Beth's World

ETERNO RITORNO


Sentì fiamma salire su per il vestitoOcchi d’oriente e nel ventre un figlio ancora vivo,guardò a lato della piazza, accusata, marcita del suo amore,per tutti strega pazza.Pensò alla sua allegra vigilia,ai pennelli, al giustacuore di un pittore,pensò alla terra natia, alla famiglia lontana,all’acqua nel pozzo, come lei avvelenata.Pensò che l’amore era meraviglia,improvviso e strisciante,raggrumava pensieri nell’ultim’ora,ma la fiamma saliva e tutto non perdonava.Non perdonava chi per viltà l’aveva accusata,lui che diceva d’averla amata,ma il suo egoismo non era amore,sperduta e infelice quel giorno amò il pittore.Tutti urlavano: “Alla gogna,questa straniera è una vergogna,un figlio in grembo e non chiede scusaè del demonio quel bambino e lei la sposa.”Di chi fosse quella creatura non lo disse maiChè poi a saperlo, pensò lei,poteva essere di porpora vestito,o di porpora sporcato,come le dita che l’avevano trafitta,nella notte umida si sentì perdutae maledetta sarebbe finita,sfinita nell’amore e nel cuore rifiorita.Ora sentiva lo stesso languore di paura,passata da parte a parte con lama di fuoco,che quel giorno fu carne dentro al luogo più segreto, un pertugio innominato,una fiaccola di rosso,piacere ancora addosso.Il pittore le dipinse il viso per disegnarle quel sorriso, di seta d’oriente la sua pelle,il suo labbro tremante,al primo tocco furtivo, egli pensò“ora mi sento vivo e non perché tutto risolve il niente, perché mi libero la mente,un fiore da annaffiare, una sposa da sposare,quel prete ci farà da testimone”.Anch’egli ha voluto godere,negli occhi senza pace lo stesso martirio,l’apostolo di un dio che non dà scampo,la condanna a girare nel tempo prigioniero d’egual fardello.A lato della piazza Amira scovòil suo sguardo soffocante di dolore,gli disse: “Oggi è sempre,ti inseguirò nella tua vitaed io sarò re e tu la mia serva.Crescerai i figli che hai ucciso,ti resteranno fiori appassitied acqua sulfurea.Non avrai più nulla di me,solo cenere nel vento.L’anima appartiene al pittore,l’anima incisa in un sorriso di stelle,l’anima che come neve scenderà a stille,tu spettro errante,oggi io muoio ma dura un istante.Saremo le due metà della stessa medaglia,sempre di spalle, figli di un amore esitante.Questo rogo è la mia purificazione,non farmi vivere è stata la tua dannazione”.L’alto prelato a lato della piazza aprì l’usciodel tempo che torna e inseguì il suo amore,mentre il pittore avvinazzato col cesello infuocato la carne della lavandaia sospirò, con quell’acqua spense di quell’amore il suo falò.
Stasera funziona...questa occasione mi sta nella testa da tempo...Prima o poi questa storia sarà romanzo...ci vuole tempo ed energia!Buon proseguimento!