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Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi del 03/02/2014

Salve Regina in siciliano a San Biagio

Post n°95 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da benedicaria
 

Salve Regina a San Biagio

In siciliano:

Diu vi salvi San Brasu
o Santu viscuvuzzu
cridennu a Gesuzzu
fustivu Santu
vuatri senza scantu
pi Cristu ridunturi
cu summu assai duluri
dastivu a vita
ch'offerta assai gradita
pu Santu di Santi
Chi duno assai 'mpurtanti
ca ci fa
un picciriddu ca
s'ava a resca agghiuttutu
avia bisognu d' aiutu
e ciù purtaru
davanti u santu artaru
san Brasu u biniddisi
cu i cannileddi stissi
e si sarvau
Iddiu glurifiau
quannu arrivau la morti
attinni bona sorti
in paradisu
San Brasu a letu visu
all'uru da ma morti
o ma capizzu forti
strincitivi vui!
ia piccaturi fui
ma 'nvostra cumpagnia
cu Gesù e cu Maria
pozzu acchianari.


(Origine: Castelbuono - PA)

In italiano:

Dio vi salvi San Biagio
o santo vescovo
credendo in Gesù
foste santo
voi senza spavento
per Cristo redentore
con sommo e tanto dolore
deste la vita
che offerta tanto gradita
per il Santo dei Santi
Che dono assai importante
che avete fatto
un bambino che
si era ingoiato una spina
aveva bisogno di aiuto
e glielo hanno portato
al santo altare
san Biagio lo benedisse
con delle candele
e si salvò.
Iddio glorificò
quando arrivò la morte
ottenne una buona sorte
in paradiso
San Biagio con lieto viso
nell’ora della mia morte
al mio capezzale stringetemi voi!
io fui un peccatore
ma in vostra compagnia
Con Gesù e con Maria
posso salire.


(Origine: Castelbuono - PA)

 
 
 

Benedizione della gola per intercessione di San Biagio vescovo e martire

Post n°94 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da benedicaria
 

Benedizione della gola per intercessione di San Biagio vescovo e martire

La leggenda racconta, che San Biagio, mentre scendeva dal monte, gli si parò davanti una donna con il figlioletto in braccio, il quale rischiava il soffocamento per aver ingoiato una lisca di pesce. San Biagio, con il solo segno della croce, liberò la gola del bambino, che fu salvo. Questo avvenimento gli fece avere il patronato sulla gola.

La più antica citazione scritta sul santo è contenuta nei Medicinales di Ezio di Amida, vissuto nel VI secolo. Riguardo ai mali di gola, nella traduzione latina di Giano Corsaro dell'opera del medico greco, si legge:

«Se la spina o l'osso non volesse uscire fuori, volgiti all'ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona dal ventre della balena.» Ovvero fatto sull'ammalato il segno della croce, puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in simili casi «O ascendi o discendi».»

(Ezio di Amida, Opus medicum libris XVI, traduzione di G. Corsaro del 1567.)

 

Benedizione delle candele per la festa di San Biagio

Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Egli ha fatto il cielo e la terra.

Preghiera

Dio onnipotente e ricco di bontà, tu hai creato la varietà di tutte le realtà di questo mondo con la sola tua parola, e per la salvezza degli uomini hai voluto che la tua Parola stessa, per mezzo della quale sono state fatte tutte le cose, si incarnasse. Tu sei grande, immenso, terribile e degno di lode, e compi meraviglie. Per confessare la fede in te il glorioso martire e vescovo Biagio, non temendo un gran numero di tormenti diversi, ha conquistato la felicità della palma del martirio; e a lui, tra le altre grazie, hai affidato questa prerogativa: di curare cioè, per la tua potenza, qualunque malattia della gola. Supplichiamo dunque la tua maestà di non guardare al nostro peccato, ma - per intercessione dei meriti e delle preghiere di San Biagio - ti chiediamo, per la tua pietà degna di onore, di benedire e santificare questi ceri. Infondi in essi la tua grazia affinché, per i meriti del martirio di San Biagio, siano liberati da ogni malattia della gola tutti coloro che con fede sincera riceveranno l’imposizione di questi ceri sul proprio collo; possano costoro renderti grazie nella santa Chiesa, sani e gioiosi, e lodino il tuo nome glorioso, che è benedetto nei secoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Asperge le candele con l’acqua benedetta

Benedizione della gola

Si pongono le due candele incrociate sotto il proprio mento, alla gola, mentre si dice:

Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio mi liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Preghiera a San Biagio

O glorioso San Biagio, che con una breve preghiera restituisti la perfetta salute ad un bambino, che per una spina di pesce conficcata nella gola stava per emanare l' ultimo respiro, ottieni a noi tutti la grazia di sperimentare l' efficacia della tua protezione in tutte le sofferenze della gola, ma più di tutto di mortificare, con la fede pratica dei precetti della Santa Chiesa, questo senso che può farmi commettere tanti peccati. E tu che con il tuo martirio lasciasti alla Chiesa un' illustre testimonianza della fede, ottienici di conservare questo dono divino di difendere senza rispetto umano, con le parole e con le opere, la verità della stessa fede, tanto combattuta e denigrata al giorni nostri. Amen.

(Padre F.M. Avidano S.M. Un Segreto di Felicità - Filotea Mariana, XI ediz., Opera Apostolato Mariano, Casale Monferrato, AL)

 
 
 

I "CANNARUZZEDDA" DI SAN BIAGIO

I

Per “gargi” o “cannarozzu mancu” o “fausu” in siciliano s’intende la gola, organo superiore delle vie aeree respiratorie. Esso è composto da varie strutture come la faringe, la laringe, le tonsille, e tutte possono essere interessate da malattie acute o croniche; pertanto in tempi remoti, quando questi mali erano considerati inguaribili e ogni rimedio era inutile, l'ultima speranza rimaneva la grazia divina. Per tale necessità ci si affidava a San Biagio, protettore dei mali della gola, affinché intercedesse con il Supremo specialmente nei periodi invernali.

Non a caso la sua festa ricorre il 3 febbraio, per noi siciliani il mese più freddo. Medico, il santo esercitava la professione in Armenia e per le sue virtù fu fatto vescovo di Sebaste (Sives in Turchia). Fra i suoi prodigi si ricorda, là dove i medici avevano fallito, l’aver liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata nella gola facendolo rischiare di morire soffocato.

Per questo eccezionale caso il santo assurse a patrono di tali mali e per il giorno della sua festa in molti paesi della Sicilia si offrono per grazia ricevuta dei piccoli pani che hanno forme e nomi diversi: panuzzi, cuddureddi, cannaruzzedda di San Brasi. Questi ultimi hanno la forma di trachea e ad essi vengono attribuite virtù terapeutiche e miracolose.

Per prevenire alcune malattie della gola come l'infiammazione dell'organo o l'angina, nel paese di Patti di cui è patrono San Biagio, si crede sia efficace stringere giorno e notte al collo del malato un filo di spago qualunque, dopo che lo stesso è stato cinto al collo della statua del santo.

Lo stesso spago, se non era servito per guarire, lo si portava come amuleto. Persone di entrambi i sessi e d’ogni ceto sociale, una volta indossatolo, non lo toglievano più, anche se diveniva logoro e sporco. Certe comari usavano attaccare al collo di chi era travagliato da malattia acuta delle tonsille o della laringe, l'immagine di carta che riproduceva il santo o recitare una preghiera: San Brasi, né sutta, né supra! (San Biagio, fa in modo che il male non vada né in testa né al petto, ma esca fuori dal corpo).

Si usava anche, il giorno di San Biagio, portare al collo una collana di “cannaruzzedda di San Brasi” formata dalle conchiglie del mollusco “Dentalium” (Dentalio) che vive immerso nella sabbia dei nostri mari e la cui forma ricorda una piccola zanna d'elefante

Le "medichesse" (maghi di sesso femminile) curavano i malanni alla gola avvolgendosi al dito i capelli del cocuzzolo del malato e tirandoli con un colpo secco. Se il malato non possedeva capelli in quella zona o questi erano corti di lunghezza, la malattia veniva ritenuta incurabile.

