QUI NON E' RETE 4!

CON BERLUSCONI RITORNANO GLI AMICI EVASORI FISCALI!


In agosto diminuiscono le entrate tributarie. Lo certifica Banca d’Italia nell’ultimo bollettino. Meno incassi per il fisco sia rispetto a luglio, sia rispetto allo stesso periodo del 2007. A leggere i numeri secchi, c’è una frenata in piena regola. Ecco le cifre: in agosto il gettito si è fermato a 31,6 miliardi, contro i 34,6 di dodici mesi prima. In calo anche il dato mensile: a luglio scorso si era superata la quota dei 40 miliardi. I dati si diffondono in mattinata, e subito riesplode la polemica sulla lotta all’evasione con il Pd all’attacco sulla lotta all’evasione. A fine giornata sono scesi in campo tutti i protagonisti dell’ennesima querelle fiscale: Tesoro, Agenzia delle Entrate (che ribattono alle accuse dell’opposizione, sostenendo che il dato depurato mostra un aumento di entrate) e anche fonti di Bankitalia che sottolineano la neutralità del dato secco. Oggi si potrà capire meglio, visto che Via Nazionale diffonderà il suo tradizionale bollettino economico. In ogni caso dalle scintille di ieri si capisce subito che la partita è arroventata e non riguarda tanto i numeri, ma le scelte politiche. Perché sul terreno fiscale il cosiddetto «governo del fare» finora ha soltanto cancellato quel che c’era prima: norme e persone. Tutto azzerato per ricominciare daccapo. Ma cosa si voglia davvero costruire ancora non è chiaro.A dar fuoco alle polveri ieri è Pier Luigi Bersani. «Le entrate fiscali diminuiscono non solo per la crisi, ma anche perché sono state tolte un pò di misure contro l'evasione - dichiara il ministro ombra - Non vorrei che il famoso risanamento che abbiamo fatto finisse in tasca agli evasori. Questo fra un pò di mesi si potrà vedere e in questo caso il governo si sarà preso una bella responsabilità». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Enrico Letta. «I dati sono complessi da valutare - spiega - Ma c'è un solo dato preoccupante, quello che dice che è ripartita l'evasione fiscale. Su questo l’attuale governo sta facendo poco. Noi chiediamo si faccia di più perchè il danno è al sistema Paese». La reazione dell’Agenzia delle Entrate non si fa attendere. Il direttore Attilio Befera sforna i risultati dell’amministrazione di quest’anno. Gli incassi dai suoli sono aumentati del 13,5% nei primi 8 mesi dell’anno, la riscossione è stata pari a 3,7 miliardi contro i 3 miliardi dello stesso periodo del 2007. Anche se riscossione non vuol dire esattamente lotta all’evasione, ma questo Befera non lo dice. Vero è che aumentano anche gli accertamenti. Quanto al dato «grezzo» di Bankitalia Befera spiega che a modificare i risultati c’è lo spostamento di una scadenza, fissata da Prodi in agosto, tornata a luglio con Tremonti. Depurando i dati da questa sfasatura, le entrate risulterebbero in aumento. A sostegno dell’Agenzia interviene il tesoro, con una nota dai toni più aggressivi. Via Venti Settembre giudica «concettualmente falsa» la lettura dei dati forniti da Bankitalia. In serata anche Bankitalia cala le sue carte. Fonti di Palazzo Koch precisano che i dati riportati dal bollettino sono quelle fornite dal bilancio dello Stato, senza nessuna ulteriore eleborazione. Peraltro - continuano le fonti - non si prestano ad un'estrapolazione automatica, come invece è stato fatto. Proprio per questo Bankitalia non commenta mai il singolo dato mensile. La querelle potrebbe finire qui. Se non fosse che, se è vero che per Bankitalia parlano i numeri e le tabelle, per il governo parlano anche gli atti. Che finora su questo fronte sono andati verso un’unica direzione: deregulation. Nella manovra d’estate è stata abolita la tracciabilità per i professionisti prevista nell’ultima Finanziaria Prodi. Quanto agli assegni liberi, è stata reintrodotta la soglia di 12.500 euro, mentre Prodi aveva imposto la non trasferibilità a decorrere da aprile come norma antiriciclaggio. Ancora: la manovra cancella la reintroduzione dell’elenco clienti e fornitori , uno strumento utile a verificare il giro d’affari delle imprese. Per il centrodestra non è con questi strumenti che si combatte l’evasione. Semmai si dovrebbe passare a una fiscalità premiale, che elimina vincoli e introduce nuova fiducia tra contribuenti e amministrazione. Ma i nuovi strumenti ancora non si vedono. In compenso si vedono molte facce nuove negli uffici di prima linea sul fronte dell’evasione. Molti sono dei ritorni, piuttosto che degli arrivi: c’erano con il vecchio governo Berlusconi e sono tornati con il nuovo. Altri sono delle novità assolute. Come Fabrizia Lapecolrella, arrivata il 13 giugno scorso a sostituire Fabrizio Carotti, capo del dipartimento delle politiche fiscali. Lapecorella non è affatto un nome nuovo per le cronache: il suo caso fa scalpore da anni. Esattamente dal 2002 quando, non avendo pubblicato nulla (neanche un rigo) superò in un concorso all’Università di Bari una concorrente che aveva un dottorato alla London School of Economics, e 10 pubblicazioni. Quella cattedra fu un trampolino per entrare nell’amministrazione con il Berlusconi ter (direttore del Secit); Prodi bis (esperto servizio ispettivo), e infine con il Berlusconi quater.