Bibliofilo arcano

Contessa Lara


Evelina Cattermole Mancini (1849-1896), fiorentina di padre scozzese, dopo una vita travagliata da amori burrascosi, fu assassinata dall'uomo col quale conviveva. Con lo pseudonimo di Contessa Lara scrisse una raccolta di Versi (1883), che ebbe notevole successo. Nel suo stile già si avverte il segno del prossimo Decadentismo, specie per l'estetismo, per il gusto dell'esotico, dell'erotismo e dei simboli. Sentite e semplici sono però le parole d'amore di questi versi:Una lanterna giapponese accended'un vermiglio riverbero i ricamidel grande arazzo, ove un guerrier discende,tutto d'oro, d'un loto alto fra i rami.Qui sono i versi suoi dentro uno scrignoniellato da un mastro fiorentino,e in una coppa a cui si avvolge un cignoho un suo mazzo di rose a me vicino.Ma le strofe che han musica d'amorequale non l'udì mai regina in soglio,le rose che de' suoi baci hanno odore,non mi bastano più: lui solo voglio...Riduzione da: "Le Donne nella Storia Letteraria Italiana" di Gioia Guarducci, tratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze.