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Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi del 11/12/2012

Scongiuri a Santa Lucia contro le malattie degli occhi in dialetto siciliano

Scongiuri a Santa Lucia contro le malattie degli occhi

Lo scongiuro, «priéra» o «oraziuneddra» nel linguaggio della “magia” popolare e delle campagne siciliane, è il carme incantatore che quasi sempre accompagna una serie di azioni rituali. Esso costituisce spesso un documento di enorme valore etnografico e, talvolta, anche di notevole valore estetico. Di particolare interesse sono: la preghiera-scongiuro che, in seguito alla diffusione della religione cristiana, nacque «dalla fusione degli elementi della preghiera con quelli dello scongiuro», e lo scongiuro con «historiola». Quest’ultimo è costituito da un nucleo narrativo, l’«historiola», che racconta un breve episodio in cui un personaggio, quasi sempre un santo, ne guarisce o salva un altro da un pericolo. Un esempio tipico ci è dato dal seguente scongiuro riguardante le malattie degli occhi:

Santa Lucia di notti tissia ,

Argentu tagliava ed oru cusia

S’ascià a passari la Vergini Maria

e ci dissi: — Chi ia’ Lucia?

— Aiu ‘na furia nni st’occhi:

Nun pozzu stari susuta

e mancu a lettu a ripusari.

— Pirchì nun vinisti nni lu ma ortu,

ca c’era na macchia di finocchiu?

Ccu li ma manuzzi lu chiantavu,

ccu li ma piedi lu pidiavu,

ccu la ma vucca lu binidissi:

vattinni furia, cà i’ lu dissi.


I primi due versi alludono ad una leggenda secondo la quale Santa Lucia sarebbe andata sposa ad un giovane ricco, appena avesse terminato di tessere il velo nuziale. Ma Santa Lucia, novella Penelope, sotto il pretesto di volersi sbrigare nel più breve tempo possibile, lavorava anche la notte, durante la quale annullava il lavoro del giorno, ferma nel suo proposito di rimanere vergine. Naturalmente, a causa di questa enorme fatica, le si ammalarono gli occhi. Il nucleo narrativo presenta la Santa mentre tesse oro ed argento, metalli che, secondo una credenza popolare, «fanno bene alla vista». Infatti le nostre popolane, quando hanno male agli occhi, mettono grandi orecchini d’oro per guarire. Mentre Santa Lucia tesse si trova a passare la Vergine Maria e le chiede: Cosa hai Lucia La Santa accusa un irresistibile dolore agli occhi e la Vergine le insegna il modo in cui liberarsene: consiglia di ricorrere al finocchio che Lei ha piantato nel suo orto con le sue mani e benedetto con le sue labbra . Il breve dialogo si conclude con un categorico comando al male di scomparire istantaneamente . Quest’ultimo verso costituisce appunto la parte valida dello scongiuro. La pratica che accompagna le parole è semplice. Si prende un po’ di «finocchio di montagna» (Foeniculum dulce gusto acuto), indi si mastica e, recitato l’ultimo verso, si soffia fortemente sull’occhio ammalato. Chi scongiura crede che, recitando l’episodio, otterrà per il paziente gli stessi benefici effetti che la Vergine Maria ottenne per Santa Lucia. Gli scongiuri contro le malattie degli occhi sono particolarmente diffusi in Sicilia. Il motivo della Santa che tesse e cuce oro ed argento o che tiene in mano forbici d’oro si trova in molti altri scongiuri

Santa Lucia , ‘n cammara stacia,

Oru tagghiava, e argentu cusia.

Passa la Matri Vergini Maria:

— Chi hai, Lucia, ca cianci e lacrimii?

— Chi vogghiu aviri, duci Matri Mia,

passau lu purpu, e mi desi ‘ntra l’occhiu:

non mi lassa non vidiri, né guardari.

