Creato da benedicaria il 16/09/2012

Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi di Febbraio 2014

Rosari in siciliano per invocare la pioggia

Rosari in siciliano per invocare la pioggia

Fino alla prima metà del secolo scorso e, con rare eccezioni, anche ai giorni nostri, quando i germogli delle spighe di grano rimasti senz'acqua rischiavano di essiccarsi mandando in rovina il raccolto, i contadini e le loro famiglie si recavano in processione dal centro abitato fino alla più vicina campagna. In alcuni luoghi, come a Vicari (in provincia di Palermo in Sicilia), le donne si scioglievano i capelli e li lasciavano scendere giù lungo le spalle in segno divinatorio, auspicando che l'acqua venisse giù dal cielo così come i loro capelli discendevano dalla testa verso i piedi.

I fedeli portavano in processione l'immagine o la statua delle divinità a cui rivolgevano la preghiera.

A Caltabellotta, in provincia di Agrigento, si portava in processione la statua del Crocifisso, dagli abitanti chiamato "Dio vivo". Due volte l'anno, secondo le testimonianze raccolte circa venticinque anni addietro, si celebravano due "Missi di grazia" (Messe per ottenere la grazia), una per far piovere e l'altra per fare smettere, quando pioveva nei periodi in cui l'acqua avrebbe potuto arrecare danno al raccolto.

Dopo la celebrazione della Santa Messa i fedeli portavano in processione il "Dio vivo", custodito nella chiesa dei Cappuccini e la statua della Madonna dei Miracoli, che si trovava nella chiesa di Sant'Agostino, fino al piano del "Giubilo" dove recitavano il Rosario per invocare la pioggia.

ROSARIO AL CROCIFISSO E ALLA MADONNA PER FAR PIOVERE

Posta 

In siciliano:

Cinque piaghe e cinque rose
Gesù Cristo ccà nni vosi
eni misu a l’agunia
Pi salvari l’arma mia.
Eni misu a li piccatura
Misericordia Signuri.


In italiano:

Cinque piaghe e cinque rose
Gesù Cristo qua ci volle
è messo in agonia
per salvare l’anima mia.
E’ messo al bando dai peccatori
misericordia Signore.


Grani

In siciliano:

E decimilia voti e ludamu
a Gesù lu crucifissu
e lodamulu di tutt’uri
‘n cruci muriu pi mostru amuri.

E jittamunni a li so peri
ca la grazia nni concedi
ed oi nun havi a curari
ca li grazii nn’havi a fari.


In italiano:

E diecimila volte e lodiamo
Gesù il crocifisso
e lodiamolo ogni ora
in croce morì per nostro amore.

E prostriamoci ai suoi piedi
che la grazia ci concede
ed oggi prima che sia sera
le grazie deve concederci.


SALVE REGINA DEL ROSARIO DELLA PIOGGIA

In siciliano:

Oh Virgini Maria cori di mari
chidda chi tanti grazii cuncedi
li genti vennu di vii luntani
e chiddi chi vannu ritornanu arreri.

E iemucci nuatri piccatura
iemucci scazi ‘nzinu a li so peri
‘na grazia siddu ni la cuncedi.

Ci dicu ca su’ sicchi li lavura
ca senza l’acqua nun ponnu fruttari
idda mi dissi vattinni sicura
ca è duviri lu meu ‘nzoccu è fari.

Vitti affacciari ‘na nevula scura
paria comu ‘na santa nta la vara
di dda purtava ventu e furtuna
ogni cunnuttu forma ‘na fiumara.

Ogni uomu chi lu senti s’arripara
biniditta Maria benigna e cara
Maria è la navi di lu nostru Signuri
viniti tutti cu voli ‘mbarcari.

Maria è la navi di lu nostru Signuri
ca voli essiri amata e voli amari
ca eni misa all’altaru maggiuri
tuttu lu jornu prega a lu Signuri.

Tuttu lu jornu prega a lu Signuri:
tutti st’armuzzi mi l’ha pirdunari.
Vi li perdugnu vi dugnu aiutu
ca tuttu l’annu s’hannu cunfissatu.

