Bian e Gege

14 giugno 2017: pensieri di botanica su rotaie


Coincidenze, casualità, eventi fortuiti... ieri stavo riordinando i miei ritagli di giornale: quando trovo un articolo interessante su una rivista (riguardante soprattutto viaggi, ferrovie ma anche altro) lo infilo nella giusta cartellina di una serie di raccoglitori. Stavo mettendo via un articolo in "Francia" e ho sfogliato le altre cartelle: a quella "Treni" ritrovo un bell'articolo a firma di Toni Capuozzo su QuiTouring di giugno 2010: estraggo un passaggio[...] Qualche tempo fa andai a cena in una buona osteria di Foggia. Era tardi, e il proprietario si trattenne a chiacchierare consigliandomi, al momento della frutta, le ciliegie della ferrovia. Chiesi lumi, e mi spiegò che erano ciliegi accanto ai caselli, con le chiome spettinate dai treni di passaggio, e i frutti beneficiati da quel vento. Le mangiai, erano buone, ma pensai a una fantasia dell'oste.La mattina dopo mi imbattei in un venditore ambulante carico di ciliegie. C'erano le ciliegie normali e, più care, le "ciliegie della ferrovia". Ne comprai un sacchetto, consumandole in viaggio e passando in rassegna i ricordi di tanti caselli sfrecciati al finestrino, con il forno per il pane, l'orto, la biancheria della famiglia del casellante stesa sui fili e agitata dal vento. [...]Ebbene... la sera stessa, a fine cena chiedo "che frutta abbiamo?" e la Gegeniglia mi dice che in frigo ci sono le ciliegie: apro e trovo...
L'arido redattore di QuiTouring ha inserito, nel bel testo di Capuozzo, la nota "(ndr: è un tipo di ciliegia diffuso in Puglia)" ma io continuo a pensare alle ciliegie accarezzate dai treni nelle parole di Toni Capuozzo.E, visto che ieri ho anche riascoltato il monologo di Marco Paolini "Treno" citato qualche post fa, aggiungo un bel passaggio anch'esso evocante una bella immagine:In Sardegna, sulle ferrovie secondarie, a un certo punto mi ricordo che si attraversavano praterie di ciclamini in mezzo alle rotaie e chiedo al ferroviere: “come mai i ciclamini?” e lui dice “hanno buttato il diserbante”, dico “e allora?” dice “eh, il ciclamino è un tubero, non gli fa niente il diserbante!”.E chi lo sapeva di noi comuni mortali a cui appassiscono anche le piante di plastica che il ciclamino è un tubero? Il ferroviere del posto, sì. Così, eliminate le piante antagoniste, il ciclamino aveva preso il sopravvento... piccole perle di un mondo che sta sparendo...