— Zittu, Lucia, non lacrimari,

scinni nni lu me ortu, scippa pampini di brivina e finocchiu, ccu li tò manu la chiantasti, ccu li tò pedi la scarpisasti,

La testa di lu purpu cci scacciasti;

siddu è sangu sfissirà,

siddu è purpu a mari va.


Lo scongiuro è contro la malattia del polipo. Il rimedio che la Vergine suggerisce è un po’ diverso: al finocchio si aggiunge la verbena, «brivina». Il nucleo narrativo differisce sostanzialmente poco da quello della nostra lezione: come nel primo scongiuro Santa Lucia taglia e cuce, passa la Vergine, alla quale accusa l’irresistibile dolore degli occhi, e ne ha suggerito il rimedio. Ma mentre nella nostra variante la Vergine invita Santa Lucia ad andare nel suo orto a raccogliere il finocchio che Essa stessa ha piantato e benedetto, in quest’ultima la Vergine invita Lucia a cogliere il finocchio e la verbena che la Santa stessa aveva piantato nel proprio giardino. Gli ultimi due versi, che costituiscono la parte valida dello scongiuro, differiscono dall’ultimo verso della nostra lezione appunto perché quella riguarda la malattia degli occhi in genere, questa riguarda specificamente la malattia del polipo. Contro quest’ultima è diffusa tra i nostri popolani uno scongiuro che offre un esempio di magia omeopatica. Infatti per tagliare il polipo, «purpu», si prende uno spicchio d’aglio, si mette sull’occhio dell’ammalato e mentre si taglia con le forbici si recita il seguente scongiuro:

Cc’un paru di fuorfici taglienti ,

sientu allifriscari st’uocchiu arradichenti.


Il taglio dello spicchio ha l’effetto magico di tagliare il polipo.


CONTRO IL MAL DI POLIPO

si incide su uno spicchio d’aglio una croce e si avvicina all’occhio e si recita il seguente scongiuro: "Santa Lucia virginedda e pia priati lu Signuri ppi nuatri piccaturi, avi tri iorna e tri notti ca haiu stu duluri ni l’uocchi e ppi passarimi lu diluri haiu sprimutu uogliu e finucchiuni". In ultimo si recitano tre " Pater Noster " e un " Credo ".

PREGHIERA PER LE MALATTIE DEGLI OCCHI

O Dio Onnipotente ed Eterno, che Vi degnaste di ridonare la vista alle Vostre Sante Flaminia, Lucia, Odilia e Chiara, accordaci, Vi supplichiamo, che celebrando la loro memoria con pia devozione noi siamo liberati da ogni malattia agli occhi e possiamo essere condotti al termine della nostra esistenza nella Domora Celeste per vedere eternamente la maestà della Vostra Luce. Per Gesù Cristo Nostro Signore. E così sia.

 
 
 

Santa Lucia vergine e martire: Preghiere, Riti e Scongiuri in dialetto siciliano

Siracusa, III secolo - Siracusa, 13 dicembre 304



“A Santa Lucia un cuecciu di cuccia.” (proverbio siciliano)   

Santa Lucia vergine e martire: Preghiere, Riti e ScongiuriA Santa Lucia un chicco di cuccia. Il proverbio si riferisce al timido aumento delle ore di luce riscontrabile effettivamente dal 13 Dicembre in poi. Molto bella è l’allusione alla Cuccìa, pietanza tipica del giorno consacrato alla martire di Siracusa. Santa Lucia, a base di grano bollito e condito con olio e zucchero o sale.

La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un'epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d'arte a lei ispirate. (Avvenire)

Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie

Etimologia: Lucia = luminosa, splendente, dal latino

Emblema: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo

Martirologio Romano: Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.

