Essenza di vita

Post N° 283


PROSEGUIMENTO DEL POST N° 282Vi ricordo che se volete vedere le foto potete cliccare quiQuinto giorno 31.8.09 Bayeux/Port en bessin/Omaha beach/Colleville sur mer/Vierville sur mer/Pointe du hoc/La cambe/St come du mont/St merè egliese/Crisbeq/Foucarville (305 Km): La sveglia suona come sempre verso le 7 e una volta svegliatici e preparatici la colazione ci siamo rimessi in marcia, direzione Bayeux, una "città" a poca distanza da dove eravamo, ovviamente la paroa città va rapportata alle dimensioni dei paesi medi della Normandia, quindi anche in questo caso di vera e propria città non si poteva parlare...giungiamo sul posto verso le 8 e siccome il museo che avremmo dovuto visitare era ancora chiuso ci siamo diretti a piedi nel vicino cimitero militare inglese dove abbiamo potuto meditare e parlare un po del senso della guerra passeggiando in solitaria (era molto presto e nel cimitero c'eravamo solo io e la Vero) fra le innumerevoli tombe che, messe in fila come sempre, si ergevano a ricordo delle migliaia di persone cadute in guerra.Una volta conclusa la visita del cimitero di Bayeux ci siamo diretti verso il centro città dove, nell'attesa che il museo aprisse, abbiamo avuto il piacere di visitare la bellissima Cattedrale, resa ancora più mastodontica e di effetto dalla solitudine in cui ci trovavamo, infatti all'interno non vi era nessuno al di fuori di noi due.Verso le 9 riusciamo finalmente a visitare il museo dove erano posizionati un sacco di cartelli esplicativi, di oggetti della guerra fra cui anche il microfono originale con cui il Generale De Gaulle fece il suo discorso al popolo francese invitandolo a resistere agli oppressori tedeschi e  un sacco di mezzi militari...blindati, carrarmati, cannoni anticarro e antiaerei senza dimenticare gli immancabili oggetti di uso quotidiano per i militari dell'epoca.Conclusa la visita del museo ci siamo rimessi sulla strada per dirigerci verso Port en bessin un piccolo paese a ridosso dell'oceano dove abbiamo avuto l'occasione di visitare un museo tanto bello quanto curioso, formato solo da relitti di qualsiasi genere (navi, carrarmati, artiglieria, armi...) ripescati dai fondali marini...oltre a questo si potevano vedere anche un sacco di oggetti appartenuti a molte navi colate a picco durante la guerra e riusciti a strappare alle profondità marine...dai vestiti alle armi, dagli oggetti per la navigazione alle razioni alimentari...il museo era infatti gestito da un signore, ormai non più giovanissimo, che per più di 40 anni aveva con la sua squadra, scandagliato i fondali marini attorno alle spiagge dello sbarco e riportato alla luce moltissimi relitti.Prima di concludere la visita e rimetterci in viaggio non abbiamo però resistito a fare acquisti, infatti in una piccola vetrina all'ingresso erano esposti in bella mostra moltissimi oggetti che venivano venduti a diversi prezzi e dopo aver guardato bene abbiamo scelto diverse cose...io mi sono accaparrato una bottiglia con ancora all'interno diverse spille da balia e alcuni aghi per le siringhe, una bottiglietta di medicinale vuota e un po di corda, la Vero invece 2 bottigliette di medicinali (una con le concrezioni nate per il troppo tempo passato in acqua), una campanella che veniva usata per dare l'allarme in caso di attacco e un po di corda, tutto ciò proveniva (fotografie alla mano) da una nave che affondò allargo del porto artificiale di Arromanches les bains (visitato il giorno prima) nel 1944 dopo essere saltata in aria su di una mina sottomarina tedesca...il prezzo non è stato altissimo, con circa 35-40 euro siamo andati via con dei ricordi davvero bellissimi e di sicura provenienza visto che il subacqueo che gestiva il museo ci ha fatto vedere le fotografie di quando vennero ripescati questi oggetti.Rimontati su Pepito siamo ripartiti questa volta per Colleville sur mer, un paesino proprio a ridosso della famigerata e famosissima Omaha Beach, qui è anche ubicato il più grande cimitero militare americano su suolo francese con più di 21.500 sepolture.Parcheggiato il camper ci siamo subito resi conto delle dimensioni e dell'importanza di questo cimitero militare, all'ingresso, a differenza di tutti gli altri cimiteri di guerra, siamo stati perquisiti da diverse guardie e una volta entrati le dimensioni di tutto sembravano davvero mastodontiche...prima di visitare il cimitero e la spiaggia abbiamo attraversato un interessantissimo museo sugli americani in guerra dove, durante la