Creato da benedicaria il 16/09/2012

Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

 

CELEBRAZIONE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI

CELEBRAZIONE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI

Il Solstizio d'Estate è il momento dell'anno in cui il Sole raggiunge - nel suo moto apparente - la massima altezza sull'orizzonte: si verifica nei giorni attorno al 21 giugno.
Nel folklore e nel mito questo concetto viene espresso mediante il matrimonio sacro tra il Sole e la Luna, matrimonio che avviene quando il Sole entrando nel segno zodiacale del Cancro entra nel domicilio lunare: i due astri dimorano insieme nel regno - acquoso e fertile - della costellazione del Cancro.
É il trionfo del Sole che, sposando simbolicamente la Luna - ovvero la Grande Madre - consente alle acque lunari di venire fecondate dall'astro: un "mezzogiorno del cosmo" che sparge le energie attivate nell'opulenza dei frutti (Cattabiani - Calendario).
La parola solstizio deriva dal latino solstat, "il sole si ferma": come in quello invernale anche nel solstizio estivo pare quasi che il sole indugi un po' in questa posizione. In questo caso - però - il cammino che segue è discendente e non ascendente.
Dal giorno dopo il Sole comincerà a calare sull'orizzonte indicando la prossima decadenza della luce che culminerà con l'arrivo dell'inverno e le feste della sua nuova nascita.
Tale ribaltamento dell'orbita veniva seguito, come avveniva in Sicilia, mettendo - all'alba del 24 - una bacinella per terra, piena d'acqua in modo che il Sole vi fosse riflesso. Questo permetteva di vedere il "sole girare" (Cattabiani, Calendario).
Questa decadenza viene ben rappresentata dal mito del battista, San Giovanni, la cui festa dedicata alla natività è il 24 giugno, proprio all'interno del periodo solstiziale.
La sua storia è legata non solo al Cristo e alla sua venuta ma anche al sangue, simbolo del fuoco che rimanda al calore estivo, a causa della sua morte per decollazione.
Nonostante il 24 giugno si festeggi la sua nascita è in realtà la sua morte che esprime nei riti rurali il potere di preservare campi e bestiame dal male.
Giovanni deriva dall'ebraico Yehōhānnān composto da Yahweh (Dio) e da hānān che ha duplice significato di misericordia e lode. Così Giovanni potrebbe voler dire sia "Misericordia di Dio" sia "Lode a Dio".
Questa duplicità di significati potrebbe ancora riportare i due "Giovanni" presenti nel calendario dei santi. Se il primo si colloca al solstizio estivo, l'altro si colloca esattamente al suo opposto, attorno al solstizio invernale ed è San Giovanni l'Evangelista festeggiato il 27 dicembre.
Per questo il primo viene detto nel folklore "Giovanni che piange" e l'altro "Giovanni che ride": le due feste sono evidenti residui di feste solstiziali precristiane diffuse un po' ovunque e non solo in Europa.
L'importanza di questi due momenti come passaggi si manifesta anche nella tradizione romana: il custode delle porte, Giano bifronte -Ianus in latino - è il signore dell'eternità. Egli veniva festeggiato proprio ai solstizi.
Giano nell'iconografia classica tiene un bastone o scettro nella mano destra e una chiave in quella sinistra indicando di possedere sia il potere regale sia quello sacerdotale.
La caratteristica di essere bifronte consente di comunicare un senso di rotazione, di ciclicità: la capacità dell'universo di ruotare su un asse invisibile. Ianus deriva dalla radice indoeuropea y-a, da cui il sancrito yana (via) e il latino ianua (porta).
Egli è quindi colui che conduce da uno stato all'altro: un iniziatore.
Il movimento ciclico e trasformatore dei solstizi è dimostrato anche dall'usanza di chiamarli "porte" nella religione greca antica. La caratteristica iniziatica del superamento della "porta" è il rinnovamento grazie all'eliminazione di ogni impurità.
Ed è proprio il carattere purificatorio uno dei significati più forti del solstizio estivo, purificazione che avviene attraverso due elementi - legati al Sole e alla Luna: il fuoco e l'acqua.

