani 8,19-23)

Signore Dio, noi ti lodiamo per la creazione intera:
donale la liberazione che attende con impazienza.

Signore Dio, noi ti lodiamo per la terra nostra madre:
insegnaci a custodirla, rispettarla e contemplarla.

Signore Dio, noi ti lodiamo per tutte le piante:
ricordaci di avere cura di loro con amore e intelligenza.

Signore Dio, noi ti lodiamo per tutti gli animali:
ispiraci sentimenti di bontà e di solidarietà verso di loro.

Signore Dio, noi ti lodiamo per tutte le creature inanimate:
insegnaci a sentirci in comunione con loro fino a farci loro voce.

Signore Dio, noi ti lodiamo per tutta l’umanità da te creata:
aiutaci ad abitare la terra nella solidarietà e nella condivisione.

PADRE NOSTRO

Signore, tu trasfigurerai il cielo e la terra
unisci la nostra preghiera al gemito della creazione:

Padre nostro…

ORAZIONE

Nostro Dio e Signore, che avvolgi la terra con la tua protezione, salva tutte le creature da ciò che minaccia la loro vita e la loro bellezza, affinché possano partecipare alla redenzione di tutto l’universo, quando avverrà la manifestazione dei figli di Dio e tuo Figlio verrà nella gloria. Egli vive e regna ora e nei secoli dei secoli. Amen.

BENEDIZIONE

Il Signore Gesù Cristo, in virtù del potere che ha di sottomettere tutte le cose, trasfiguri il nostro corpo di miseria per conformarlo al suo corpo di gloria. Amen.

 
 
 

Il Cerchio “magico”: l’abbraccio Materno di Dio

Il Cerchio "magico": l'abbraccio Materno di Dio

Secondo un antico testo, persino Dio avrebbe la forma di un Cerchio, il cui centro è dappertutto ma la circonferenza in nessun luogo. Il Cerchio è il simbolo di pienezza ma anche di continuità e ciclicità. La forma del Cerchio è simbolo di armonia, di completezza e di perfezione. In questa prospettiva, il simbolo del Cerchio è stato anche identificato con Madre Terra, che come principio creatore che permette alla terra, al cielo e a tutto ciò che convive in essi, di manifestarsi e continuare ad esistere in modo armonico. Questo processo avviene all'interno di un Cerchio Sacro che ne delimita l'azione, una sorta di “ventre materno” dove avviene la trasformazione che anima il processo evolutivo universale. Alcuni autori hanno, in un certo senso, esagerato l’importanza del rituale necessario per tracciare il Cerchio seguendo dettami complicati. Il Cerchio è semplicemente l’Abbraccio Materno di Dio:

“Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.” (Salmo 138,5)

Tracciando il Cerchio, è come se entrassimo simbolicamente, all’interno delle "viscere materne" di Dio:

“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.” (Isaia 49, 15).

Il Cerchio è necessario solamente per delimitare sia fisicamente che spiritualmente lo Spazio Sacro. E’ un aiuto, certamente, ma non è la cosa più importante, perchè il vero luogo, lo Spazio Sacro è il nostro cuore, in cui incontriamo e facciamo esperienza dell’Amore Materno di Dio.

Tracciare il Cerchio è molto semplice: è sufficiente pensare ad un cerchio e tracciarlo, ruotando su se stessi, o camminando in circolo, partendo da Est (la vostra destra) verso Ovest (la vostra sinistra), quindi in senso orario. Può essere fatto semplicemente con un dito della mano, con del Sale, della Terra, delle Foglie, delle Pietre o delle candele poste a breve distanza tra di loro, in modo che formino un cerchio. O segnando solamente i Punti Cardinali (le Quattro Parti del Mondo) con i quattro simboli che rappresentino i Quattro Elementi che costituiscono il Macrocosmo e il Microcosmo.

Non dovrete pensare che, nel caso foste costretti ad uscire dal Cerchio succeda chissà quale catastrofe: semplicemente il vostro abbraccio “metafisico” all’interno del “ventre materno” di Dio svanirà e dovrete ricominciare daccapo, ma nessuna strana cosa vi potrà capitare.

ELEMENTO ARIA
Punto Cardinale: Est “Oriente” (dove sorge il sole)
Colore Candela: Giallo
Strumento: Incensiere – incenso

ELEMENTO FUOCO
Punto Cardinale: Sud “Meridione”
Colore Candela: Rosso
Strumento: Lampada – Candela - Fuoco

ELEMENTO ACQUA
Punto Cardinale: Ovest “Occidente” (dove tramonta il sole)
Colore Candela: Blu – Azzurro – Celeste
Strumento: Calice – Coppa – Acqua

ELEMENTO TERRA
Punto Cardinale: Nord “Settentrione”
Colore Candela: Verde – Marrone – Nero
Strumento: Sale – Terra

INVOCAZIONE PER IL CERCHIO

Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di bontà infinita, per i grandi segni del tuo amore e per la tua  compassione verso ogni creatura.
Tu hai creato tutte le cose, le hai giudicate tutte belle e buone, poiché il tuo Spirito è in tutte le cose e tutte sono tue, o amante della vita.

(tracciare il cerchio come suggerito)

Noi riconosciamo la tua gloria negli immensi spazi stellari del cosmo e nel più piccolo seme di vita che spunta nel Grembo della Madre Terra.

(posizionarsi sull’elemento scelto: Pietra – Strumento e/o accendere la candela del colore corrispondente già posizionata nel punto cardinale prima di ogni invocazione)

Posizionarsi a Est: Sii benedetto per l’Aria che ci fa vivere,
Posizionarsi a Sud: sii benedetto per il Fuoco che ci riscalda,
Posizionarsi a Ovest: sii benedetto per l’Acqua che ci disseta,
Posizionarsi a Nord: sii benedetto per la Terra che ci nutre.

Tu hai voluto l’uomo quale custode del creato, vuoi che egli regni con rispetto e amore su tutte le creature, a lui doni gli animali come aiuto e compagnia, fai vivere piante e fiori per il suo sostentamento e la sua gioia.
Fatti voce di ogni gemito e di ogni grido, fatti voce di ogni creatura animata e inanimata, a te, Signore e Creatore, Padre e Madre, rendiamo gloria e da te attendiamo la trasfigurazione di tutto ciò che hai creato. Amen.

(Liberamente tratto dalla "Preghiera dei Giorni" del Monastero di Bose – Edizioni Qiqajon)

 
 
 

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a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

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LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

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- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

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- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

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- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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