visita, tramite altoparlanti venivano scanditi a ripetizione tutti i nomi dei caduti americani seppelliti nel cimitero, devo dire che questa cosa è stata di grosso effetto e ci ha lasciati molto colpiti ed emozionati.Usciti dal museo la nostra prima tappa è stata la spiaggia di Omaha,che abbiamo visto prima dall'alto del punto in cui ci trovavamo (il cimitero è situato su di un promontorio che dà proprio sulla spiaggia) e poi, seguendo una piccola e tortuosa stradina, dal basso...lì abbiamo approfittato della bassa marea per mettere i piedi a mollo nell'acqua dell'oceano, devo dire che è stata un emozione molto forte calcare quelle sabbie che 70 anni prima avevano visto lottare e morire moltissimi militari, una sensazione davvero forte e di impatto.Finita questa passeggiata sulla spiaggia (vederla dal punto di vista degli americani sbarcati ci ha fatto davvero effetto visto che la spiaggia era davvero immensa), ci siamo diretti al cimitero dove abbiamo passato più di un ora fra una quantità infinita di croci, infatti questo cimitero ha questa particolarità, questa unicità...le croci anziché le lapidi.File infinite e interminabili di croci bianche luccicavano al sole intramezzate ogni tanto da qualche stella di David e il vederle tutto intorno a noi quasi a perdita d'occhio ci ha fatto davvero tanto effetto, abbiamo cominciato un po a leggere i nomi e anche qui ci siamo accorti delle età davvero molto "basse" di questi militarti...18,21,20,24, queste le "età medie" di chi riposava in quel cimitero, innutile dire che in quel luogo si respirava un aria davvero particolare, quasi elettrica, sensazioni davvero difficili da spiegare ma molto forti.Usciti dal camposanto con ancora queste file infinite di croci davanti agli occhi abbiamo ripreso la strada che in pochi minuti ci ha portati a Vierville sur mer dove, all'interno di un piccolo Hangar dismesso dalla 2a guerra mondiale, abbiamo visitato un piccolo museo in cui tutti gli oggetti erano ammassati uno accanto all'altro, si trovava di tutto, dalle parti di aereo agli elmetti, dalle armi americane a quelle tedesche, dai Rupert (i fantocci paracadutati dagli americani) al materiale radio, dagli strumenti dei medici ai grandi riflettori che i tedeschi puntavano verso il cielo la notte per "stanare" i cacciabombardieri o gli aerei nemici...ma 3 cose hanno colpito particolarmente la nostra attenzione...una macchina "Enigma" tedesca che permetteva di scrivere messaggi in codice che per molti anni gli americani non riuscirono mai a decifrare, un carrarmatino tedesco telecomandato che veniva imbottito di tritolo e veniva fatto avanzare verso gli americani e infine alcune minuscole motocilcette pieghevoli in dotazione alle truppe inglesi che venivano paracadutate una volta che gli alleati erano a terra.La prossima tappa per noi è stata Le point du hoc, un luogo in cui abbiamo potuto vedere i risultati di un bombardamento a tappeto.La nostra passeggiata è iniziata percorrendo una piccola strada in ghiaia che lentamente ci ha fatto avvicinare alle scogliere a picco sull'oceano, una volta giunti quasi a ridosso di esse una zona pianeggiante ci ha rivelato numerose postazioni costiere ma la cosa che ci ha lasciato più stupiti sono stati gli immensi crateri provocati dai bombardamenti americani, una zona di 3 Km quadrati o forse più, completamente "crivellata" di fori, crateri fondi 3,4,5 metri erano tutti intorno a noi, non avevamo mai visto una cosa simile e l'entrare in una di queste buche ci ha fatto capire quanto potenti potessero essere questi ordigni...passeggiamo guardando un po questi crateri e un po le innumerevoli batterie costiere (alcune completamente disintegrate dalle bombe che evidentemente erano cadute su di esse) che si ergevano a difesa di queste coste, qui scopriamo che la notte del 6 Giugno ci fu un furioso combattimento corpo a corpo fra numerosi soldati americani che con coraggio si  inerpicarono sulle scogliere e i tedeschi che erano asserragliati nelle postazioni...ci meravigliamo guardando l'altezza di queste scogliere senza ben capire come gli americani erano riusciti a salire sino a li.Conclusa la visita ci dirigiamo in un nuovo paesino chiamato La cambe, dove vistiamo un cimitero, ma non uno qualunque...un cimitero militare Tedesco (il più grande in Francia).Appena entrati ci accorgiamo subito di una netta differenza da tutti gli altri cimiteri...le croci non sono bianche bensì nere e soprattutto non sono una per ogni caduto ma sono posizionate di 5 in 5 