Bibliofilo arcano

Ortensia di Guglielmo


Dopo Nina Siciliana e Compiuta Donzella, Ortensia di Guglielmo fu, verso la metà del XIV Secolo, una delle più antiche rimatrici in lingua volgare. Di Ortensia si conservano due sonetti, entrambi riportati da Luisa Bergalli nel primo volume del suo "Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo ... parte prima, che contiene le rimatrici antiche fino all'anno 1575".Di Ortensia così dice la Bergalli: "Ortensia di Guglielmo Signora di Fabriano fiorì del 1350. ai tempi del Petrarca, e per la nobiltà dello stile fu degna di moltissima lode. Si leggono dei suoi Sonetti nella Topica di M. Andrea Gilio. pag. 5".Tema, e speranza entro il mio cor fan guerraTema, e speranza entro il mio cor fan guerra,E quanto innanzi lo sperar mi tira,Tanto il timore indietro mi ritira;M' innalza quel, questo mi getta in terra.Mi sciolge l' un, l' altro più stretto afferra,Ed in mille pensier m' involve, e gira,Onde lo spirto mio piange, e sospira,Ma non per questo il suo valor lo sferra.Al fin, poiche il tardar nulla rileva,E fatta del mortal periglio accorta,La speme i colpi suoi tutti rinforza:Anima, dice, alla celeste portaDiamo l' assalto; e se il nemico aggreva,Sai, che il regno del Ciel patisce forza.Il sonetto si trova anche a pag. 150 di "Scelta di poesie liriche, dal primo secolo della lingua fino al 1700" (Felice Le Monnier e Compagni, Firenze, 1839).