Essenza di vita

...L'insostenibile peso dell'intransigenza umana...


"Intransigenza, l’insostenibile peso dell’intransigenza umana, l’ostinarsi a non voler comprendere, condividere, relazionarsi, l’ostinarsi a vedere il buono solo in ciò che i propri occhi vedono come giusto.La capacità sempre maggiore di volere vedere il diverso in chi non è come noi, in chi non si allinea al nostro essere, in chi non è visivamente e psicologicamente assimilabile alla nostra esistenza carnale.Divisione, la volontà di voler scindere, bene e male, bianco e nero, Cristiano e Mussulmano, omosessuale ed eterosessuale, umano ed animale, sano e malato…il voler frammentare nell’incapacità di vedere che siamo tutti della stessa materia, anime incolore e allo stesso tempo multicolore, cuori che pulsano e menti pensanti in semplici involucri carnosi da colori, forme, odori e dimensioni diverse.Guerra fra fratelli, polvere in polvere da ciò che eravamo tutti a ciò che torneremo una volta consumato il nostro contenitore terreno.L’insostenibile sensazione obbligata di non potersi sentire tutti uguali ma forzatamente e incontrovertibilmente diversi per legge umana, terrena, scritta con caratteri d’odio e di rabbia.Sangue, ossa, organi, muscoli, tendini, cellule, batteri, anime, menti e cuori identici ma psico-umanamente diversi.Perché gli animali vivono queste “disuguali diversità” in pace e l’uomo se ne fa invece un cruccio, un rovello che pare esser simile a corde che stringono gole ormai impossibilitate ad emettere suoni di viva protesta per questo scempio verso la legge naturale?Perché gli elementi che compongono questo mondo terreno convivo, si uniscono, si fondono senza pensieri? Perché una nota emessa da uno strumento orientale non grida intransigente il suo fastidio verso quella emessa da uno strumento europeo ma piuttosto si fonde con essa per dar vita ad una bellissima melodia?La fresca, naturale, vera energia che si può percepire nel venire a contatto con altri esseri uguali ma cromaticamente diversi da noi per pelle, religione, usi, costumi e lingua dovrebbe essere per noi linfa vitale, carburante per la mente, acqua fresca, chiara e limpida che monda le anime da pensieri distorti di divisione, soavi soffi di vento simili a battiti di ali di farfalle lontane.“Dividi et impera”...no, meglio “Unisci et impera”, così come dallo spazio il nostro pianeta non ha linee di confine se non quelle fra terra e acqua anche nella nostra mente deve istillarsi il bellissimo dubbio che non esistono barriere e quindi diversità se non quelle imposte dall’offuscata psicologia umana. Il sole che scalda il mio volto farà altrettanto su quello di un Algerino, di un Indiano, di un Congolese, di un Iracheno, di un Cinese, di un Francese…senza distinzione, senza imposte oligarchie perché esso sa che siamo tutti fatti della stessa materia interiore.Un aquilone volerà sospinto dal vento tanto se tenuto in mano da un bambino Italiano quanto se tenuto da uno Africano perché non v’è diversità nel vento, non fa differenze su dove far giungere la propria brezza, per lui conta solo soffiare, il resto sarà maestria di chi muoverà il filo, dell’energia dell’anima che saprà infondere nei movimenti per farlo volare alto.Il dispiacere per l’incapacità dell’uomo di non voler accettare, del non voler esporsi, del non voler vedere in lui quello che discrimina come “diverso” è un peccato naturale, la volontaria impossibilità “dell’ecosostenere” le diversità umane, “quell’ecosostenibilità” che può venir espressa anche parlando dell’essere umano in quanto facente parte del ciclo della natura, della vita su questo pianeta, dell’esistenza naturale, è un vero crimine.Siamo fatti tutti della stessa materia organica e inorganica, la mente, l’anima, il cuore appartengono all’umanità, all’essere di carne…il cuore di un nero è come il mio e altrettanto il mio è assimilabile a quello di un gatto, a quello di un passerotto, a quello di un Bosniaco, a quello di un Indonesiano così come a quello di una mucca, di un leone, di un elefante o di un Americano.Siamo tutti macchie di colore stese sulla tavolozza della terra, ogni colore, ogni sfumatura (sia essa di religione, di usi, costumi o di lingua) permettono allo scorrere del tempo e dell’esistenza di dipingere un affresco che altrimenti non potrebbe aver vita, non potrebbe aver luce, la stupidità forzatamente imposta dal nostro essere intransigenti sta mondando questo dipinto, sta cercando di rendere il tutto incolore, cupo, buio, nebbioso…nebbiose come le menti di quegli esseri viventi che vedono il “diverso” in ciò che è uguale a se per scelta e legge naturale."