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Libra non son, né mai libra esser spero

Post n°589 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da livieroamispera
 

Libra non son, né mai libra esser spero

Libra non son, né mai libra esser spero
dal crudel laccio, ove già fui legata,
perchè troppo mortal la piaga è stata,
che già ferì mio cor puro e sincero.

Ne' libra mai serò da un sol pensero,
nel qual dì e notte istò sempre occupata,
che la mia liberta, qual t'ho donata
non sprezzi ohimè, tuo cor superbo e fiero.

Ne' libra da timor, né libra ancora
mai sarò da martir, de acerbe pene
che me affligon per te, crudele, ogn'ora.

Alfin né libra mai da tue catene
starò, cresciendo in me più d'ora in ora
varie passion per te suave e amene.

Veronica Gambara

Tratto da: "Sonetti Amorosi inediti o rari di Veronica Gambara da Correggio" di Emilo Costa, Parma, Casa Editrice Luigi Battei, 1890, pag. 25

NOTE di Emilio Costa:
Il presente sonetto (e quello che lo precede ed i tre successivi) furon tratti dal Cod. Magliabecchiano VII, 727, cartaceo del sec. XVI, della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Da cc. 166-172 contiene rime attribuite alla Gambara. Il Rizzardi ne trasse, come più sopra notammo, per la sua raccolta un sonetto e una ballata. Ecco i capiversi dei componimenti attribuiti a Veronica. Contrassegno con asterisco i componimenti inediti:
1. Quando amor mi condusse al duro gioco (Rizzardi)
2. Poiché fortuna volle Janni priva
3. Libra non son nè mai libra esser spero
4. Più non temo di morte alcun dispetto (è di N. Tiepolo)
5. Lasso che debbo far? mia sorte a amore (id.)
6. Cognoscendo signor cosa più grata
7. Febre crudel, il cui mal tanto noce
8. Essendo l' hora del partir mio giunta
9. Più volte il miser cor havea assaltato. Primo sonetto di detta M.ma Veronica
10. Hor passata è la speranza (Rizzardi)
11. Non bastava ad amor empio e fallace
12. Amor quanto i miei giorni aspri sien stati.
Per questa raccolta in cui mi proposi di riunire solo rime
amorose, omisi i componimenti 6, 7, 8.
Fra i codici Magliabecchiani della stessa biblioteca, il Magliab. VII, 346, cartaceo del sec. XVII, contiene a c. 432 il sonetto già noto di Veronica

Scelse da tutte la futura gente

Lo stesso sonetto trovasi anche nel Magliab. VII, 1178, cartaceo del sec. XVI, a e. 185.
Anche il Magliab. VII, 371, cartaceo del sec. XVI, contiene un madrigale della Gambara:

Quando sarà ch' io mora

il quale rimase ignoto al Rizzardi, che fu però pubblicato dal Trucchi, Poesie italiane inedite di dugento autori. Prato, 1846-7, III, pag. 189.
Il Magliab. VII, 1192, cartaceo del sec. XVI, contiene varie rime di Veronica; fra queste è a lei attribuita una canzone tuttora inedita. Senonchè io dubito alquanto, per ragioni che non è qui il caso di esporre, dell' attendibilità di quest' attribuzione. Ecco i capoversi delle rime della Gambara contenute in questo codice:
c. 39 Occhi miei ch' a mirar foste sì pronti.
c. 102 Molza, se ben dal vago aer sereno (Rizzardi)
c. 107 La bella Flora che da voi sol spera
c. 112 Con quel caldo desìo che nascer sole

 
 
 
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