Il Fuoco
La funzione purificatrice dell'elemento nel solstizio estivo si manifesta non solo nel calore del sole che raggiunge la sua pienezza, ma anche nella sua presenza tra i rituali contadini.
- i falò
- le processioni con torce per i campi
- le ruote infuocate da far ruzzolare lungo i pendii
- il saltare o attraversare il fuoco
- il far passare il bestiame presso i suoi fumi o far andare il fumo dei falò verso i campi
erano tutte manifestazioni del potere purificatorio dell'elemento.
Il Fuoco scaccia demoni e streghe e previene malattie; in Piemonte aiuta a conservare i frutti della terra e ad assicurare buoni raccolti, inoltre protegge da tuono e grandine.
Un proverbio istriano ricorda San Giovanni col su' fogo brusa le strighe, el moro e l'lovo (San Giovanni col suo fuoco brucia le streghe, il moro e il lupo).

L'Acqua
L'Acqua è l'altro elemento in grado di lavare dalle impurità: lo usa anche San Giovanni nel suo rito di battesimo sulle rive del Giordano così come è presente nei riti di iniziazione di molte culture.
Bagnarsi in acque sacre equivale ad una nuova nascita, proprio perché le acque sono sede primordiale della Vita e dell'umido della fecondità che rimanda all'elemento femminile e lunare.
L'acqua solstiziale è la "guazza", la rugiada: la prima acqua del mattino che si forma sui prati.
Ha funzione purificatoria e virtù fecondatrici (mediante lavacri propiziatori sull'erba e giochi di coppia nella fatidica notte tra il 23 e il 24 giugno).
"Prender la guazza" significava favorirsi la salute e il benessere per tutto l'anno a venire.
Non solo: la rugiada preserva i panni dalle tignole e ha benefici effetti anche sulla calvizie.
La guazza fa anche ringiovanire la pelle e la preserva dalle malattie.
In effetti l'acqua di San Giovanni non è altro che l'acqua lunare del Cancro, costellazione nella quale Sole e Luna si incontrano per il loro annuale e solstiziale convegno nuziale.

Le Erbe
Le erbe sono un altro elemento caratteristico del solstizio estivo, e non potrebbe essere altrimenti essendo queste nel massimo del loro potere balsamico, mature al punto giusto e pronte per essere raccolte, essiccate e conservate per aiutarci durante tutto l'anno.
Le erbe di San Giovanni variano da regione a regione, ma alcune sono presenti spesso: l'iperico (o erba di San Giovanni), l'artemisia, la verbena, il ribes (i frutti sono chiamati anche bacche di San Giovanni), l'aglio e il misterioso fiore di San Giovanni.
Questo cresce dalla felce nella magica notte: rende invisibili, fa resistere agli incantesimi e scaccia gli spiriti immondi.
Per raccoglierlo bisogna però attendere la mezzanotte del 24 giugno quando il fiore spunta e si apre emettendo una luce che illumina tutto ciò che lo circonda. Proprio in quel momento il demonio lo raccoglie per impadronirsene. Chi volesse ottenere questo prezioso fiore deve tracciare due cerchi, uno intorno alla pianta uno intorno a sè, e quando il demonio arriva non deve guardarlo ma fissare la pianta: in questo modo lo si sconfigge e si ottiene il dono dell'infiorescenza misteriosa (Cattabiani, Calendario).
Le erbe servono ad ottenere presagi sul futuro, scacciare demoni e streghe, proteggere dal malocchio.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove che risultano essere più potenti e cariche di energia.
Per ottenere poteri di preveggenza le erbe vanno colte in luoghi diversi, essiccate in mazzetti e messe sotto il cuscino la sera della festa: dovrebbero essere 9 tra cui senza dubbio l'iperico. Ciò che si vedrà in sogno accadrà sicuramente.
In Gran Bretagna il 24 giugno si festeggia il giorno di mezza estate, nel quale - come insegna Shakespeare - visibile e invisibile si compenetrano, sogno e realtà si confondono.
Nella tradizione legata alle Antiche Religioni, si festeggia il Sabba di Litha (Dea sassone del grano affine a Cerere e Demetra) dove i Druidi raccoglievano le erbe che avrebbero usato poi lungo l'arco dell'anno.
In Europa si narra ancora che nella notte della vigilia si mostrano nel cielo sciami di streghe che volano per una riunione annuale intorno al noce di Benevento (noce in realtà sradicato fin dal medioevo, cfr. Cattabiani).
Esisteva anche un antico aspetto femminile di questa festa: Fors Fortuna la Dea romana della casualità assoluta, non collegata a nessun ceto o mestiere: tutta la popolazione la festeggiava nei due templi trasteverini a lei dedicati.
Sempre a Roma venivano mangiate in questi giorni le lumache, le cui corna sono simbolo di discordia: si mangiavano perché seppellendole nello stomaco si cancellavano anche rancori e odi (ora è riconosciuta la loro funzione curativa dell'ulcera allo stomaco).
Secondo Cattabiani la funzione beneaugurante della lumaca deriva dal suo essere simbolo lunare (acqua) che indica rigenerazione periodica con i cornetti che ritira ed estende: un movimento nella permanenza che porta fertilità.


