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DALLA PARTE DELLE MADRI DEGLI ADOLESCENTI


L'adolescenza viene studiata soprattutto per i cambiamenti nel corpo, nell'organizzazione psichica e affettiva e per lo sviluppo dei legami sociali del ragazzo. Essa comporta uno stravolgimento nelle relazioni familiari e una fatica nell'adattamento della famiglia stessa a nuovi equilibri. Raramente ci si occupa della madre dell'adolescente che deve lentamente e inesorabilmente separarsi dal figlio e modificare la propria relazione con lui.Cosa succede alla madre di un adolescente?La preadolescenza è la fase più difficile.L'entrata del figlio nella preadolescenza comporta spesso una grave crisi nell'assetto relazionale che la madre aveva messo a punto nella prima e seconda infanzia del ragazzo. La preoccupazione materna in questa fase è simile a quella della gestazione biologica. La madre è preoccupata che il processo di trasformazione del figlio possa non avere un esito favorevole e si interroga sia sulla relazione affettiva ed educativa che ha saputo garantirgli, sia sulle caratteristiche intrinseche alla sua personalità.Durante questo processo di crescita e di cambiamento giocano un ruolo importante anche fattori esterni alla relazione madre-figlio. La madre è turbata dalla fame di relazioni di amicizia, di gruppo o addirittura di coppia dell'adolescente e dall'impotenza nel controllare le influenze dei contesti in cui il ragazzo cresce. Si ritrova a dover riformulare i propri piani di comportamento educativo in modo che possano essere funzionali alla crescita del figlio e deve decidere la qualità della relazione con lui. E, cosa non da poco, deve affrontare molte frustrazioni narcisistiche date dal fatto che l'adolescente è costretto a creare “strappi” nella relazione, a prendere le distanze dalla madre per raggiungere livelli più elevati di autonomia.La madre durante la preadolescenza del figlio vive una forte perdita di valore, mentre il suo ruolo perde d'importanza. E' un momento molto difficile e doloroso che può essere sentito come una grave perdita o un sentimento di svuotamento che deve essere riparato. E' un lutto, aggravato dall'ingratitudine del giovane.Questa esperienza può portare allo scoperto nella madre un nucleo depressivo fino a quel momento sopito e compensato. Il rischio in questo caso è che la madre si senta minacciata dai bisogni e dai desideri di autonomia del figlio e che cerchi di recuperarne totalmente il controllo ostacolandone il processo di crescita, oppure, che si dimetta precocemente dal proprio ruolo di madre.In queste situazioni, sarebbe necessario chiedere aiuto per poter meglio affrontare questo duro processo di separazione.La nostra società e i vari ambiti di socializzazione, comunque, tendono a favorire da parte della donna un compromesso tra il bisogno di controllo e l'obbligo di emancipazione ed autonomizzazione.Dopo il superamento della fase della preadolescenza, la madre, modificando il proprio ruolo, cautamente accetta una diminuzione della dipendenza del figlio. Lo segue da lontano.Nel periodo dell'adolescenza vera e propria le preoccupazioni della madre riguardano maggiormente gli ambiti della socializzazione del ragazzo: il timore è che non sia riconosciuto ed ammirato nei vari ambiti sociali esterni alla famiglia. Il figlio non chiede più alla madre lo stesso sostegno che richiedeva in passato. Ha un gruppo, una rete amicale che lo sostiene. La madre viene progressivamente messa da parte e i valori familiari vengono modificati, a volte addirittura negati.La crescita dell'adolescente impone una separazione e un disinvestimento che viene vissuto come molto doloroso dalla madre. E ciò viene aggravato se nella coppia genitoriale ci sono conflitti che erano rimasti sopiti durante la fase dell'accudimento del figlio.I figli devono separarsi dai genitori e un bravo genitore deve lasciare che si separino, per quanto sia doloroso. Da Khalil Gibran“I figli”I vostri figli non sono vostri figli. Sono figli e figlie del desiderio ardente che la Vita ha per se stessa. Essi vengono per mezzo di voi, ma non da voi. E benché siano con voi, non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno i loro pensieri. Potete dar alloggio ai loro corpi, ma non alle loro anime, poiché le anime dimorano nella casa del domani, che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni. Potete sforzarvi di essere come loro: non cercate però di renderli come voi. La vita, infatti, non torna indietro né indugia sul passato. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli come frecce viventi son lanciati. L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi piega con la sua potenza perché le sue frecce volino veloci e lontane. Bibliografia: Charmet, "I nuovi adolescenti" Cortina Editore puoi trovare altri articoli su:www.benesserepsicologico.it