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'Ndrangheta, processo Minotauro: domani fine requisitorie e richiesta condanne

Post n°4 pubblicato il 03 Luglio 2013 da lalchut
 

Torino, 2 lug. (Adnkronos) - I rapporti tra politica, economia e 'ndrangheta: su questo tema l'allarme lanciato dal procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, e dagli altri magistrati nel corso del maxiprocesso Minotauro, che intende dimostrare le infiltrazioni della 'ndrangheta nel torinese. Sono attese per domani, infatti, nell'aula bunker del carcere delle Vallette di Torino, al termine delle requisitorie, le richieste di condanna. Un processo che -come ha spiegato il pm Roberto Sparagna- e' destinato a entrare nella storia, in quanto "nessuna sentenza fino a oggi ha dimostrato la presenza della 'ndrangheta in Piemonte".

L'indagine e il dibattimento hanno messo in luce i vasti confini dell'intreccio mafioso a Torino e provincia, soffermandosi in particolare su affari e rapporti con le amministrazioni locali. Sono oltre 360 gli affiliati, secondo le stime della Procura, di ogni colore politico, di diversa importanza e peso. Un'ondata di piena quella della malavita organizzata che non ha incontrato resistenze. "Perche' la magistratura e' stata lasciata sola? -ha chiesto il procuratore capo di Torino- Per ignoranza, miopia, impreparazione, sottovalutazione culturale oppure per un certo distacco snobistico del nord?". E ha concluso il suo duro j'accuse contro quella parte di politica fino adesso "negazionista" nei confronti del fenomeno mafioso, saldamente inserito nel nord dell'Italia, con presenza mafiose che sono "una realta' consolidata".

La 'ndrangheta, e' emerso dalle requisitorie dei sei Pm, opera al nord cosi' come al sud del Paese, mantenendo stretti legami con i clan d'origine: un tipo di sviluppo che e' stato descritto come "gemmazione". L'organizzazione criminale e' infiltrata ormai in tutti i livelli amministrativi e politici dello Stato. L'allarme, hanno sottolineato i magistrati, non si puo' ignorare. A pagare il prezzo, a fare le spese di tutto questo, cittadini e consumatori. Perche' abbiamo "organismi elettivi disonesti, la regolarita' dei mercati risulta stravolta e si vive in un ambiente pervaso dalla corruzione, fino alla violenza".

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