I continui sbalzi di temperatura e i colpi d'aria possono provocare la flogosi della laringe nonché l'irritazione delle ghiandole sotto-mascellari. Il nostro popolino definisce questa affezione "stranguggliu, ghiangula", e sembra che abbia una relazione con una ghiandola situata lungo il radio e il cùbito del braccio. Donde il rimedio di schiacciare gli “stranguglioni” (le ghiandole sotto-mascellari) mediante violente frizioni sul polso, eseguite da una mano robusta, con dell'olio di una lampada accesa innanzi all'immagine sacra di S.Biagio, recitando  contemporaneamente un'orazione.

Nel medesimo tempo il sofferente deve piegare e nascondere il pollice tra le dita della mano. La frizione viene eseguita per tre volte, e per tre volte è recitato lo scongiuro, avendo l’accortezza che l'ammalato tenga il pugno chiuso dal lato del pollice e lo porti alla bocca largamente aperta e vi espiri con forza come per eliminare il male dalla gola. Se il malato è un bambino, basta frizionare il polso con il pollice e recitare per tre volte di seguito l'orazione:

in siciliano:
"Li tuli tuleddi, li setti frateddi, la mamma di S. Pietro, 'Ncelica si ciamava, 'Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu ! ".

in italiano:
“Le tonsille, i sette fratelli, la mamma di S. Pietro, Angelica si chiamava, Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo!”

Oppure:

La formula che invocava S. Biagio, protettore della gola, doveva essere ripetuta tre volte.

in siciliano:
Tuli, tuleddi i novi fratelli,
li novi all’ottu, l’ottu a li setti,
li setti a li sei, li sei a li cincu,
li cincu a li quattro, li quattro a li ttri,
li tri a li ddui, li ddui a li unu.
A-mmari, a-mmari e non mi nni rregna mmancu unu.
La matri di San Bbrarasi scatinapassi si gghiamava,
la matri di San Bbrasi scatinapassi si gghiamava
.

(….)

(segue formula finale segreta).

in italiano:
Tonsille, tonsille i nove fratelli.
dalle nove alle otto, dalle otto alle sette,
dalle sette alle sei, dalle sei alle cinque,
dalle cinque alle quattro, dalle quattro alle tre,
dalle tre alle due, dalle due all’una.
A mare, a mare e non me ne rimane neanche uno.
La madre di San Biagio scatinapassi
(?) si chiamava,
la madre di San Biagio scatinapassi
(?) si chiamava.

(….)

(segue formula finale segreta).


Fino alle nostre nonne erano in uso, per la prevenzione e la cura dei malanni di gola, diversi metodi empirici. Fra i più comuni vi era il "lazzu di la vipira” (laccio della vipera). Il potere che si attribuisce a questo laccio è dovuto alla bava con la quale viene impregnato dalla vipera durante il dimenarsi prima di morire, appesa per il collo e lasciata all'aria aperta a dissecare. Perché tutto abbia effetto, però, bisogna avere l’accortezza di catturarla un venerdì di marzo.

Poiché e difficile trovare una vipera in quei giorni, si cerca di catturarla comunque, anche in altro periodo, ma la si conserva viva in un vaso di terracotta, alimentandola con della crusca, per poi farla morire e disseccare il giorno opportuno. La testa di questo rettile, legata e racchiuso all'interno di un sacchetto di stoffa sospeso al collo, è un amuleto che previene l'angina.

San Biagio è invocato anche contro i corpi estranei introdotti accidentalmente nell'esofago, nella glottide o nella trachea.

Nella città di Palermo, il giorno della sua festa, celebrata nell'oratorio del Carminello a Porta S. Agata, i devoti si recano in chiesa a farsi ungere esternamente la gola dal Sacerdote, con olio benedetto, o a farsi toccare il pomo d'Adamo con due candele incrociate votata al Santo e benedette, mentre dice:

Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

(liberamente tratto dal sito: www.palermoweb.com)

 
 
 

Celebrazione della Candelora: la Festa di Cristo-Luce e della Purificazione della Madre-Terra

Celebrazione della Candelora: la Festa di Cristo-Luce e della Purificazione Madre-Terra

Antifona di inizio:
+ “Venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.” (Giovanni 1,9)

Sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro a Cristo, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.