Lu Signuruzzu ca tuttu talìa
ni prova tanta cunsulazioni
iemu cantannu pi strata e pi via
viva lu cori di mari, Virgini Maria.


In italiano:

Oh Vergine Maria cuore di mare
quella che tante grazie concede
le persone vengono da vie lontane
e quelli che vanno ritornano di nuovo.

E andiamoci noi peccatori
andiamo scalzi fino ai suoi piedi
una grazia veniamo a chiedere
una grazia se ce la concede.

Le dico che sono secche le spighe di grano
che senza acqua non possono dar frutto
lei mi dice vattene sicura
è compito mio ciò che devo fare.

Vidi spuntare una nuvola scura
sembrava come una santa sulla portantina
aa lì portava vento e fortuna
ogni condotto forma una fiumara.

Ogni uomo che lo sente si ripara
benedetta Maria benigna e cara
Maria è la nave del nostro Signore
venite tutti chi vuole imbarcare.

Maria è la nave del nostro Signore
che vuole essere amata e vuole amare
che è messa all’altare maggiore
tutto il giorno prega il Signore.

Tutto il giorno prega il Signore:
tutte queste anime le devi perdonare.
Ve li perdono e vi aiuto
poiché tutto l’anno si sono confessati.

Il Signore che tutto scruta
prova tanta consolazione
andiamo cantando per strada e per via
viva il cuore di mare, Vergine Maria.

 

ROSARIO A SAN GIORGIO E SAN LEONARDO PER FAR PIOVERE

La credenza prevede che le donne, dopo essersi sciolte i capelli fino a coprire i loro volti, si recassero nella Chiesa Madonna delle Grazie dalla quale partivano in processione, cantando per le vie del paese a San Giorgio e San Leonardo, fino ad arrivare alla campagna più vicina.

Posta   

In siciliano:

Signuruzzu*: chiuviti chiuviti
ca i lavuredda su’ morti di siti
e mannàtini una bona
senza lampi e senza trona.


(*Signuruzzu: forma vezzeggiativa di Signore, riservata per indicare univocamente Gesù Cristo)

In italiano:

Buon Signore: fate piovere, fate piovere
che le viscere
(o germogli di grano) sono morte di sete
e mandateci una buona
[pioggia]
senza lampi e senza tuoni.


Seconda versione

Posta   

In siciliano:

Signuruzzu chiuviti chiuviti
ca l’arbulicchi su morti di siti.
Mannatinni una bona
senza lampi e senza trona.
Signuruzzu ’un nni castigati
ca lu panuzzu nni livati.
L’acqua di ncielu sazìa la terra
funti china di pietà.
Li nostri lacrimi posanu nterra
e Diu nni fa la carità.


In italiano:

Signore (buon Signore o piccolo Signore) fate che piova, fate che piova,
che gli alberelli sono assetati.
Mandatene (di pioggia) una buona
senza lampi e senza tuoni.
Signore (o piccolo Signore) non ci castigate
perchè il pane ci levate.
Signore (o piccolo Signore) che perdonate
quando l'acqua ci regalate.
L'acqua del cielo sazia la terra
fonte piena di pietà.
Le nostre lacrime si posano a terra
e Dio ci fa la caritá.


Terza versione

Posta  

In siciliano:

Signuruzzu chiuviti chiuviti
li lavuredda hannu la siti
e mannati una bona
senza lampi e senza tuona
ca si Vui nun la mannati
semu poviri e scunzulati.


In italiano:

Signore (buon Signore o piccolo Signore) fate piovere, fate piovere
che le viscere sono morte di sete
e mandateci una buona [pioggia]
senza lampi e senza tuoni
che se Voi non ce la mandate
siamo poveri e sconsolati.


Grani

In siciliano:

Santu Giorgiu e Santu Lè
preja a Gesu ed a Marè
chi l’acqua ni mannassi
e tuttu u munnu arrifriscassi.

E mannatini una bona
senza lampi e senza trona,
mannàtila cchiù prestu chi sia
avanti chi sona l’Avi Maria.


In italiano:

San Giorgio e San Le[onardo]
pregate Gesù e Maria
che ci mandino l’acqua
e tutto il mondo rinfreschi .

