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"Non l'ho visto, ero in manovra" Ma due autisti la smentiscono


   
Per due ore Karim Jutta Weckerle, la camionista di Schorndorf, distretto di Stoccarda, che ha ucciso Massimo Crepaldi, investendolo con il suo pesante Man Tgx, ripete tra le lacrime: "Non l’ho visto quell’uomo, ho capito che era successo qualcosa solo quando ho sentito il camion sobbalzare. Non ho mai un avuto un incidente in vita mia, non capisco come sia successo…". Stava tornando in Germania Karim stamattina dopo aver caricato il suo grande camion di compressori in una ditta di Riva di Chieri. "Probabilmente respinta dal blocco al casello di Villanova d’Asti – spiegano gli investigatori della Mobile – ha provato ad entrare in autostrada da quello di Asti Ovest…". Sulla statale 10 però Karim, dipendente della società di trasporti Lila Logistic di Besigheim è incappata in un altro blocco di autotrasportatori. "E’ verosimile – sottolinea Carmine Bagno, capo della Squadra mobile astigiana – che dopo essersi fermata abbia acconsentito ad effettuare un’ulteriore sosta e sia stata pertanto accompagnata verso una nuova zona di parcheggio sulla destra della carreggiata dove erano già fermi altri mezzi…". Nel rapporto della polizia si azzarda una ricostruzione dell’incidente: "L’automezzo veniva accostato da Massimo Crepaldi, che cercava di spiegare le ragioni della protesta a gesti, invitando la conducente del veicolo tedesco a seguirlo sino all’area di parcheggio. Il Crepaldi, anche a causa della sua scarsa conoscenza del tedesco, accompagnava i propri inviti con gesti e indicazioni, attirando l’attenzione su quel che voleva comunicare con piccoli colpi sulla carrozzeria del mezzo. La conducente, verosimilmente spaventata o disorientata, non prestando attenzione a quanto il Crepaldi intendeva dirle proseguiva la marcia, agganciando e trascinando l’uomo che finiva sotto l’auto articolato decedendo sul colpo…". oKarim Jutta Weckerle è stata arrestata dalla polizia con l’accusa di omicidio colposo. Interrogato per due ore dal procuratore capo di Asti Giorgio Vitari e dal sostituto procuratore Vincenzo Paone, si è difesa dicendo di non aver visto l’uomo che ha investito. Il suo legale, l’avvocato Maria Grazia Marelli, precisa: "La versione data dalla signora Weckerle è credibile. E’ una donna minuta, alta 1,55 e dall’alto di quel camion non è possibile vedere chi si ha attorno…". I magistrati però hanno interrogato anche due testimoni: un camionista romeno e uno italiano che stavano partecipando al blocco con Massimo Crepaldi. E il loro racconto contrasterebbe con quello fatto dalla conducente tedesca. Al punto che il procuratore capo Giorgio Vitari a fine giornata spiega: "Chiederemo la convalida dell’arresto ed è probabile che cambieremo titolo all’accusa". Domani quindi l’accusa nei confronti della camionista tedesca che nel frattempo è stata trasferita in una cella del carcere di Torino potrebbe trasformarsi in quella di omicidio volontario con dolo eventuale. Massimo Crepaldi, 46 anni, dipendente della Astigiana Trasporti, sulla statale 10 al blocco dei camionisti era arrivato nel pomeriggio di lunedì. Carlo Caprioglio, il titolare dell’impresa che conta cinque camion e quattro dipendenti, ricorda: "Mi ha detto che andava con l’amico Franco. Franco però la sera è rientrato e lui ha deciso invece di restare lì per solidarietà con i colleghi…". In via Pallio 23, dove Massimo Crepaldi abitava con la moglie e il figlio Alessandro, diciotto anni, gli amici di famiglia sfilano in una processione dolente. "Mia madre non ha più lacrime – spiega Alex – non so dove trovi la forza per restare in piedi. E’ terribile, non riusciamo a capire…".