Rito della Luce

Con la candela benedetta nella Messa della Candelora, o con la candela battesimale (ricevuta nel giorno del proprio Battesimo), oppure, in sostituzione, una qualsiasi candela bianca precedentemente benedetta, si accenderà in senso orario e partendo dal basso, il cerchio formato da 13 candele bianche: simbolo delle 13 Lune Nuove (o Lune Nere) presenti nell’anno solare. La luna, nella simbologia cristiano-cattolica è immagine della Beata Vergine Maria, che è “vestita di sole” (Apocalisse 12,1); anch’esso immagine di Cristo-Sole; che in questa celebrazione è rappresentato simbolicamente dalla candela benedetta nel giorno della Candelora: Festa della Purificazione di Maria e della Presentazione di Gesù bambino al Tempio.

Inoltre, il cerchio è formato da giunchi intrecciati, da paglia, spighe, conchiglie e fiori primaverili: tutti simboli per propiziare la primavera. Il colore tradizionale per questa festa è il bianco, simbolo della coperta di neve che ancora ricopre la terra. Il rosso, rappresentato dalle fiamme delle candele, simbolo del Cristo-Luce e il verde, che simboleggia la nuova vegetazione e, per estensione, la germinazione della nuova vita.
Si offrono alcuni prodotti della terra di colore bianco, come l’aglio e le cipolle. Il latte e il miele per nutrire la terra, che seminata, germoglierà in primavera.
L’incenso per la festa della Candelora è fatto di una miscela di mirra, alloro, basilico e angelica.

Mentre si accendono le 13 candele tutti proclamano il Cantico di Simeone:

 
Cristo è luce per illuminare le genti,
e gloria del tuo popolo Israele.


Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola.

Cristo è luce per illuminare le genti,
e gloria del tuo popolo Israele.


Perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli.

Cristo è luce per illuminare le genti,
e gloria del tuo popolo Israele.


Luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele.

Cristo è luce per illuminare le genti,
e gloria del tuo popolo Israele.


Preghiera sulle candele accese:

O Signore Gesú Cristo, luce vera, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo: benedici questi ceri, e santificali col lume della tua grazia; e concedi propizio che, come questi lumi accesi da un fuoco visibile fugano le tenebre, così i nostri cuori rischiarati da un fuoco invisibile, cioè dalla luce dello Spirito Santo, siano liberi dalla cecità di ogni vizio; onde, purificato l’occhio della mente, possiamo discernere quelle cose che a Te sono gradite e utili alla nostra salvezza; di modo che, dopo le caliginose vicende di questo secolo, meritiamo di pervenire alla luce indefettibile. Per Te, Gesú Cristo, Salvatore del mondo, che nella Trinità perfetta vive regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Amen. (dal Rituale Romano)

Oppure:

O Signore, Dio Onnipotente, Padre Santo, che dal nulla hai chiamato all’essere tutte le cose, e che per mezzo del lavoro delle api, ci hai dato la cera per preparare queste candele. Tu in questo giorno hai esaudito la preghiera del giusto Simeone: per l’invocazione del tuo Nome tutto santo e per le intercessioni della tutta santa, più che benedetta gloriosa sovrana nostra la Madre di Dio e sempre vergine Maria, degnati di benedire e santificare questi ceri per l’uso degli uomini, per la salvezza dell’anima e del corpo, sia in terra, in cielo e in mare.Dalla tua eccelsa dimora ascolta – Signore – le preghiere dei tuoi figli che hanno acceso queste candele in tuo onore, con inni di lode; e sii clemente verso tutti per i quali non hai disdegnato di inviare il Tuo Unigenito Figlio, al quale spetta con Te e col Tutto santo buono e vivificante Spirito l’onore e l’adorazione, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. O Signore Gesù Cristo Dio nostro, che fosti oggi presentato nel Tempio dai tuoi genitori  e dal vegliardo Simeone, illuminato dallo Spirito, fosti riconosciuto ed accolto, e benedetto: anche a noi concedi, nella tua bontà, che rischiarati ed istruiti dalla luce del tutto santo Spirito – veramente ti riconosciamo e fedelmente ti amiamo. Poichè a Te conviene ogni lode, onore ed adorazione col Padre e col Santo Spirito ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. (dal Rituale Bizantino)

Offerta dell’Incenso: Si offre l’incenso per la festa della Candelora fatto di una miscela di mirra, alloro, basilico e angelica.