E mandatene una buona
[pioggia]
senza lampi e senza tuoni,
mandatela più presto possibile
prima che suoni l’Ave Maria.


ROSARIO A SANTA ROSALIA PER FAR PIOVERE

Posta  

In siciliano:

Signuruzzu chiuviti chiuviti
li lavuredda sunnu arsi di siti
mannatini una bona
senza lampi e senza trona.
Acqua di celu sazia la terra
inchi lu funti di la pietà.


In italiano:

Signore (buon Signore o piccolo Signore) fare piovere, fate piovere
che le viscere sono morte di sete
mandateci una buona [pioggia]
senza lampi e senza tuoni.
Acqua del cielo sazia la terra
riempie le fonti della pietà.


Grani

In siciliano:

Santa Rosalia,
acqua voli la tumminìa
e si Vui nun nni mannati
semu poviri e sfurtunati.
Lu celu è firmatu
cu li chiavi d’argentu
lu sacramentu l’acqua nni dà.


In italiano:

Santa Rosalia,
la campagna vuole acqua
e se Voi non ce la mandate
siamo poveri e sfortunati.
Il cielo è chiuso
con le chiavi d’argento
il sacramento l’acqua ci da.


Fonti:

- "A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani", di Sara Favarò. Ed. Città Aperta
-  Sito: Sicily Folk's!

 
 
 

GIORNO PAGANO DELLA MEMORIA

GIORNO PAGANO DELLA MEMORIA 2

24 febbraio: La Persecuzione subita dai Pagani da parte dei Cristiani

ANNIVERSARIO DELLO SPEGNIMENTO DEL FUOCO SACRO DI VESTA

«Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare» (Leonardo Sciascia)

Il 24 febbraio del 391 l’imperatore Teodosio promulgò una delle tante leggi da lui emanate contro il paganesimo. A quell’epoca, il cristianesimo era già divenuto religione di stato da 11 anni, ma l’imperatore dovette continuare a promulgare leggi per fermare le pratiche pagane. In questa data avviene un evento particolare, piuttosto importante: si stima che questo giorno venisse spento il fuoco sacro di Vesta, che bruciava a Roma ininterrottamente dalla sua fondazione e che ogni anno veniva rinnovato con un rito solenne. Il fuoco è ritenuto sacro da tutte le religioni “pagane” e quella romana non faceva eccezione; lo spegnimento del fuoco di Vesta in maniera così violenta segna l’inizio di un processo di conversione più o meno forzata dell’Europa, in cui lo spegnimento dei fuochi sacri, o l’abbattimento degli alberi sacri, delle pietre, o il rogo dei templi e delle statue, sono l’aspetto più evidente della repressione violenta di tali religioni antiche. Questo accade in tutta l’Europa per circa un millennio, e tutti coloro che non accettano il “Credo” del Concilio di Nicea e non seguono la religione cristiana vengono definiti: “dementi”, “ciechi”, ”detestabili”, ”disgustosi eretici”, e viene negato loro il diritto di riunirsi in luoghi di culto, condannati all’ira divina e dello Stato. I preti aizzano i cristiani alla distruzione dei luoghi di culto di altre Fedi. Famoso l’attacco dei cristiani contro il tempio di Demetra di Eleusi, in cui i cristiani cercarono di linciare gli Ierofanti Nestorio e Prisco. Nestorio, 95enne sacerdote di Demetra, pone fine alla celebrazione dei Misteri Eleusini e parla di caduta in un periodo di oscurità mentale del genere umano.

Lungo i secoli, questa oscurità mentale non finisce, e tra la fine del quattrocento e la prima metà del seicento, il cristianesimo inizia a dare la caccia alle streghe: donne (ma anche uomini) sospettate di compiere sortilegi, malefici, fatture, legamenti, o di intrattenere rapporti con forze oscure ed infernali per ricevere poteri per danneggiare l'uomo. Ma la stragrande maggioranza era invece composta da persone innocenti, di ogni età e condizione, spesso "levatrici" e guaritrici in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall'empirico sapere tradizionale delle guaritrici risultavano non meno efficaci e sicure di medicine e medici: e, d'altra parte, la popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi del ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici. Veniva considerata "strega" anche chi possedeva gatti neri, aveva i capelli rossi o un neo nell'iride dell'occhio (il cosiddetto "segno del diavolo"). Molte "streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a denunce anonime mosse anche da futili ragioni e in molti casi, perché sotto tortura, in cambio della riduzione dei tormenti.