a distanza di circa 10 metri ciascuna, a riportare i nomi dei caduti ci sono delle placche in terracotta posate al suolo...ci aggiriamo un po in questo luogo e decidiamo, per poter vedere meglio il tutto, di salire sul mausoleo che si ergeva al centro del camposanto...dall'alto di quel monumento ci rendiamo conto di quanti tedeschi riposavano in quel luogo, anche in questo caso il numero non era molto basso, ve lo posso assicurare.Il sole comincia pian piano a calare e noi decidiamo di riprendere la strada non prima però di esserci fermati a compare un po di frutta...prossima destinazione St Merè Eglise (il primo paese liberato dalle forze alleate la notte del D-Day e famoso per un aneddoto che dopo vi racconterò), ma prima di giungere a destinazione facciamo una piccola deviazione per visitare una strada particolarmente famosa, più che una strada, un angolo di essa chiamato "l'angolo del morto".Questo luogo venne chiamato così per un aneddoto un po raccapricciante...durante la guerra all'intersezione di questa strada (sul cui angolo vi è ancora la casa dell'epoca risistemata e verniciata come un tempo) un carrarmato americano venne colpito da uno tedesco, il militare all'interno del primo carro, nonostante l'esplosione era ancora vivo ma quando cerco di uscire dalla torretta venne crivellato dai colpi di una mitraglietta tedesca, il suo corpo rimase quindi a penzoloni mezzo fuori dalla torretta per diversi giorni e molti militari lo videro in quella insolita posizione, decisero così di chiamare quest'angolo "l'angolo del morto"...ai nostri giorni oltre, come vi dicevo prima, alla casa dell'epoca (oggi trasformata in un museo che parla proprio di questo aneddoto), rimangono solo alcuni pezzi di quel carrarmato ed una targa commemorativa dell'evento.Ripartiti sul nostro Pepito siamo così giunti a destinazione in un batter d'occhio, la famosa chiesetta di Saint Merè egliese si ergeva davanti a noi...dovete sapere che questo minuscolo paese fu il primo ad essere liberato 15 minuti dopo lo sbarco in Normandia, ma questo abitato è famoso anche per un altro aneddoto...infatti sul campanile della Chiesa rimase impigliato uno sfortunato paracadutista della 101esima divisione aviotrasportata, lo sfortunato militare rimase incastrato con il suo paracadute in un angolo del campanile e dovette fingere per più di 2 ore di essere morto visto che ai piedi della Chiesa vi erano i tedeschi che sparavano verso il cielo a qualunque cosa si muovesse...fortunatamente questo militare riuscì a cavarsela, infatti nel giro di poche ore il paese fu conquistato e il paracadutista messo in salvo, l'unico danno che riportò fu la perdita di un po di udito visto che le campane suonarono per più di 2 ore in continuazione (era il segnale di allarme tedesco).Oggi sulla Chiesa un manichino di forma umana completamente vestito ed attrezzato come un paracadutista è stato rimesso con il paracadute e tutto il resto nella stessa posizione in cui si ritrovò i quei momenti...decidiamo così di fare 2 passi lungo il paesino davvero molto piccolo e di visitare questa Chiesetta fantastica.Il museo che avremmo dovuto visitare era ormai chiuso e così abbiamo pensato che avremmo passato la notte lì per svegliarci il mattino seguente e visitare il museo...visto che la sera non era ancora scesa e alcuni luoghi che avremmo dovuto visitare erano a poca distanza abbiamo deciso di riprendere la via della strada e in circa quaranta minuti abbiamo visitato Crisbeq dove abbiamo potuto ammirare una batteria costiera e un bunker ormai in stato di abbandono e Foucarville un paesino di poco più di 50 anime in cui vi è una Chiesa che riporta sulle pareti esterne e sulle croci del cimitero ancora i fori dei proiettili sparati (infatti qui vi fu uno scontro molto sanguinoso fra Americani e Tedeschi che combatterono praticamente "corpo a corpo" nascondendosi dietro le lapidi).Concluso questo nostro mini-tour siamo tornati a Saint Mere Eglise dove abbiamo passato la serata cenando e passeggiando lungo la via principale della cittadina che nonostante fosse deserta ci siamo goduti appieno sino a che non è arrivato il momento di andare a dormire.-Il cimitero militare di Bayeux--Omaha Beach--Il cimitero militare Americano ad Omaha Beach--I crateri delle bombe a Le pointe du Hoc-Bayeux:
 
 
 
Port en Bessin:
 
Omaha Beach:
 
 
 
 
Vierville sur mer:
 
Le pointe du Hoc:
 
 
 La cambe:
 
Crisbeq, Foucarville:
 
 
 
 
St Mere Eglise:
 
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