Salmo 147
 
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda, Sion, il tuo Dio.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.

Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.
Getta come briciole la grandine,
di fronte al suo gelo chi resiste?

Manda una sua parola ed ecco si scioglie,
fa soffiare il vento e scorrono le acque.
Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.

Così non ha fatto
con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri
i suoi precetti.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Oppure:

Dal Salmo 41 e 42

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? .

Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Dal vangelo secondo Luca (2,22-32)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Responsorio breve (Giovanni 1,9; Isaia 60,19-21)

Venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore.
Venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto.
Venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Il tuo popolo sarà tutto di giusti, per sempre avranno in possesso la terra, germogli delle piantagioni del Signore, lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria.
Venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Rito di fertilità per la Madre Terra

Con questo rito i fedeli esprimono la loro riconoscenza per i benefici ricevuti a Dio che ha creato con ineffabile amore l'universo e ne ha affidato la cura all'uomo perché, attraverso il lavoro assiduo, possa assicurare ai fratelli il necessario per la vita.

In un vaso pieno di terra, dove precedentemente è stato seminato del grano o dei semi di fiori primaverili o dei bulbi, versare latte misto a miele sulla terra, come piccola offerta per propiziare il ritorno della fertilità e generosità dei frutti di Madre Terra.


Benediciamo unanimi il Signore nostro Dio, per la rugiada del cielo e la fertilità della terra. Amen.

Il Signore ha creato la terra e ha affidato all'uomo le sue risorse, perché con il lavoro delle sue mani e con il suo ingegno ne tragga alimento per sé e per i propri figli. Rendiamo grazie per l'abbondanza di questi doni e impariamo, secondo il monito evangelico, a cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia: tutto il resto ci sarà dato in aggiunta.

Ascoltate la parola di Dio dal libro del Deuteronomio (32, 10c-14)
Il Signore educò il suo popolo, ne ebbe cura (…) Lo fece salire sulle alture della terra e lo nutrì con i prodotti della campagna, gli fece succhiare miele dalla rupe e olio dai ciottoli della roccia; crema di mucca e latte di pecora insieme con grasso di agnelli, arieti di Basan e capri, fior di farina di frumento e sangue di uva, che bevesi spumeggiante.

Preghiera sulla terra
O Dio, Creatore e Padre, tu alle origini del mondo hai stabilito che la Madre Terra produca germogli e frutti di ogni genere, il seme per i campi e il pane per la mensa; fa' che le nostre campagne, allietate da un abbondante raccolto, frutto della nostra fatica e dono della tua benedizione, possano contribuire al benessere comune. A te onore e gloria nei secoli. Per Cristo nostro Signore Amen.

Mentre si versa sulla terra seminata, latte e miele, si dice:

“Volgi lo sguardo dalla dimora della tua santità, dal cielo, e benedici il tuo popolo e il suolo che ci hai dato come hai giurato ai nostri padri, il paese dove scorre latte e miele!” (Deuteronomio 26,15)

Oppure:

Ravviva in noi, o Padre, nel segno di questa aspersione nel grembo della Madre Terra, la promessa di un paese dove scorre latte e miele, nell'attesa dei cieli nuovi e della terra nuova. Amen.

 

Rito di purificazione con l’acqua lustrale

Riempire una ciotola con dell’acqua benedetta:

L'acqua è sorgente di vita e con l'aria e la luce è uno degli elementi essenziali del cosmo. Senza di essa la terra non sarebbe che un deserto, e l'uomo, le piante e gli animali non potrebbero vivere. Nella prospettiva biblica l'acqua unita allo Spirito è il grembo fecondo della creazione, è la pioggia purificatrice e la rugiada celeste, è la figura profetica della vita nuova in Cristo. (cfr Gn 1, 2; Gn 7,10; Gv 3, 5). Nell'esistenza quotidiana, l'acqua ha un uso multiforme: è lavacro, bevanda, refrigerio; può essere torrente o rigagnolo, onda impetuosa o fontana limpida e tranquilla. L'acqua è giustamente un elemento di purificazione di rigenerazione.

Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Ezechiele (36,25-26)
Dice il Signore: «Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo.  Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo.