Nella tradizione popolare e nella Benedicaria si invoca Santa Lucia per curare i disturbi della vista, ma anche contro il malocchio e per tenere alla larga i problemi legali o per far si che il proprio legale presti tutte le giuste attenzioni alla risoluzione di una vertenza. Inoltre viene invocata anche per chiedere la veggenza (nuova luce e nuovi occhi per vedere oltre). Le si offrono candele bianche, simbolo della luce ed il giorno che le viene dedicato è il mercoledì. Le erbe, l’incenso o l’olio di Santa Lucia è composto di verbena e finocchio che, nel folklore siciliano sono associate a questa santa. Non sempre la giustizia terrena è giusta e non sempre la legge è uguale per tutti, per questo, in passato Santa Lucia veniva invocata affinché i nemici avessero si gli occhi, ma non potessero comunque vedere, per questo si preparavano dei sacchetti “magici” di colore bianco che contenevano al suo interno una medaglia della santa, una sua orazione, origano, verbena, finocchio e l’erba dei tribunali (cascara). Il sacchetto veniva consacrato recitando l’orazione della santa e successivamente chiuso con una stringa delle proprie scarpe, quindi indossato. Per ottenere invece il dono della veggenza si preparava un tè con un kilogrammo di semi di cumino che veniva versato in una vasca piena di acqua bella calda. Quindi dopo aver unto una candela bianca con olio di Santa Lucia  (per la Benedicaria che utilizza i Sacramentali della Chiesa Cattolica va benissimo anche l’olio d’oliva benedetto) ed aver recitato la sua orazione occorreva immergersi nella vasca completamente e restare a mollo per una decina di minuti, invocando la santa e chiedendo la grazia della “doppia vista”. Santa Lucia viene anche largamente invocata per combattere il malocchio.

Come tutti sanno, Santa Lucia è la protettrice degli occhi, ad ella bisogna ricorrere per qualsiasi malattia oculare. Ella, per i suoi occhi nerissimi e profondi, fu amata appassionatamente dal tiranno di Siracusa, e doveva essere posseduta da lui. Il Re mandò alcuni soldati per arrestare la vergine, che, per non essere più perseguita, si cavò, con un coraggio di eroismo unico, gli occhi e li mandò in una coppa d’oro all’infame pretendente. Ma la vergine non rimase cieca: Riebbe nuove più bellissime pupille, e quegli occhi superarono in bellezza i primi.
Una leggenda siciliana, poi, narra che questi occhi si ammalarono, e la povera Lucia piangeva. Si trovò a passare Gesù Cristo, che domandò la causa di quelle purissime ed abbondanti lacrime. E la donna: Che debbo avere, Maestro Padre, vedere la vostra immagine e quella dei miei santi protettori. E Gesù: Scendi nel tuo Giardino e pianta verbena e finocchi. Domani ritorna in giardino e raccogli quelle verdure, e fanne un decotto con la quale acqua lavati gli occhi guarirai.
Santa Lucia fu guarita, ed anche ora chi si raccomanda alla protezione della Santa, guarirà dal male di occhi.
Le preghiere che si dovranno recitare alla Santa sono due (tradotte dal dialetto siciliano). La prima si reciterà quando si pianteranno la verbena e i finocchi, è la seguente:

Santa Lucia tu, che fosti guarita da Gesù Cristo, guarisci, me fa che la verbena ed i finocchi, piantati nel mio giardino abbiano la stessa virtù ch’ebbe per te benedicili tu, bagnali con la tua bocca, calpestali con i tuoi piedi. Amen.

Alcune varianti a questa preghiera in dialetto siciliano con traduzione:

Santa Lucia maistra sia
idda tagliava idda cusia.
Ma carutu n'a cosa na l'occhiu
e un ma buluto trapassari.
Io a l'ortu acogliri tri pampini ri finocchiu
cu li manu li tagliaiu, cu li peri li scapisaiu.
Tagliu i purpi tagliu i pirati
da santissima trinitati ...

Santa Lucia maestra è
lei tagliava e lei cuciva.
Mi è caduta una cosa nell'occhio
e non mi è voluta più guarire.
Sono andato nell'orto a raccogliere tre foglie di finocchio
con le mani le ho tagliate, con i piedi le ho schiacciate.
Taglio i piedi, taglio i passi
per la santissima Trinità


(E' come se schiacciasse il male per ricevere la grazia dalla Santissimi Trinità.)