BENEDIZIONE DEL FUOCO O FALO’ DI SAN GIOVANNI
   
Accensione della candela (simbolo del fuoco) all’interno del calderone

Sii benedetto, Signore nostro Dio:
tu hai dato agli uomini il tuo Figlio,
splendore dell'eterna gloria,
e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;
benedici questo fuoco nella
notte di San Giovanni Battista;
e fa' divampare nei nostri cuori
l'incendio della tua carità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


Accensione del Cerchio o Ruota, simbolo del Sole.
Mentre si accende il Cerchio o Ruota di Fuoco, partendo da destra verso sinistra, si dice:


Antifona:  “Verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. (Luca 1,78-79)

SALMO 103
 
Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Tu stendi il cielo come una tenda,
costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;

fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.

L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.

Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.

Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.

Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.

Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.

Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.

Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!

Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.

Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.

Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.

Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.

Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.


(Saltare il fuoco o falò di san Giovanni Battista)

Antifona: “Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore.” (Salmo 18,6-7)

Dal Vangelo secondo Marco (4,26-32)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».

BENEDIZIONE E OFFERTA DELLE ERBE DI SAN GIOVANNI

O Dio, antichi popoli hanno scoperto che resine ed essenze potevano ardere e dare piacevoli odori. Da allora, in tempi a noi lontani, gli uomini hanno adorato il dio ignoto col soave profumo dell’incenso. Quando, per tua bontà, hai voluto rivelarti come il Dio unico, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, hai ordinato a Mosè di istituire un rito per offrirti al mattino e alla sera l’incenso davanti alla tenda sacra dell’alleanza, e nel tempio di Gerusalemme ogni giorno saliva al tuo cospetto il suo profumo. E fu proprio nell’ora dell’offerta dell’incenso che l’arcangelo Gabriele annunziò a Zaccaria la nascita del figlio, Giovanni il Battista. Poi quando è giunta la pienezza dei tempi, sei stato tu ad offrirci il tuo Figlio, e hai voluto che alla sua nascita, Gesù ricevesse dai santi Magi, il dono dell’incenso. Ora ti preghiamo benedici queste erbe in questa notte di San Giovanni Battista: Artemisia, Rosmarino, Prezzemolo, Iberico, Lavanda, Aglio, Salvia, Menta, Verbena, Ruta, Felce, che ti offriamo per celebrare il Solstizio d’Estate, e fa che, bruciandole con devozione, ti riconosciamo vero Dio. Il loro soave profumo riempia questo luogo della presenza del tuo Santo Spirito, e allontani da noi e da questo luogo lo spirito del male. Salga da questo luogo l’adorazione e la lode a te nostro Padre e Creatore. E come si spande gradita nelle preghiera la dolce fragranza di queste erbe aromatiche, così venga elevato l’ambiente di questo luogo dalla fede, dall’ardore della carità e dallo zelo per le opere buone, perché possiamo diventare un’offerta perenne a te gradita. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA DI OFFERTA DEI FRUTTI DELLA TERRA
 
Sii benedetto, Dio onnipotente,
creatore del cielo e della terra:
noi riconosciamo la tua gloria
negli immensi spazi stellari
e nel più piccolo germe di vita
che prorompe dal grembo della terra madre.
Nelle vicende e nei ritmi della natura
tu continui l'opera della creazione.
La tua provvidenza senza limiti
si estende alle grandi ere cosmiche
e al breve volgere dei giorni, dei mesi e degli anni.
Ai figli dell'uomo, fatti a tua immagine
e rigenerati in Cristo a vita nuova,
tu affidi le meraviglie dell'universo
e doni loro il tuo Spirito,
perché fedeli interpreti del tuo disegno di amore,
ne rivelino le potenzialità nascoste
e ne custodiscano la sapiente armonia
per il bene di tutti.
Stendi su di noi la tua mano, o Padre,
perché possiamo attuare un vero progresso
nella giustizia e nella fraternità,
senza mai presumere delle nostre forze.
Insegnaci a governare
nel rispetto dell'uomo e del creato
gli strumenti della scienza e della tecnica
e a condividere i frutti della terra e del lavoro
con i piccoli e i poveri.
Veglia su questa casa comune,
perché non si ripetano per colpa nostra
le catastrofi della natura e della storia.
Accogli l’offerta votiva...

