Bibliofilo arcano

Sonetto di Giovanni Guidiccioni


Il seguente sonetto di Giovanni Guidiccioni è tratto dal "Parnaso Italiano, Tomo 31, Lirici Misti del Secolo XVI", Venezia 1787 presso Zatta e Figli, pag. 3SonettoViva fiamna di Marte, onor de'tuoi,Ch'Urbino un tempo, e più l'Italia ornaro;Mira che giogo vil, che duolo amaroPreme or l' altrice de' famosi eroi. Abita morte ne' begli occhj suoi,Che fur del mondo il sol più ardente e chiaro:Duolsene il Tebro, e grida: o duce raro,Movi le schiere onde tant'osi e puoi. E qui ne vien dove lo stuol de gli empiFura le sacre e gloriose spoglie,E tinge il ferro d'innocente sangue. Le tue vittorie, e le mie giuste voglie,E i difetti del fato ond'ella langue,Tu, che sol dei, con le lor morti adempi.