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ROMA (6 ottobre) - Non sono piaciute a Walter Veltroni le dichiarazioni
del presidente del Consiglio contro l'opposizione sfascista: per il
leader del Pd si tratta di un segnale per una «opposizione che non deve
esserci» e la cui presenza infastidisce Berlusconi. Sui decreti legge
Veltroni sostiene che il capo del governo «non conosce la Costituzione
che prevede che si possa ricorrere ai decreti solo quando ci sono
determinati requisiti di necessità e urgenza».
Dialogo in Parlamento. Sul
confronto con la maggioranza, «il dialogo, se lo si voleva fare, lo si
faceva all'inizio della legislatura - sostiene Veltroni - Ripeto quello
che ho sempre detto: vengano in Parlamento le riforme istituzionali
sulla riduzione del numero dei parlamentari, monocameralismo, etc. Noi
le voteremo, ma basta con questa storia del dialogo perché il dialogo,
se lo si voleva fare, lo si faceva all'inizio della legislatura».
Berlusconi infastidito dalla presenza dell'opposizione.
Per il leader del Partito democartico il presidene del Consiglio è
infastidito dalla presenza dell'opposizione: «Il governo ammette che
possa esistere un'opposizione oppure no?» si chiede Veltroni alla
trasmissione radiofonica Faccia a faccia in onda su Radio 3,
lamentando poi un «clima da pensiero unico». Berlusconi, osserva
Veltroni, ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati,
del parlamento e ha fastidio perché esistono dei giornalisti che dicono
cose che a lui non piacciono».
Preoccupazione per perdita della democrazia. Il
segretario del Pd conferma le sue preoccupazioni per «i tanti segnali
di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia». Per
quanto riguarda il lavoro dell'opposizione che prepara la
manifestazione del 25 ottobre, Veltroni ricorda che dopo la prima
finanziaria del governo Prodi nel '96 «Berlusconi organizzò una grande
manifestazione che aveva come slogan "Contro il regime per la libertà"».
YOUDEM TV
CANALE 813 DEL BOUQUET SKY.
BERLUSCONI SE LA RIDE MENTRE L'ITALIA AFFONDA!QUESTO PAESE MERITA GENTE IN GRADO DI GOVERNARLO E NON UN GOVERNO DI INCAPACI!
TV NO RETE 4
BERLUSCONI-DELL'UTRI-MANGANO E LA MAFIA!
A SILVIO!
portami sempre nel tuo cuore
Tu che fai tutto in quattro e quatr’otto
toglici presto l’articolo 18
Giacchè sei senza coscienza
rubaci pure la contingenza
Visto che sei senza pietà
levaci pure l’anzianità
E se vuoi fare le cose serie
lasciaci anche senza ferie
Per migliorare la situazione
togli di mezzo la liquidazione
Se l’inflazione ancora dilaga
fregaci pure la busta paga
E per far dispetto ai sindacati
aumenta la schiera dei disoccupati
Affinchè sia tutto normale
facci pagare anche l’ospedale
Perchè vada tutto a buon fine
facci pagare anche le medicine
Per evitare ulteriori danni
mandaci in pensione a 90 anni
E poichè a 90 anni saremo caput
VA FA MMOCC’ A CHI TE MMURT!!!
Il numero di tessera della P2 assegnata al Cavalier Berlusconi è: tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978.
Nella relazione finale della Commisione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 si legge: "...alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi) trovano appoggi e finanziamenti al di la’ di ogni merito creditizio...". Le due grandi banche, infatti, che danno credito a Berlusconi sono la Banca Nazionale del Lavoro e il Monte dei Paschi di Siena, dove durante gli anni ‘70 la P2 e’ piu’ attiva. Il Monte dei Paschi concede tra il ‘70 e il ‘79 70 miliardi di mutui fondiari a Berlusconi a tassi fra il 9 e il 9,5%.
Il 10 Aprile 1978 Berlusconi inizia una collaborazione come editorialista sul maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, proprio quando la loggia P2 acquisisce, come dice la commissione parlamentare d’inchiesta "il controllo finanziario e gestionale del gruppo Rizzoli".
Interpellato su Licio Gelli, Berlusconi risponde: "...Anch’io come 50 milioni di italiani, sono sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati a Licio Gelli. Anni di inchieste sono serviti solamente ad offrire alle varie fazioni politiche un terreno di lotta e di calunnie facile quanto strumentale.
SILVIO BERLUSCONI IL CAZZATARO
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