[di queste spighe, di questi fiori e di questi frutti]
segno e primizia della stagione…
[estiva].
Concedi a tutti i tuoi figli
di godere della tua continua protezione
e fa' che la società del nostro tempo
ci apra verso orizzonti di vera civiltà
in Cristo uomo nuovo.
A te il regno, la potenza e la gloria,
nell’unità dello Spirito Santo
per Cristo nostro Signore,
oggi e nei secoli dei secoli.
Amen.


Antifona:  “Egli non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori.” (Atti 14,17)
 
INTERCESSIONI

Accendere la propria candela galleggiante e posizionarla sull’acqua all’interno del recipiente e scrivere in un piccolo foglietto di carta una preghiera, un’intenzione, una grazia, un proposito per questo Solstizio d’Estate. E piegatolo lo si bruci sulla fiamma della propria candela segnata da un simbolo o dalle iniziali del proprio nome, lasciandolo bruciare nel fuoco o falò di San Giovanni.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché tu, o Padre, benedica il lavoro della campagna, ci unisca nella gioia per il rendimento di grazie e ci renda responsabili delle creature a noi affidate.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché tu, o Padre, ci insegni il rispetto per ogni creatura, ci ispiri il tuo sguardo e i tuoi sentimenti e ci confermi nella solidarietà con tutto il cosmo.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché i giorni di riposo dalla fatica del lavoro ci aiutino a ritemprare le nostre forze e ci spingano a esercitarci nella comunione.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Padre nostro…


ORAZIONE

Signore, Dio dell'universo, oggi il sole brilla su di noi, alto più che mai, e ci fa entrare nella stagione dell'estate: in questa notte di San Giovanni, guarda a tutte le piante che ci donano i loro frutti, alla terra coltivata dall'uomo, ai raccolti del grano da cui traiamo il nostro pane e ricevi la nostra lode e il nostro ringraziamento. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Preghiera per il Solstizio d'Estate tratta dalla "Preghiera dei Giorni" del Monastero di Bose)

 
 
 

Sant’Antonio di Padova a testa in giù

Sant’Antonio di Padova a testa in giù

In Messico e in Brasile, Sant’Antonio è anche il santo delle donne single. La credenza viene dalla leggenda secondo cui in Portogallo (perchè lì è nato alla fine del 1100 e al secolo si chiamava Fernando Martim de Bulhões e Taveira Azevedo), vivevano due sorelle povere che, non avendo la dote di matrimonio, non potevano accasarsi. Allora sant'Antonio procurò due sacchi pieni di soldi e glieli buttò in casa giù dal camino.

Il "rito" è quello di mettere la statuetta del santo a testa in giù dentro un bicchiere d’acqua finchè non le aiuta a trovare marito. Il Santo verrà tolto dall'incomoda posizione solo dopo che si sarà presentato un uomo decente con credenziali attendibili.

O di togliere alla statuetta del santo il Bambin Gesù che ha in braccio finchè non si sposano.

Pare che i risultati siano sorprendenti.

 
 
 

Preghiera a Sant'Antonio per ritrovare le cose perdute

Post n°140 pubblicato il 13 Giugno 2014 da benedicaria
 

Preghiera a Sant'Antonio per ritrovare le cose perdute

Sant'Antonio è famoso nel mondo anche come il Santo che aiuta a trovare le cose smarrite. Dagli oggetti della vita quotidiana, a documenti importanti, alla stessa fede. La preghiera che segue è dedicata ad invocare l'aiuto di Sant'Antonio proprio nella ricerca di quanto è stato smarrito.

Glorioso Sant'Antonio, tu hai esercitato il divino potere di trovare ciò che era stato perduto. Aiutami a ritrovare la Grazia di Dio, e rendimi zelante nel servizio di Dio e nel vivere le virtù. Fammi trovare ciò che ho perso, così da mostrarmi la presenza della tua bontà.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre.

Preghiamo

Sant'Antonio, glorioso servo di Dio, famoso per i tuoi meriti e i potenti miracoli, aiutaci a ritrovare le cose perdute; dacci il tuo aiuto nella prova; e illumina la nostra mente nella ricerca della volontà di Dio. Aiutaci a trovare di nuovo la vita di grazia che il nostro peccato distrusse, e conduci noi al possesso della gloria promessaci dal Salvatore. Ti chiediamo questo per Cristo nostro Signore. Amen.

 
 
 

Il “Si quaeris miracula” a sant’Antonio di Padova

Il “Si quaeris miracula” a sant’Antonio di Padova

Il “Si quaeris miracela” è una forma di preghiera popolare cristiana, che la tradizione consiglia per recuperare le cose perdute.