Durante l'anno giubilare proclamato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000, 12 marzo in Piazza San Pietro si tenne la Giornata del Perdono, un atto penitenziale che non ha precedenti nella storia: sette cardinali lessero le "intenzioni" di preghiera relative alle colpe confessate dalla Chiesa.

Tra le “intenzioni”, è stata letta la “confessione delle colpe commesse contro i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e delle religioni e la dignità della donna”.

Per preparare l'evento era stato redatto dalla Commissione Teologica Internazionale il documento: “Memoria e Riconciliazione: La Chiesa e le colpe del passato”.

Prendendo liberamente spunto e ispirazione dalla Celebrazione della “Giornata del Perdono”, coloro che praticano la Benedicaria (“l’Arte di Benedire”), la Tradizione della “magia” popolare delle campagne (nel senso che deriva da dinamiche di villaggio arcaico “pagus”: villaggio), è nata questa piccola celebrazione, per chiedere perdono nel Giorno Pagano della Memoria:


Monizione iniziale

Supplichiamo con fiducia Dio nostro Padre,
misericordioso e compassionevole,
lento all'ira, grande nell'amore e nella fedeltà,
perché accolga il pentimento del suo popolo,
che confessa umilmente le proprie colpe,
e gli conceda la sua misericordia.


Il colore liturgico per questa celebrazione è il Viola, simbolo di penitenza (Quaresima), di attesa (Avvento), ed è utilizzato anche per le Esequie e per la Commemorazione dei Defunti. Inoltre, il colore Viola in alcune Tradizioni Neopagane dell’Antica Religione (in altre è il bianco o il nero), simboleggia lo “Spirito”, l’"Etere" l'”Akasha”, la “Quinta Essenza” dell'intero universo e senza di essa i suoi piani, fisico e spirituale, cesserebbero di esistere.

Può essere creato un Cerchio fatto di lavanda: nell'antica Roma, la lavanda era sacra alla dea Vesta e le Vestali se ne cingevano il capo in occasione dei riti. Lo stesso incenso da bruciare come “sacrificio di espiazione”, può essere misto a lavanda.

All’interno del Cerchio di lavanda viene acceso un fuoco in un piccolo braciere, o una lampada ad olio, o una candela bianca o viola. A simboleggiare non soltanto il ricordo dei “martiri” pagani, ma anche la riaccensione del “Fuoco Sacro” di Vesta, che come in tutte le Tradizioni Religiose, come quella greca, romana, ebraica e cristiana, simboleggia la “presenza” spirituale della Divinità!


Salmo 3

Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».
Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.

Oppure:

Salmo 53

Dio, per il tuo nome, salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca;
poiché sono insorti contro di me gli arroganti
e i prepotenti insidiano la mia vita,
davanti a sé non pongono Dio.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore mi sostiene.
Fa' ricadere il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà disperdili.
Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio,
Signore, loderò il tuo nome perché è buono;
da ogni angoscia mi hai liberato
e il mio occhio ha sfidato i miei nemici.

Dal vangelo secondo Matteo (25,31-40)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Oppure:

Dal libro della Sapienza (3,1-4.7-9)
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.

CONFESSIONE DEI PECCATI IN GENERALE

Invito

Preghiamo perché la nostra confessione e il nostro pentimento siano ispirati dallo Spirito Santo, il nostro dolore sia consapevole e profondo, e perché, considerando con umiltà le colpe del passato, in un'autentica «purificazione della memoria», ci impegniamo in un cammino di vera conversione.

