Bibliofilo arcano

Giustina Levi Perotti


Dice Luisa Bergalli, nel suo lavoro più volte citato: "Giustina Lievi Perotti, ai detti del Menagio da Sassoferrato, e della nobile famiglia di Levi Francese: fiorì circa il 1350. e secondo la maggior parte de' Scrittori fu veramente ella, che scrisse al Petrarca il Sonetto: Io vorrei pur drizzar queste mie piume.il quale io hò tratto dai Coment. del Crescimbeni, ed a cui il Petrarca risponde con quello: La gola, il sònno, e l' ociose piume. pag. 2".Il primo cognome di questa poetessa, ebrea convertita al cristianesimo, si trova talvolta come "Levi", altre volte come "Lievi". Il sonetto sopra menzionato recita:Io vorrei pur drizzar queste mie piumeColà, Signor, dove il desio m' invita;E dopo morte rimanere in vitaCol chiaro di virtute inclito lume;Ma il volgo inerte, che dal rio costumeVinto, ha d' ogni suo ben la via smarrita,Come degna di biasmo ognor m' addita,Che ir tenti d' Elicona al santo fiume.All' ago, al suso più, che al lauro, o al mirto,Come che quì non sia la gloria mia,Vuol sempre, ch' abbia questa mente intesa.Dimmi tu omai, che per più dritta viaA Parnaso ten vai, nobile spirto,Dovrò dunque lassar sì degna impresa?Le fonti sono:"Scelta di poesie liriche, dal primo secolo della lingua fino al 1700" (Felice Le Monnier e Compagni, Firenze, 1839), pag. 151"Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo ... parte prima", che contiene le rimatrici antiche fino all'anno 1575Ulteriori notizie sulla Lievi Pierotti sono reperibili in "Lirici del secolo (primo, secondo, terzo, quarto, sesto e settimo.)", Tomo VI, pag. 26 (Venezia 1841), che riporta anche il testo del sonetto.