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A quanto pare anche la chiesa paga l'I.C.I.!!!!!!!


  
Sulle esenzioni all'Ici che riguardano i beni della Chiesa è possibile "chiarire e fare alcune precisazioni laddove nella formulazione di qualche punto della legge queste precisazioni si rivelino necessarie". Lo ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco al termine del convegno dal titolo 'Lo sviluppo umano ha bisogno di cattolici', promosso da Retinopera all'Università Gregoriana di Roma. Quanto all'ordine del giorno di Gabriella Giammanco sull'Ici agli immobili che ha avuto il parere favorevole del governo, "la cosa non ci preoccupa per niente", ha aggiunto il Cardinale Bagnasco. "La Chiesa paga l'Ici! Occorre dirlo visto che si parte sempre dall'assunto contrario - afferma Bagnasco in una intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera- Le tasse non sono un optional. Detto questo, l'esenzione dall'Ici per talune categorie di enti e di attività non è un privilegio. E' il riconoscimento del valore sociale dell'attività che viene esentata e non riguarda solo la Chiesa ma anche altre confessioni religiose e una miriade di realtà non profit. Si tratta di chiedersi se il mondo della solidarietà debba essere tassato al pari di quello del business". Il presidente della Cei, inoltre, apre alla possibilità di una valutazione della situazione e afferma che "siamo disposti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti". E poi aggiunge: "certo a forza di calunniare qualcosa resta. Ho letto e ho sentito dire in tv che la Chiesa riceve un miliardo di euro e spende 350 milioni per gli stipendi 'il resto è la cresta dei vescovi"'. Il cardinale, dunque, specifica come vengono distribuite le entrate: "Lo stipendio di un giovane sacerdote e' di 800 euro. Quello di un parroco intorno ai 1.000 - sottolinea Bagnasco - Quello di un vescovo 1.300. I restanti 650 milioni sono spesi per la Caritas, per i beni culturali, per il Terzo Mondo. Una quota è riservata alle vittime di calamità naturali; ad esempio abbiamo speso un milione per gli alluvionati in Liguria.