(Preghiera in silenzio)

Preghiera

Signore Dio,
la tua Chiesa pellegrina,
sempre da te santificata nel sangue del tuo Figlio,
in ogni tempo annovera nel suo seno
membri che rifulgono per santità
ed altri che nella disobbedienza a te
contraddicono la fede professata e il santo Vangelo.
Tu, che resti fedele
anche quando noi diventiamo infedeli,
perdona le nostre colpe
e concedici di essere tra gli uomini
tuoi autentici testimoni.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison!

CONFESSIONE DELLE COLPE NEL SERVIZIO DELLA VERITÀ

Invito

Preghiamo perché ciascuno di noi, riconoscendo che anche uomini di Chiesa, in nome della fede e della morale, hanno talora fatto ricorso a metodi non evangelici nel pur doveroso impegno di difesa della verità, sappia imitare il Signore Gesù, mite e umile di cuore.

(Preghiera in silenzio)

Preghiera

Signore, Dio di tutti gli uomini,
in certe epoche della storia
i cristiani hanno talvolta accondisceso a metodi di intolleranza
e non hanno seguito il grande comandamento dell'amore,
deturpando così il volto della Chiesa, tua Sposa.
Abbi misericordia dei tuoi figli peccatori
e accogli il nostro proposito
di cercare e promuovere la verità nella dolcezza della carità,
ben sapendo che la verità
non si impone che in virtù della stessa verità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison!

CONFESSIONE DELLE COLPE COMMESSE CONTRO I DIRITTI DEI POPOLI, IL RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE RELIGIONI

Invito

Preghiamo perché nella contemplazione di Gesù, nostro Signore e nostra Pace, i cristiani sappiano pentirsi delle parole e dei comportamenti che a volte sono stati loro suggeriti dall'orgoglio, dall'odio, dalla volontà di dominio sugli altri, dall'inimicizia verso gli aderenti ad altre religioni dette “pagane”.

(Preghiera in silenzio)

Preghiera

Signore del mondo, Padre di tutti gli uomini,
attraverso tuo Figlio
tu ci hai chiesto di amare il nemico,
di fare del bene a quelli che ci odiano
e di pregare per i nostri persecutori.
Molte volte, però, i cristiani hanno sconfessato il Vangelo
e, cedendo alla logica della forza,
hanno violato i diritti di etnie e di popoli,
disprezzando le loro culture e le loro tradizioni religiose:
spegnendo i “fuochi sacri”, abbattendo “alberi e pietre sacre”,
demolendo templi e statue di divinità pagane.
Mostrati paziente e misericordioso con noi e perdonaci!
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison!

CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO FERITO LA DIGNITÀ DELLA DONNA

Invito

Preghiamo per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate, e riconosciamo le forme di acquiescenza di cui anche cristiani si sono resi colpevoli.

(Preghiera in silenzio)

Preghiera

Signore Dio, nostro Padre,
tu hai creato l'essere umano, l'uomo e la donna,
a tua immagine e somiglianza
nell'unità della famiglia umana;
a volte, tuttavia, l'uguaglianza dei tuoi figli non è stata riconosciuta,
ed i cristiani si sono resi colpevoli di atteggiamenti
di emarginazione e di esclusione,
acconsentendo la discriminazione delle donne
troppo spesso umiliate, emarginate, accusate di stregoneria e perseguitate;
torturate, uccise e bruciate al rogo
perché sospettate di intrattenere rapporti
con forze oscure ed infernali perché accusate di stregoneria.
Perdonaci e accordaci la grazia di guarire le ferite
ancora presenti nella tua comunità a causa del peccato,
in modo che tutti ci sentiamo tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison!

ORAZIONE CONCLUSIVA

O Padre misericordioso, tuo Figlio Gesù Cristo, giudice dei vivi e dei morti, nell'umiltà della prima venuta ha riscattato l'umanità dal peccato e nel suo glorioso ritorno chiederà conto di ogni colpa: ai nostri padri, ai nostri fratelli e a noi tuoi servi, che mossi dallo Spirito Santo ritorniamo a te pentiti con tutto il cuore, concedi la tua misericordia e la remissione dei peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Oppure:

Signore nostro Dio, in questo giorno che ricorda una delle tante infamie del cristianesimo, ti preghiamo che mai più abbiano a ripetersi simili mostruosità, e che la sofferenza e la persecuzione inflitta ai “pagani” e alle donne accusate di “stregoneria” per mano dei cristiani, sia per noi sempre di insegnamento, e che senza la compassione ogni legame con te è spezzato. Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Che il “Sacro Fuoco” simbolo universale della “presenza” divina, che unifica tutti i culti e tutte le religioni, spento lungo i secoli dall’ignoranza e dalla violenza dell’uomo, possa di nuovo ardere in ognuno di noi, per illuminarci e benedirci in virtù e purezza. Amen.

