Bibliofilo arcano

Un sonetto di Veronica Gambara


Il sonetto ed il commento seguenti sono tratti da "Vestigi della storia del sonetto italiano" di Ugo Foscolo.Veronica Gambara - Morta nel MDI.Altri boschi, altri prati ed altri monti,Felice e lieto Bardo, or godi e 'miri;Ed altre ninfe vedi in vaghi giriDanzar cantando intorno a fresche fonti:E ad altri che a mortali ora raccontiI moderati tuoi santi desiri;Nè più fuor del tuo petto escon sospiri,Di dolor segni manifesti e conti:Ma beato dal ciel nascer l'aurora,E sotto i piedi tuoi vedi le stelleProdur girando i vari effetti suoi;E vedi che i pastor d'erbe novelleSacrificio ti fanno; e dicon poi:Sii propizio a chi t'ama e a chi t'onora.VERONICA GAMBARA. Bresciana, accasatasi a Correggio col signore di quel paese; ma, come la Colonna, serbò anch'essa il nome della casa dov'era nata. - Questo sonetto è pur dissimile dal precedente. Ha un tenore spiritoso e soave, un entusiasmo graziosamente femminile; e arieggia l'arte e la fantasia de' Latini: infatti imita alcuni tratti dell'egloga di Virgilio su l'Apoteosi di Dafni. - Nell'undecimo verso il suoi sta in luogo di loro, da che questo pronome in italiano grammaticalmente non s'accorda se non se con la terza persona del singolare; in latino è promiscuo anche al plurale, e i poeti alle volte non fanno male a giovarsi dell'esempio e dell'autorità della lingua latina. - Il sonetto, se non isbaglio, fu scritto in morte del Bembo di cui questa poetessa professavasi spiritualmente innamorata; e n'è fede un sonetto ch'ella gli aveva inviato:All'ardente desio che il cor m'accende;al quale il Bembo rispose non molto ardentemente, bench'ella avesse nome di bella; ma assai letterati, in amore, seguono la natura, e in poesia l'arte: però sentono caldamente, e scrivono freddi.