Preghiera di ringraziamento per l’acqua lustrale
Sii benedetto, Signore, Dio onnipotente, che in Cristo, acqua viva della nostra salvezza, ci hai colmato di ogni benedizione e hai fatto di noi una creatura nuova. Fa' che, mediante il devoto uso di quest’acqua, richiamiamo la realtà del Battesimo, perché purificati e fortificati  con la grazia del tuo Spirito, ricuperiamo la giovinezza interiore e camminiamo sempre in novità di vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Oppure:

Grazie a te, o Dio nostro Padre, che nell'acqua, tua creatura, ci hai aperto il grembo della vita;  grazie a te, per l'onda che irriga, il lavacro che purifica, la bevanda che disseta, il fonte della nostra rinascita Cristo tuo Figlio. Fa', o Signore, che ogni uomo possa sempre godere di questo refrigerio e conservando limpida e casta l'opera della creazione, veda in essa il riverbero della tua bontà e un invito costante alla purezza del corpo e dell'anima. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Liberamente, ciascuno può immergere le mani all’interno dell’acqua benedetta, può lavarsi il viso come gesti di purificazione e di rigenerazione, e facendosi il segno della croce, dice:

Ravviva in me, o Padre nel segno di quest'acqua benedetta l'adesione alla tua volontà in Cristo fonte di ogni benedizione. Amen.

Preghiera
Il tuo Figlio, o Dio, vittima designata del sacrificio redentore, oggi è stato offerto nel tempio dalla Vergine madre, futura compagna del suo dolore; a noi, che nel battesimo siamo stati con lui sepolti, concedi di risplendere sempre nella santa novità della vita risorta. Per lui che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. (dal Rituale Ambrosiano)

Intercessione

Benedetto il Signore, egli compie meraviglie
benedetto sia sempre il suo Nome di gloria.

Illumina il tuo popolo, Signore!

Signore Gesù, hai voluto compiere la legge: sei stato offerto come primogenito al Padre.

Illumina il tuo popolo, Signore!

Hai voluto incontrare il tuo popolo: sei stato accolto tra le braccia di Simeone.

Illumina il tuo popolo, Signore!

Hai voluto consolare il resto di Israele: sei stato riconosciuto dalla profetessa Anna.

Illumina il tuo popolo, Signore!

Tu sei la luce delle genti: luce che illumina ogni uomo che viene al mondo.

Illumina il tuo popolo, Signore!

Tu sei la gloria del tuo popolo: noi ti contempliamo pieno di grazia e di verità

Illumina il tuo popolo, Signore!

Preghiera del Padre nostro

Signore, ricordati di noi nel tuo regno dove scorre latte e miele
insegnaci a pregare:

Padre nostro…

Preghiera conclusiva
Con lo splendore della tua grazia, o Dio vero e santo, concedi a questo popolo, illuminato dalla tua parola, di comprendere e vivere sempre più interiormente questa festa di luce che ogni anno ci allieta. Per Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Oppure:

Dio onnipotente ed eterno, noi scongiuriamo supplichevoli la tua maestà affinché, come il tuo Figlio unigenito fu presentato oggi al tempio rivestito della nostra umanità, così pure possiamo esserti presentati con animo purificato. Per lo stesso nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Benedizione

“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2,29-32)

Bibliografia:

- Messale Romano del 1983 Seconda Edizione Italiana.
- Missale Romanum del 1962 Ex Decreto SS. Concilii Tridentini.
- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.
- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.
- Liturgia delle Ore di Rito Ambrosiano

 
 
 

DEDICA...

a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

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QUESTO BLOG č CONSACRATO A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; ut non pereamus in tremendo iudicio.

 

LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

- Il Libro della Magia Popolare Siciliana – Anonimo.

- Magia Cristiana, di Antonello Faro. Ed. Primordia.

- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

- La Magia Astrale delle Candele, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Incensi, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia delle Campagne e la Stregoneria dei Pastori, di Eliphas Levi. Centro Editoriale Rebis.

- Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione, di James Frazer. Ed. Bollati Boringhieri.

- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè.

- Antico Trattato di Magia Bianca, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Magia Purificatoria, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Potere Segreto della Preghiera, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro Magico di San Pantaleone. Centro Editoriale Rebis.

- L’Enchiridion di San Giacomo, Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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