Bibliofilo arcano

Fonseca Pimentel e Dolfin Tron


Elena Urgnani ha scritto un gran bel libro, intitolato "La vicenda letteraria e politica di Eleonora de Fonseca Pimentel", reperibile sul sito LiberLiber, nel quale offre una notevole messe di notizie sulla vita di Eleonora Fonseca Pimentel, oltre alla trascrizione delle sue opere conosciute.In un precedente post avevo riportato i 5 sonetti scritti per la morte del figlio e pubblicati in un apposito opuscoletto. Tralasciando le elegie, i versi in latino e le opere drammatiche, per le quali rinvio al libro, riporterò, qui ed in successivi post, soltanto i 12 sonetti contenuti nel volume, indicando la fonte e rinviando al sito LiberLiber per la lettura degli interessantissimi commenti, ricchi di riferimenti bibliografici e notizie biografiche.In uno di tali commenti (nell'introduzione al sonetto 3, "Vago Usignol, che ne' soavi accenti") si parla abbastanza diffusamente di Caterina Dolfin Tron, ponendo in parallelo la sua vita con quella delle Fonseca Pimentel. In effetti, il parallelo regge soltanto per quanto concerne la determinazione insita nei caratteri delle due donne ed il matrimonio imposto ad entrambe in giovane età e contro il loro volere: a parte ciò non sembrano esserci molti altri punti di contatto.Caterina Dolfino apparteneva ad una famiglia patrizia, ma di un ramo collaterale, sicché non ebbe una giovinezza particolarmente agiata. Il padre, Giovanni Antonio, rappresentò per Caterina un punto di riferimento fisso e le impartì personalmente una istruzione di notevole valore. Purtroppo il padre morì improvvisamente, ancor giovane e Caterina fu costretta a contare sui propri mezzi. Sposò in un primo momento un inetto, tal Tiepolo, ma riuscì a far annullare il matrimonio per vizio del consenso. Nel frattempo iniziò una relazione con Andrea Tron, figlio di Nicolò, che sposò dopo l'annullamento del primo matrimonio. Tron assurse alle massime cariche e di conseguenza Caterina, anche in virtù della sua elevata cultura, divenne la donna più influente di Venezia. Di lei si dice che fu la donna più adulata e più disprezzata.Di Caterina restano 20 sonetti, raccolti in un volumetto in ricordo del padre, da lei quasi venerato.Riporto qui di seguito il sonetto della Fonseca Pimentel "Vago Usignol, che ne' soavi accenti".Sonetto 3Vago Usignol, che ne' soavi accentiVita all'estinto Padre eterna dai,E al dolce suon degli amorosi Lai,Fermi novello Orfeo nell'aria i venti;Quanto simili, oh Dio, ne' tristi eventiCi fer di crude stelle invidi rai!Che mentre il Padre tuo piangendo vai,Io per la Madre mia spargo i lamenti.Ma tributo d'amore in alte rime,Qual Te, darle io non so; ne giunge a tanto,Né così dotte rime il plettro esprime.Onde, se a Te per or non volgo il canto,Perdona al mesto cor, DONNA sublime,Che sciolto corre al sagro marmo in pianto.Eleonora Fonseca Pimentel (altidora Esperetusa)Tratto da "Rime di donne illustri a S. E. Caterina Dolfina cavaliera e procuratessa Tron, nel gloriosissimo ingresso alla dignità di procuratore per merito di S. Marco di S. E. il Cavaliere Andrea Tron, (Venezia, Tip. P. Valvasense), raccolte da Luisa Bergalli, in Arcadia Irminda Partenide.