In dialetto siciliano da Cianciana (AG):

Santa Lucia m-mezzu l'ardia
forfici d'oru m-manu tinia,
s'ahià a passari la Matri Maria:
dimmi chi à, la figlia Lucia?
aiu l'ucchiuzzi malati;
tinni và a lu iardineddru.
piglia un mazzu di pitrusinu
ti lu strichi manuzzi manuzzi
ca ti passanu l'ucchiuzzi.    

Santa Lucia tra le ortiche,
teneva in mano delle forbici d'oro.
passò per caso la Madre Maria:
dimmi cosa hai, figlia Lucia?
ho gli occhietti ammalati;
vai nel giardino,
raccogli del prezzemolo,
strofinalo tra le tue manine,
che ti guariscono gli occhietti.

Santa Lucia la saura sàna
iddra camina bbaggiàna bbaggiàna,
avi li pedi comu na BBammina.
iddra nun caminava, n celu liggiva,
oru tagliava e argentu cusiva.

Santa Lucia la .......
ella si muove leggera leggera.
ha i piedi come Maria Bambina.
Ella non camminava, nel cielo leggeva,
oro tagliava e argento cuciva.


Si diranno, quindi le Litanie dei Santi.

La seconda preghiera, che si dirà quando si sarà raccolta e bollita la verbena ed i finocchi e la sofferente si dovrà lavare gli occhi con quella acqua, è la seguente:

Santa Lucia
Per questo Sangue
La vista langue.
Questo male mandi a mare
Accio posso te guardare.


La sofferente, infine, si laverà gli occhi con quell’acqua. E ciò farà per cinque giorni consecutivi. Guarita, poi, ogni anno seguirà la novena di Santa Lucia.

tratto da:

“Lo stivale magico – Magia Popolare e stregoneria del buon paese”, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo

“L’Enchiridio di San Giacomo”, di Abate Julio Ed. Rebis

“Il Libro Magico di San Pantaleone” Ed. Rebis.

 
 
 

I Santi nella Benedicaria

I Santi nella Benedicaria

Per la fede cattolica i santi sono coloro che, sull’esempio di Gesù Cristo, animati dall’amore, vivono e muoiono in grazia di Dio: in senso particolare sono persone che, in vita si sono distinte per l’esercizio delle virtù cristiane in forma eroica o per aver dato la vita a causa della fede (i martiri). La Chiesa Cattolica, attraverso un atto proprio del magistero del Papa, proclama santo una persona solo in seguito all’esito di un articolato procedimento detto canonizzazione.
Per i cattolici il santo è colui che pienamente risponde alla chiamata di Dio ad essere così come Egli lo ha pensato e creato, frammento nel quotidiano del suo amore per l’umanità. La fede cattolica insegna che Dio ha per ogni persona un’idea particolare ed assegna ad ognuno un posto preciso nella comunità dei credenti. Non esistono dunque caratteristiche univoche di santità, ma nella teologia cattolica, ognuno ha una santità particolare da scoprire e porre in atto. Santo, per la fede cattolica, può e deve essere chiunque, senza la necessità di particolari doni o capacità. La “magia” popolare della Benedicaria si rivolge praticamente a tutti i santi del calendario, tuttavia solo alcuni sono considerati “santi magici” (santi guaritori – santi protettori), i cosiddetti santi maggiori, quelli a cui la devozione popolare ha da sempre attribuito una sorta di preminenza sugli altri. Se è vero che ogni regione ed ogni zona ha santi specifici bisogna riconoscere che alcuni hanno valenza universale, dal momento che gli si attribuisce un vero e proprio potere su una circostanza o un campo determinato. L’agiografia cristiana, con le sue leggende, ha contribuito a fare di certi personaggi vere e proprie icone “esoteriche” che richiamano a volte ad origini pagane, altre esigenze umane fondamentali.
La Vergine Maria, nelle sue epiclesi e nelle sue manifestazioni (Madonna di Lourdes, Madonna di Pompei, Madonna della Fontana, Madonna del Carmelo…) a differenza di altre tradizioni sincretiche presenti in altri paesi (che la associano ad entità differenti) è considerata unica, pur venendo invocata per scopi differenti e con colori diversi a seconda della manifestazione.
L’Italia è stata considerata da sempre terra di Santi e di navigatori. Nella cultura comune esiste una sorta di patronato che abbraccia diversi ambiti, da quelli professionali a quelli dei campi più differenti:



