Primo addendo: riusciamo a organizzare per "oggi" un'uscita con Mara e Alfio (e la loro SV650) per far riprendere a Mara confidenza col posto del passeggero, destinazione lago del Brugneto e poi dove capita.Secondo addendo: il Bian sente per lavoro, qualche giorno prima, il suo cliente-amico Edilio (Edi) che gli dice che "oggi" va giù in val d'Aveto con amici.Terzo addendo: due settimane fa "il Tino", su al Penice, ci aveva parlato dell'Osteria Cresci.Tiriamo le somme: andiamo tutti a Rondanina!Ci ritroviamo in sette, su cinque moto: Antonio e Agnese (noi), Mara e Alfio, Edoardo, Federico ed Edi (senza "-lio" come d'uopo).Si parte alle 10.30 dal casello di Melegnano, A1 fino a Piacenza Nord, attraversamento della città Farnese e poi su per la val Trebbia, terra di conquista dei motociclisti per la bellezza del tracciato e dei paesaggi, poi diventata pista a causa dei soliti smanettoni che hanno causato l'imposizione di limiti assurdi e infine terreno di caccia alla posta per pattuglie ed autovelox. Le numerose varianti per fluidificare il traffico a quattro e più ruote hanno snaturato il tracciato, ma questo è un altro discorso.Verso le 12 siamo a Bobbio, sosta-aperitivo in piazza, poche moto in giro, e quelle poche non sanno dove fermarsi, troppi divieti di sosta per una manifestazione in allestimento. Telefoniamo a Rondanina per avvisare che tarderemo, abbiamo ancora un bel po' di km nel tratto più spettacolare ma anche tortuoso della val Trebbia.Arriviamo a destinazione poco dopo le 13.30 (o quasi alle 14?), guidati solo ed esclusivamente dalla segnaletica stradale e dall'Atlante TCI (basta seguire la SS45 e, a Montebruno, svoltare a destra) ma non ci stupiremmo se un GPS non saprebbe portarci lì: Rondanina è uno dei Comuni della Microitalia (solo 80 abitanti) raccontati da un pedalatore instancabile, Guillaume Prébois, in un ciclo di articoli pubblicati sulle pagine della rivista Qui Touring, di cui riportiamo un simpatico ritaglio (QT Marzo 2006, pag.65): "Sai perchè il campanile della chiesa dedicata a San Nicola di Bari è così alto? I muratori ricevevano vitto e alloggio gratuitamente e, pur di godere di questo trattamento a lungo, continuarono a tirarlo su, finchè il prete non gridò "Adesso basta, però""
09 aprile 2011: Lago del Brugneto (GE)
Primo addendo: riusciamo a organizzare per "oggi" un'uscita con Mara e Alfio (e la loro SV650) per far riprendere a Mara confidenza col posto del passeggero, destinazione lago del Brugneto e poi dove capita.Secondo addendo: il Bian sente per lavoro, qualche giorno prima, il suo cliente-amico Edilio (Edi) che gli dice che "oggi" va giù in val d'Aveto con amici.Terzo addendo: due settimane fa "il Tino", su al Penice, ci aveva parlato dell'Osteria Cresci.Tiriamo le somme: andiamo tutti a Rondanina!Ci ritroviamo in sette, su cinque moto: Antonio e Agnese (noi), Mara e Alfio, Edoardo, Federico ed Edi (senza "-lio" come d'uopo).Si parte alle 10.30 dal casello di Melegnano, A1 fino a Piacenza Nord, attraversamento della città Farnese e poi su per la val Trebbia, terra di conquista dei motociclisti per la bellezza del tracciato e dei paesaggi, poi diventata pista a causa dei soliti smanettoni che hanno causato l'imposizione di limiti assurdi e infine terreno di caccia alla posta per pattuglie ed autovelox. Le numerose varianti per fluidificare il traffico a quattro e più ruote hanno snaturato il tracciato, ma questo è un altro discorso.Verso le 12 siamo a Bobbio, sosta-aperitivo in piazza, poche moto in giro, e quelle poche non sanno dove fermarsi, troppi divieti di sosta per una manifestazione in allestimento. Telefoniamo a Rondanina per avvisare che tarderemo, abbiamo ancora un bel po' di km nel tratto più spettacolare ma anche tortuoso della val Trebbia.Arriviamo a destinazione poco dopo le 13.30 (o quasi alle 14?), guidati solo ed esclusivamente dalla segnaletica stradale e dall'Atlante TCI (basta seguire la SS45 e, a Montebruno, svoltare a destra) ma non ci stupiremmo se un GPS non saprebbe portarci lì: Rondanina è uno dei Comuni della Microitalia (solo 80 abitanti) raccontati da un pedalatore instancabile, Guillaume Prébois, in un ciclo di articoli pubblicati sulle pagine della rivista Qui Touring, di cui riportiamo un simpatico ritaglio (QT Marzo 2006, pag.65): "Sai perchè il campanile della chiesa dedicata a San Nicola di Bari è così alto? I muratori ricevevano vitto e alloggio gratuitamente e, pur di godere di questo trattamento a lungo, continuarono a tirarlo su, finchè il prete non gridò "Adesso basta, però""