Fonti liberamente tratte da:

-    Giorno Pagano Europeo della Memoria:
www.giornopaganomemoria.it

-    Giornata del Perdono (12 marzo 2000): www.vatican.va

 
 
 

San Valentino nella tradizione popolare siciliana

Post n°98 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da benedicaria
 

San Valentino nella tradizione popolare siciliana

“San Valintinu: Lu zitu è vicinu”

In italiano:

“San Valentino: il fidanzato è vicino”

Questo proverbio, un tempo era molto in uso e caro alle fanciulle siciliane. Nei racconti di Giuseppe Pitrè (Palermo, 1841 – 1916; scrittore, letterato e antropologo italiano. Raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane) possiamo leggere:

“nel giorno di San Valentino, ogni zitella, che desidera conoscere se si mariterà, e quale sarà press’a poco la figura e l’età del futuro compagno, si affaccia alla finestra o sulla porta, una mezz’ora prima che spunti il sole. Se in quella mezz’ora non passerà nessuno, addio matrimonio! Se invece un uomo passerà, le nozze son certe; e dall’età e dalla fattezza del passeggero presagiscono l’età e i pregi personali del futuro marito“.

Nel tardo Medioevo, quando il 14 febbraio corrispondeva in realtà alla fine del mese a causa,del calendario giuliano che anticipa­va rispetto all'anno solare, nacquero alcuni proverbi annunciare l'ormai vicina primavera. In questo periodo, la temperatura si è un poco intiepidita, gli uccellini cominciano a cantare sugli alberi e ad accoppiarsi sicché si diceva che «Per San Valentin la lodola fa il ni­do» e «Per San Valentino la primavera sta vicino». E siccome già fioriscono le siepi nei luoghi più riparati dalla tramontana, si coniò anche il proverbio: «Per San Valentino fiorisce lo spino».

San Valentino fu un vescovo di Temi, martire a Roma nel 273 durante la persecuzione di Aureliano e sepolto nella sua città, in una basilica che ancora oggi è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Il suo culto si diffuse durante il Medioevo in Europa, fino in Inghilterra, grazie ai benedettini che officiavano anche la sua basilica. E fu proprio in Francia e in Inghilterra che, grazie a una coincidenza calendariale, sorse il suo patronato sui fidanzati e gli innamorati, seb­bene Valentino non li avesse in alcun modo favoriti o protetti. Poi­ché, verso il 14 febbraio, gli uccellini cominciavano ad accoppiarsi, nacque il proverbio «A San Valentino ogni valentino sceglie la sua valentina» e insieme con il proverbio la festa dei fidanzati che in Inghilterra, fin dal secolo XV, iniziarono a scambiarsi bigliettini teneramente scherzosi.

(liberamente tratto dalla “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane” di Giuseppe Pitrè e dal “Lunario. Dodici mesi di miti, feste, leggende e tradizioni popolari d’Italia” di Alfredo Cattabiani. Ed. Oscar Saggi Mondatori)

 
 
 

Benedizione degli Ammalati nella ricorrenza di Nostra Signora di Lourdes

Benedizione degli Ammalati nella ricorrenza di Nostra Signora di Lourdes

Nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Malato.

E' consuetudine antichissima, che ha la sua origine nell'insegnamento e nell'esempio stesso di Cristo e degli Apostoli, che gli infermi vengano benedetti dai ministri della Chiesa. Nella loro visita agli infermi i ministri manifestano la sollecitudine e l'amore di Cristo e della Chiesa. Nel rituale «Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi» sono previste varie occasioni per impartire la benedizione agli infermi e ne vengono indicati i formulari. Il rito qui proposto può essere usato anche da un laico con i gesti e le formule per esso predisposti.