-    addetti agli esplosivi: santa Barbara
-    agricoltori: san Benedetto da Norcia, sant’Isidoro, san Leonardo di Noblac
-    alabardieri: san Giorgio
-    albergatori: san Giovanni Battista
-    ammalati di cancro ed altre malattie incurabili: san Pellegrino Laziosi
-    ammalati: santa Elisabetta
-    anime del Purgatorio: Madonna del Carmelo e santa Francesca Romana
-    archeologi: san Gerolamo
-    architetti: san Benedetto da Norcia
-    arcieri: san Giorgio
-    armaioli: san Giorgio
-    armatori: san Guglielmo
-    artigiani san Giuseppe
-    artisti: san Luca
-    autisti: santa Francesca Romana
-    automobilisti: san Cristoforo, santa Rita da Cascia
-    aviatori: Madonna di Loreto
-    avvocati: san Tommaso Moro
-    bottai: sant’Urbano, santi Abdon e Sennen
-    camerieri: santa Zita
-    cantori: san Giovanni Battista
-    cappellani militari: san Giovanni da Capestrano
-    carcerati: san Leonardo di Noblac
-    cardatori di lana: san Giovanni Battista
-    catechisti: san Roberto Bellarmino
-    cavalieri: san Giorgio
-    cavamonti: san Vincenzo Ferreri
-    ciclisti: Madonna del Ghisallo
-    conciatori: san Giovanni Battista
-    contadini: san Benedetto da Norcia
-    dentisti: sant’Apollonia
-    emigranti: santa Francesca Saverio Cabrini
-    esploratori e guide in particolare: san Giorgio
-    fabbri: san Pietro, sant’Andrea, san Leonardo di Noblac
-    fabbricanti di coltelli, spade e forbici: san Giovanni Battista
-    falegnami: san Giuseppe
-    fanalisti d’Italia: san Venerio
-    farmacisti: san Iovanni Leopardi
-    fotografi: santa Veronica
-    frutti della terra: sant’Eurosia di Jaca
-    fulmini: sant’Eurosia di Jaca
-    giornalisti: san Francesco di Sales
-    gioventù cattolica: san Gabriele dell’Addolorata
-    grandinate: sant’Eurosia di Jaca
-    guardarobieri: santa Veronica
-    infanti e bambini: san Quirico martire
-    infermieri e personale ospedaliero: san Camillo de Lellis e san Giovanni di Dio
-    informatici: santa Veronica
-    ingegneri: san Guglielmo, san Benedetto da Norcia, san Mattia, san Benedetto di Hermillon
-    innamorati: san Valentino
-    internet: sant’Isidoro di Siviglia
-    lupetti: san Francesco d’Assisi
-    madri in difficoltà: santa Giulitta
-    Marina Militare Italiana: santa Barbara
-    medici: san Luca
-    minatori: san Leonardo di Moblac
-    motociclisti: san Colombano abate
-    musicisti: santa Cecilia
-    Ordine di Malta: San Giovanni Battista
-    Ordine di Sant’Isidoro: sant’Isidoro di Siviglia
-    partorienti: san Leonardo di Noblac
-    pellicciai: san Giovanni Battista
-    persone in pericolo di morte violenta: santa Barbara
-    pescatori: san Pietro e sant’Andrea
-    pittori: santa Caterina da Bologna
-    piumaroli: san Giorgio
-    politici e statisti: san Tommaso Moro
-    reporter: santa Veronica
-    responsabili ospedalieri: san Basilio Magno
-    sarti: san Giovanni Battista
-    sciatori: san Berardo
-    scienziati: san Alberto Magno
-    soldati: san Giorgio
-    sordomuti: sant’Alfio martire
-    studenti: san Giuseppe da Copertino
-    telecomunicazioni: santa Chiara
-    tempeste: sant’Eurosia di Jaca
-    teologi: sant’Agostino, san Bonaventura, santa Caterina di Alessandria, san Giovanni Evangelista, san Paolo, san Tommaso d’Aquino
-    terremoti e pestilenze: sant’Emidio, sant’Agata, san Sebastiano. San Rocco, san Prospero martire
-    traduttori: san Gerolamo
-    trovatelli: san Giovanni Battista
-    ubriachi: san Noè
-    vedove: santa Francesca Romana, sant’Anna, santa Giulitta
-    viaggiatori: san Cristoforo
-    vigili del fuoco: santa Barbara e san Floriano
-    vino: san Martino di Tours, san Venceslao
-    volontari per la difesa civile: san Pio da Pietrelcina

