Di tutte le volte che siamo passati dal Berninapass, mai una volta che ci siamo fermati alla funivia della Diavolezza. Stavolta invece ci siamo andati apposta complici le previsioni di 30° per la pianura: niente di meglio che andare nel Frigorifero delle Alpi, l'Engadina. L'unico dazio da pagare è la noiosa e odiata strada per arrivare a dove le cose si fanno interessanti: la SS36, che si annuncia già trafficata sin da Monza e peggiora dalle parti di Giussano: usciamo, svicoliamo per vie traverse, ci reinfiliamo prima della galleria del Monte Barro e il grosso ce lo siamo lasciati alle spalle, voliamo vero Colico e altro dazio per il Pian di Spagna, finalmente Chiavenna e infiliamo la val Bregaglia. Appena passata la dogana, l'erba del vicino è davvero più verde: asfalto ben tenuto, campi curati, paesini ordinati, l'arco di roccia poco prima di Palazzo Castelmur, i ruderi gotici di San Gaudenzio e le belle curve ad ampio raggio via via che raggiungiamo il muro davanti a noi, il passo del Maloja: abbiamo già preso molta quota salendo da Chiavenna per cui il dislivello per i 1815 metri del passo è relativamente esiguo, ma il toboga di curve attorcigliate su loro stesse è entusiasmante, come lo è arrivare, ogni volta, all'altopiano dei laghi di Sils e Silvaplana.
28 giugno 2015: la Diavolezza
Di tutte le volte che siamo passati dal Berninapass, mai una volta che ci siamo fermati alla funivia della Diavolezza. Stavolta invece ci siamo andati apposta complici le previsioni di 30° per la pianura: niente di meglio che andare nel Frigorifero delle Alpi, l'Engadina. L'unico dazio da pagare è la noiosa e odiata strada per arrivare a dove le cose si fanno interessanti: la SS36, che si annuncia già trafficata sin da Monza e peggiora dalle parti di Giussano: usciamo, svicoliamo per vie traverse, ci reinfiliamo prima della galleria del Monte Barro e il grosso ce lo siamo lasciati alle spalle, voliamo vero Colico e altro dazio per il Pian di Spagna, finalmente Chiavenna e infiliamo la val Bregaglia. Appena passata la dogana, l'erba del vicino è davvero più verde: asfalto ben tenuto, campi curati, paesini ordinati, l'arco di roccia poco prima di Palazzo Castelmur, i ruderi gotici di San Gaudenzio e le belle curve ad ampio raggio via via che raggiungiamo il muro davanti a noi, il passo del Maloja: abbiamo già preso molta quota salendo da Chiavenna per cui il dislivello per i 1815 metri del passo è relativamente esiguo, ma il toboga di curve attorcigliate su loro stesse è entusiasmante, come lo è arrivare, ogni volta, all'altopiano dei laghi di Sils e Silvaplana.