Saluto iniziale:

Fratelli e sorelle, benediciamo il Signore
fonte di vita e di speranza
per coloro che sono nella prova.

R. Benedetto nei secoli il Signore.

Oppure:

R. Amen.

Monizione introduttiva:

Il Signore Gesù, che è passato in mezzo all'umanità facendo del bene e guarendo ogni debolezza e infermità, comandò ai suoi discepoli di aver cura dei malati, di imporre loro le mani e di benedirli nel suo nome. Raccomandiamo a Dio le sorelle e i fratelli infermi perché, sopportando con pazienza i dolori del corpo e dello spirito, si sentano associati alle sofferenze del Cristo e consolati dalla grazia del suo Spirito.

Lettura della Parola di Dio

Ascoltiamo la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2 Cor 1,3-7)

Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione, con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.
La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.

Oppure:

Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 28-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Oppure:

Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,53-56)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

Responsorio

Salmo 101 (102),2-3 24-25

R. Signore, ascolta la mia preghiera.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi. R.

Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione. R.

Oppure:

Isaia 38, 10 11 12a-d 16

R. In te spero, Signore: salva la mia vita.

Io dicevo: «A metà della mia vita
me ne vado alle porte degli inferi;
sono privato del resto dei miei anni». R.

Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non vedrò più nessuno
fra gli abitanti di questo mondo». R.

La mia tenda è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi recidi dall'ordito. R.

Signore, in te spera il mio cuore;
si ravvivi il mio spirito.
Guariscimi e rendimi la vita. R.

Preghiera dei fedeli

Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento.

Supplichiamo con fiducia il Signore Gesù, nostro salvatore, perché assista e consoli quanti partecipano al mistero della sua passione.

R. Signore Gesù, soccorri i nostri malati.

Medico del corpo e dello spirito,
che sei venuto a guarire le nostre infermità. R.

Uomo dei dolori, che hai portato le nostre debolezze
e hai preso su di te le nostre sofferenze. R.

Tu che hai voluto essere in tutto simile a noi
per rivelarci la tua misericordia R.

Tu che hai sperimentato i limiti
della nostra condizione umana, per liberarci dal male. R.

Tu che dall'alto della croce
hai associato la Vergine Addolorata
all'opera della redenzione
e l'hai donata come Madre a tutti noi. R.

Tu che ci chiami a completare nella nostra umanità
ciò che manca alla passione
per il tuo corpo che è la Chiesa. R.

In luogo della preghiera comune o anche in aggiunta ad essa, si possono dire le seguenti LITANIE.

Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze,
e hai portato i nostri dolori,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà,
Oppure: Kýrie, eléison.

Cristo, che nella tua bontà verso tutti
sei passato beneficando e sanando
quanti erano prigionieri del male,
abbi pietà di noi.

R. Cristo, pietà.
Oppure: Christe, eléison.

Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli
di imporre le mani sugli infermi,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.
Oppure: Kýrie, eléison.

Oppure:

Invochiamo Dio Padre per i fratelli e le sorelle infermi e per quanti si dedicano alla loro cura e al loro servizio:

R. Ascoltaci, Signore.

Guarda con bontà questi nostri infermi. R.

Dona loro nuovo vigore. R.

Lenisci le loro sofferenze e le loro angosce. R.

Fa' che mediante la comune preghiera
con l'invocazione del tuo nome
abbiano vita e salute. R.

Soccorri con la tua grazia tutti gli infermi. R.

Sostieni con la tua forza quanti li assistono. R.

Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro…

Preghiera di Benedizione

Il laico traccia il segno della sulla croce fronte di ogni infermo (con il pollice intinto nell’olio benedetto o nell’acqua benedetta) e pronuncia questa preghiera di benedizione:

Signore nostro Dio,
che nella tua provvidenza
custodisci tutte le tue creature,
salvaci con il tuo amore;
solleva con la tua santa mano i tuoi figli infermi,
sii tu il loro medico e la loro medicina
perché sperimentino il beneficio che aspettano da te.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Oppure:

Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno
che nella fragilità della condizione umana
ci conforti e ci sollevi con la tua benedizione,
guarda con amore questi tuoi figli [N. e N.]
e fa' che, superata la malattia e riacquistata la salute,
possano lodare con cuore memore e grato
il tuo santo nome.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Invocazione alla Madre del Signore

Dopo l'orazione di benedizione, si può invocare la protezione della beata Vergine Maria; lo si può fare opportunamente con il canto o la recita di alcune antifone mariane, o di altre preghiere adatte, come ad esempio: l’Ave Maria, la Salve Regina o Sub tuum praesidium (Sotto la tua protezione).

Oppure:

Nella ricorrenza della memoria facoltativa della Beata Vergine Maria di Lourdes in cui si celebra la Giornata Mondiale del Malato, si può invocare Nostra Signora di Lourdes, con la seguente preghiera:

Preghiera del malato dell’U.N.I.T.A.L.S.I.
Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali

Signore Gesù,
la malattia ha bussato alla porta della mia vita:
un'esperienza dura, una realtà difficile d'accettare.
Ciononostante, ti ringrazio proprio per questa malattia:
mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà
dell'umana esistenza.
Ora guardo tutto con altri occhi:
quello che sono, con quello che ho, non mi appartiene,
è un tuo dono.
Ho scoperto che cosa vuol dire dipendere,
aver bisogno di tutto e di tutti,
non poter far nulla da solo.
Ho provato la solitudine e l'angoscia,
ma anche affetto e l'amicizia di tante persone.
Signore!
Anche se mi è difficile ripeto:
"Sia fatta la tua volontà! "
Ti offro le mie sofferenze e le unisco a quelle di Cristo.
Benedici le persone che mi assistono
e quelle che soffrono con me.
Maria,
nostra Signora di Lourdes,
sono tuo devoto:
intercedi per me presso il Figlio tuo.
Amen.

Oppure:

Preghiera a Nostra Signora di Lourdes

Maria, tu sei apparsa a Bernardetta nella fenditura di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernardetta, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!
Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!
Amen!

"Nostra Signora di Lourdes, prega per noi"
"Santa Bernardetta, prega per noi"
"O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi"


Testi tratti da:

-    Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.
-    http://it.lourdes-france.org
-    http://www.unitalsi.it

 
 
 

Preghiera in dialetto catanese a Sant’Agata

Preghiera in dialetto catanese a Sant'Agata

Sant'Agata Vergine e martire (Catania, 235? - 5 febbraio 251)

Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Furioso, l'uomo imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251.

Patronato: Pompieri, Catania, Repubblica di San Marino

Etimologia: Agata = buona, virtuosa, dal greco

Emblema: Giglio, Palma, Pinze, Seni (su di un piatto)

Martirologio Romano: Memoria di sant’Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell’imperversare della persecuzione conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore.

Preghiera in dialetto catanese a Sant’Agata

In catanese (siciliano):

Pi Sant'Aita

Nà sta vara si reggina
si la prima cittadina.
Di Catania si a pattruna
nà sà facci si na luna.
Di la lava ni savvasti
e a Catania a vita rasti.
U fedeli cittadinu ti potta ncoddu
e ta dduma u luminu.
Mentri u capu si sgola e sbraita
"Cittadini " … "evviva sant'Aita".
Dopu stanchi ra iunnata
stannu cu ttia tutta a nuttata.
Quannu agghionna … tutti rutti...
sunu tutti devoti tutti.


In italiano:

Per Sant’Agata

In questo carro sei regina
sei la prima cittadina
di Catania sei la patrona
in questo viso sei una luna.
Dalla lava ci hai salvato
e a Catania la vita hai dato.
Il fedele cittadino ti porta addosso
e ti domanda un lumino (una luce).
Mentre il capo si sgola e sbraita:
“Cittadini” … “evviva sant’Agata”.
Dopo stanchi dalla giornata
rimanendo con te tutta la nottata.
Quando fa giorno … tutti malridotti…
sono tutti devoti tutti.

 
 
 

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a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

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LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

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- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

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- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

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- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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