Questa forma di preghiera, oggi meno diffusa rispetto a un tempo, deriva dalle parole latine: "si quaeris miracula", parole iniziali del responsorio a Sant'Antonio di Padova, invocato dal popolo per trovare un oggetto smarrito (poiché Antonio, come Sant'Onofrio il Peloso e San Graziano di Tours, è protettore di chi cerca oggetti smarriti).

Per tradizione popolare tale preghiera va recitata senza interruzione per tredici volte di seguito (da cui il nomignolo "tredicina di sant'Antonio").


Latino:

Si quaeris miracula, Mors, error calamitas, Daemon, lepra fugiunt, Aegri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani. Pereunt pericula, Cessat et necessitas: Narrent hi, qui sentiunt, Dicant Paduani.
Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani. Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.
Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani.

Italiano:

Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte, l’errore, le calamità e il demonio; ecco gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute
S’allontanano i pericoli, scompaiono le necessità: lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

 
 
 

Tredicina e Rosario in siciliano a Sant’Antonio di Padova

Tredicina e Rosario in siciliano a Sant’Antonio di Padova

Tra i Santi più venerati c’è S. Antonio di Padova per il quale i fedeli recitano “la Tredicina” (Rosario ripetuto per tredici giorni), dal primo al 13 giugno, giorno della sua commemorazione. Nella tradizione popolare, è il santo maggiormente invocato, soprattutto per ciò che concerne l’amore, il matrimonio, il denaro e la riuscita. Sant’Antonio è considerato molto miracoloso ed estremamente generoso. Il giorno della settimana che gli viene dedicato è il martedì (nella cultura italiana), gli si offrono dei gigli bianchi e candele marroni (specialmente per risolvere problemi in ambito familiare, per trionfare in ambito legale o per risolvere problemi economici)., candele verdi per attirare il denaro, candele color arancio per il matrimonio.

Sono tanti i Rosari dedicati al Santo in ogni parte della Sicilia. Il Rosario che segue è stato documentato negli anni Ottanta a Palazzo Adriano.

Rosario a Sant’Antunineddu

Posta 

In siciliano:


Sant’Antunineddu cadiu malateddu
in pettu purtava du’ pumidda d’oru
bagna la manu e vidi chi c’era
c’era lu risu cu tuttu lu Paradisu.


In italiano:

Sant’Antoniuccio fu malatino
in petto portava due pomelli d’oro
bagna la mano e guarda che cosa c’era
c’era il sorriso con tutto il Paradiso.


Grani

In siciliano:

E’ decimila voti
e ludamu a sant’Antuninu.
e ludamulu tutti l’uri
ca è lu nostru protetturi.


In italiano:

E diecimila volte
e lodiamo Sant’Antonino.
e lodiamolo tutte le ore
poiché è il nostro protettore.


Rosario a Sant’Antonio amato amato

Posta 

In siciliano:


Sant’Antuninu amatu amatu
‘n celu faciti lu me avvocatu
sant’Antuninu amutu sia
‘n celu faciti la grazia a mia.


In italiano:

Sant’Antonino amato amato
in cielo fate il mio avvocato
sant’Antonino amato sia
in cielo fatemi la grazia.


Grani

In siciliano:


Sant’Antoniu miu biatu
cu’ vi l’ha datu stu bambinu a latu?
Vi l’ha datu la matri di Diu
fati la grazia Antoniu miu.


In italiano:

Sant’Antonio mio beato
chi vi ha dato questo bambino a lato?
Ve lo ha dato la madre di Dio
fate la grazia Antonio mio.


(Tratto da: A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.)

 
 
 

DEDICA...

a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

AREA PERSONALE

 

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QUESTO BLOG È CONSACRATO A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; ut non pereamus in tremendo iudicio.

 

LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

- Il Libro della Magia Popolare Siciliana – Anonimo.

- Magia Cristiana, di Antonello Faro. Ed. Primordia.

- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

- La Magia Astrale delle Candele, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Incensi, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia delle Campagne e la Stregoneria dei Pastori, di Eliphas Levi. Centro Editoriale Rebis.

- Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione, di James Frazer. Ed. Bollati Boringhieri.

- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè.

- Antico Trattato di Magia Bianca, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Magia Purificatoria, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Potere Segreto della Preghiera, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro Magico di San Pantaleone. Centro Editoriale Rebis.

- L’Enchiridion di San Giacomo, Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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