Vediamo quali sono invece i santi più celebrati ed invocati nella Benedicaria (“magia” popolare delle campagne), le loro caratteristiche, le offerte, le devozioni e, naturalmente i propositi per cui si invocano. Come le antiche divinità pagane classiche, infatti, ogni Santo governa su un particolare ambito: ha formule sue proprie, orazioni speciali, fiori, colori e poteri speciali che sono stati conferiti dall’Onnipotente secondo i canoni dell’agiografia cristiana:



-    Angelo Custode (work in progress…)
-    Bambino Gesù di Praga (work in progress…)
-    Sacro Cuore (work in progress…)
-    San Basilio (work in progress…)
-    San Benedetto (work in progress…)
-    San Cristoforo (work in progress…)
-    San Francesco (work in progress…)
-    San Giovanni Battista (work in progress…)
-    San Giuda Taddeo (work in progress…)
-    San Giuseppe (work in progress…)
-    San Michele (work in progress…)
-    San Pancrazio (work in progress…)
-    San Pellegrino (work in progress…)
-    San Paolo (work in progress…)
-    San Pietro (work in progress…)
-    San Raffaele (work in progress…)
-    Santa Agnese (work in progress…)
-    Sant’Anna (work in progress…)
-    Sant’Antonio (work in progress…)
-    Sant’Elena (work in progress…)
-    Santa Barbara(work in progress…)
-    Santa Chiara (work in progress…)
-    Santa Lucia (clicca quì)
-    Santa Margherita da Cortona (work in progress…)
-    Santa Rita (work in progress…)
-    Santa Teresa (work in progress…)
-    San Tommaso d’Aquino (work in progress…)
-    San Valentino (work in progress…)
-    Vergine Maria (work in progress…)
-    Le Anime del Purgatorio (work in progress…)

(tratto da: “Lo stivale magico – Magia Popolare e stregoneria del buon paese”, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo)

 
 
 

DEDICA...

a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

AREA PERSONALE

 

SCRIVI A BENEDICARIA:

mail: benedicaria@libero.it

 

QUESTO BLOG č CONSACRATO A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; ut non pereamus in tremendo iudicio.

 

LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

- Il Libro della Magia Popolare Siciliana – Anonimo.

- Magia Cristiana, di Antonello Faro. Ed. Primordia.

- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

- La Magia Astrale delle Candele, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Incensi, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia delle Campagne e la Stregoneria dei Pastori, di Eliphas Levi. Centro Editoriale Rebis.

- Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione, di James Frazer. Ed. Bollati Boringhieri.

- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè.

- Antico Trattato di Magia Bianca, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Magia Purificatoria, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Potere Segreto della Preghiera, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro Magico di San Pantaleone. Centro Editoriale Rebis.

- L’Enchiridion di San Giacomo, Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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