Quando i geografi statunitensi si trovarono a tracciare le divisioni amministrative dei grandi Stati dell’Unione, all’est seguirono “un po’” i fiumi ma a un certo punto, procedendo verso ovest, forse per pigrizia non andarono troppo per il sottile dovendo tracciare confini in grandi spazi di nulla: un bel righello e via dritti per centinaia di chilometri. Addirittura, nel separare Utah, Colorado, Arizona e Nevada si fecero prendere tanto la mano da tirar due linee ortogonali, sicché i quattro stati si incontrano (in pieno deserto) in un unico punto dove è stato addirittura eretto un monumento, The Four Corners, attirandosi l’antipatia dei matematici che vi vedevano un caso degenere di mappa che avrebbe potuto stravolgere la soluzione del Teorema dei Quattro Colori, ma conquistandosi la simpatia dei ragazzini che potevano giocare ai Quattro Cantoni in quattro stati diversi, con buona pace degli Svizzeri che ai Quattro Cantoni devono giocarci a nuoto…Se prendiamo la mappa politica dell’Italia non abbiamo confini fatti col righello: essi seguono prima il territorio assecondando crinali e fiumi, e poi la Storia secondo le varie dominazioni di Papi, Re e Imperatori e via via a scendere sino al Barone locale. Quindi niente Four Corners in Italia, ma però…Però c’è una zona dove la Lombardia, che in generale se ne sta “sopra” al Grande Fiume, sconfina “Oltrepò” incuneandosi tra Piemonte ed Emilia-Romagna a voler incontrare la Liguria per anelare forse uno sbocco al mare; per una manciata di chilometri l’Emilia con un colpo di coda si attacca al Piemonte e zac, la Lombardia è bell’e che fregata. Ma le Regioni sono cosa recente, amministrativamente hanno quarant’anni e poco più: ben più consolidate sono le Provincie (sin dai tempi di Roma Antica) e così pur non essendo questo termine particolarmente noto, quel lembo di Appennino in cui si passa con disinvoltura tra le provincie di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza è noto come “Le Quattro Provincie”: i luoghi meriterebbero un itinerario organico che percorresse tutti e quattro gli angoli, per ora accontentiamoci di due.Giusto una settimana fa circa eravamo sempre da queste parti, ad evitare la pioggia intorno al Penice restando sempre in provincia di Pavia ed ipotizzavamo un tour “Diga di Molato e castello di Zavattarello”: eccolo qui. Da Milano la SS412 “della val Tidone” è sempre, superate Opera e Pieve Emanuele, la tranquilla strada che passa tra campi e cascine, supera il Po tra Pieve Porto Morone e Castel San Giovanni e poi si incunea nella valle che le dà il nome, in provincia di Piacenza salendo impercettibilmente di quota fino ai tornanti dopo Caminata e qui, tra gli alberi, si comincia a intravedere la Diga del Molato che forma il lago di Trebecco.
4 maggio 2014: tra dighe e castelli in Val Tidone
Quando i geografi statunitensi si trovarono a tracciare le divisioni amministrative dei grandi Stati dell’Unione, all’est seguirono “un po’” i fiumi ma a un certo punto, procedendo verso ovest, forse per pigrizia non andarono troppo per il sottile dovendo tracciare confini in grandi spazi di nulla: un bel righello e via dritti per centinaia di chilometri. Addirittura, nel separare Utah, Colorado, Arizona e Nevada si fecero prendere tanto la mano da tirar due linee ortogonali, sicché i quattro stati si incontrano (in pieno deserto) in un unico punto dove è stato addirittura eretto un monumento, The Four Corners, attirandosi l’antipatia dei matematici che vi vedevano un caso degenere di mappa che avrebbe potuto stravolgere la soluzione del Teorema dei Quattro Colori, ma conquistandosi la simpatia dei ragazzini che potevano giocare ai Quattro Cantoni in quattro stati diversi, con buona pace degli Svizzeri che ai Quattro Cantoni devono giocarci a nuoto…Se prendiamo la mappa politica dell’Italia non abbiamo confini fatti col righello: essi seguono prima il territorio assecondando crinali e fiumi, e poi la Storia secondo le varie dominazioni di Papi, Re e Imperatori e via via a scendere sino al Barone locale. Quindi niente Four Corners in Italia, ma però…Però c’è una zona dove la Lombardia, che in generale se ne sta “sopra” al Grande Fiume, sconfina “Oltrepò” incuneandosi tra Piemonte ed Emilia-Romagna a voler incontrare la Liguria per anelare forse uno sbocco al mare; per una manciata di chilometri l’Emilia con un colpo di coda si attacca al Piemonte e zac, la Lombardia è bell’e che fregata. Ma le Regioni sono cosa recente, amministrativamente hanno quarant’anni e poco più: ben più consolidate sono le Provincie (sin dai tempi di Roma Antica) e così pur non essendo questo termine particolarmente noto, quel lembo di Appennino in cui si passa con disinvoltura tra le provincie di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza è noto come “Le Quattro Provincie”: i luoghi meriterebbero un itinerario organico che percorresse tutti e quattro gli angoli, per ora accontentiamoci di due.Giusto una settimana fa circa eravamo sempre da queste parti, ad evitare la pioggia intorno al Penice restando sempre in provincia di Pavia ed ipotizzavamo un tour “Diga di Molato e castello di Zavattarello”: eccolo qui. Da Milano la SS412 “della val Tidone” è sempre, superate Opera e Pieve Emanuele, la tranquilla strada che passa tra campi e cascine, supera il Po tra Pieve Porto Morone e Castel San Giovanni e poi si incunea nella valle che le dà il nome, in provincia di Piacenza salendo impercettibilmente di quota fino ai tornanti dopo Caminata e qui, tra gli alberi, si comincia a intravedere la Diga del Molato che forma il lago di Trebecco.