QUI NON E' RETE 4!

BERLUSCONI IMBARAZZANTE!


ROMA (1 ottobre) - L'Italia non è a tinte rosa come la dipinge il presidente del Consiglio. Massimo D'Alema attacca così le affermazioni del premier Silvio Berlusconi, e le recenti rivelazioni del premier sul gradimento del governo da parte dei cittadini: «Berlusconi è imbarazzante come leader di un paese occidentale - dice l'ex vicepremier intervistato su RadioTre - Io sono estremamente preoccupato perché la raffigurazione in rosa che lui dà dell'Italia è falsa. Cresce la disoccupazione e le classi medie si impoveriscono e credo che l'azione del governo sia totalmente inadeguata. Noi conviviamo con un fenomeno anomalo non perché Berlusconi sia buono o cattivo ma perché concentra in sè potere politico finanziario e mediatico mentre la democrazia è equilibrio tra questi poteri». Quanto alle affermazioni del Cavaliere su Veltroni l'ex vicepremier invita a rispettare le altre forze: «Dialoghi con Veltroni, che è il leader del Pd». Nessuna resa dei conti nel partito. Massimo D'Alema replica poi all'esponente Pdl Antonio Leoni, per il quale il fatto che l'ex vicepremier sia tornato a parlare prelude ad una resa dei conti nel partito Democratico: «Io non ho mai perduto la favella, parlo se ho qualcosa da dire, forse con una certa moderazione rispetto alla media. Nel Pd non è prevista alcuna resa dei conti - afferma - C'e una conferenza programmatica discutiamo, ma non ci sono rese dei conti. Viviamo certo un momento di messa a punto della proposta politica di rilancio della politica delle alleanze e io penso che lo si debba fare con calma. Il nervosismo porterebbe a compiere errori mentre noi abbiamo un periodo ragionevole per ridare forza alla proposta politica». D'Alema ammette: «Abbiamo perso le elezioni ma siamo usciti con un indubbio successo del 34%» e ritiene che non vada dato troppo valore ai sondaggi che premiano il governo: «Hanno un valore relativo salgono e scendono, anche Prodi aveva percentuali positive subito dopo le elezioni. Non dobbiamo vivere nell'angoscia perché la politica deve avere una visione di medio periodo e noi dobbiamo metter in campo un progetto per il governo del paese». D'Alema dice di condividere la lettera del segretario del Pd Walter Veltroni che oggi torna sul Corriere sui rischi di una svolta autoritaria. «Veltroni - evidenzia D'Alema - torna in modo pacato sui problemi della nostra democrazia. Io credo che ci siano e sia giusto sollevarli anche se d'altra parte ci conviviamo da vent'anni». La lettera di Veltroni. Il leader del Partito Democratico Walter Veltroni torna a parlare dei rischi per la democrazia in Italia in una lettera pubblicata oggi dal quotidiano di via Solferino: «L'allarme che ho manifestato nell'intervista al Corriere della Sera di domenica non è una "vecchia narrazione", la ripresa di uno scontro muro contro muro in cui viene messa in forse la legittimità democratica dell'avversario. Attorno al tema del rapporto maggioranza-opposizione c'è stato un "gigantesco equivoco": quello che i giornali hanno stucchevolmente chiamato dialogo, è diventato un'autocensura moderata dell'opposizione. Uno schema impossibile e irrealistico, prima di tutto per la vita stessa della democrazia, che però è stato adottato per primo proprio da Berlusconi, che è sembrato aspettarsi un'opposizione non dialogante ma inesistente». Manifestazione del 25 ottobre. Veltroni illustra i motivi che hanno portato a indire la manifestazione del 25 ottobre e in particolare cita i «rischi di una vera decadenza della democrazia». Il leader democratico punta il dito contro il presidente del Consiglio, «abituato a mettere in discussione la legittimità democratica dell'avversario. Mentre alle Camere arrivava la norma blocca-processi - scrive Veltroni - i magistrati erano definiti metastasi della democrazia e il leader dell'opposizione diventava un "fallito" che dovrebbe "ritirarsi dalla politica". Ed è di qualche giorno fa, nel pieno della trattativa Alitalia, la battuta insultante di un "Veltroni inesistente", smentita solo giorni più tardi. Una litania delegittimante per l'opposizione e per le istituzioni». «A preoccuparmi - conclude il leader democratico - è una realtà che si sta incaricando di dimostrare che nel mondo il mercato può esistere anche senza democrazia o in presenza di democrazie deboli. È la realtà di pericolose pulsioni xenofobe e razziste, di un generalizzato bisogno di decisione che si manifesta con un insieme di semplificazione mediatica dei problemi, di fastidio per ogni complessità, di tendenze all'investitura plebiscitaria della leadership, di scavalcamento o marginalizzazione delle istituzioni, di noncuranza per la patologica concentrazione del potere. Di tutti questi fenomeni il nostro Paese, anche per l'evidente propensione del Presidente del Consiglio ad esserne l'incarnazione, è purtroppo un evidente esempio».