Altri madrigali del Tasso Alla Signora Bianca Cappello Precedentemente editi (i primi due madrigali sono stati pubblicati ai post 540 e 542).III. Candido fior germoglia Di non bianca radice e fuor intanto Frondeggia verde spoglia; Ma quello in voi, che non ricopre il manto, E' bel candor nell'alma e ne' costumi, E men candidi son colori e lumi. IV. O candidi ligustri. La caduca bellezza Al trapassar d'un giorno in voi si sprezza; Ma questa più si cole Dall'uno all'altro Sole E dall'un'ombra all'altra: e pur si stima In sull'altera cima Del più bel poggio, che s'inalzi al Cielo: E' viva fiamma e pare un vivo gelo. V.Selva lieta e superba. Dispiega l'odorate e verdi fronde. Mentre fra lor s'asconde La nobil Donna e siede in grembo all'erba. Giungete i rami insieme, abeti e faggi, E voi gli congiungete, o querce, o pini, E tu bel mirto e tu sacrato lauro: E guardando costei da'caldi raggi, Perchè ella non s'accenda i biondi crini, Mischiate il verde, come a lucid' auro: Ombre soavi e quete, Qui vittoria del Sol più bella avrete. Di quella ch' alle notti Astrea riserba. VI. O fiumi, o rivi, o fonti, Mentr' arde il Sole i monti e i colli e 'l piano. Lavate voi la bella e bianca mano; E difendete dall'ardente giorno Questa beltà fiorita; E quante stille sparge a' dì più caldi Tanti sieno i giacinti e i bei smeraldi; Né giamai scolorita Sia l'erba verde in questo poggio adorno: Dolce e fresco soggiorno. Caro a Febo, all'Atlante, all'Oceano, Avrà men bello albergo e più lontano. VII. Nubi lucide e lievi, Che tante avete in Ciel vaghe figure, E contra 'l Sole tanti colori e tanti; Di questa ch'è sì bella e lui somiglia, E pur gran maraviglia, Prendete, o Nubi, ancora i bei sembianti. Nubi, Nubi volanti, Acque piovete a lei più dolci e pure.VIII. Venti, benigni Venti, E voi del Sol temprate i raggi ardenti, E voi spargete un odorato nembo Di rugiada più fresca, Mentr'ella aspetta nell'erboso grembo, Che l'ombra e l'aura cresca; Ella, che già d'Augusto nacque al mondo A cui Toscana piacque E chi frena sull'Arno inclite genti. IX. Accese fiamme e voi baleni e lampi E tu cadente stella, Vista turbata e fella Non la minacci da' celesti campi. Ma sia la notte, com' el dì felice; Né men bianca di lei. Né l'aria e 'l mar senz'irà e senz'orgoglio. Nò strani augelli e rei S'odano in valle, in poggio od in pendice, Non lamentar alcun, siccom' io soglio; Ma sfoghi il suo cordoglio Progne soavemente e la sorella. X. Tu bianca e vaga Luna, Ch' hai tanti specchi, quanti sono i mari, Mira questo candor ch'è senza pari. A lei mena i tuoi balli, a lei distilla Le tue dolci rugiade; Specchiati in lei con amoroso affetto: E tu, Venere, allor con lei scintilla, Ch' el Sole inchina e cade: Tu Giove e Marte con benigno aspetto, Lumi sereni e chiari, Non siate a lei de'vostri doni avari. XI. Voi, Montagne frondose, Cinte di verdi boschi Le fronti alzate, fra le nubi ascose, E se parti vi son così remote, Che nebbia non oscuri il bel sereno. Di Bianca il chiaro nome in lor si scriva E non disperda mai le pure note Fero vento che turbi il mar Tirreno, che spiri dall'una all'altra riva, Mentre i bei colli Toschi Avranno armenti o pur le valli ombrose.Torquato TassoTratte da "Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici", Firenze, Tipografia di M. Ricci, Via Sant' Antonino, 9, 1871.
Nove madrigali del Tasso
Altri madrigali del Tasso Alla Signora Bianca Cappello Precedentemente editi (i primi due madrigali sono stati pubblicati ai post 540 e 542).III. Candido fior germoglia Di non bianca radice e fuor intanto Frondeggia verde spoglia; Ma quello in voi, che non ricopre il manto, E' bel candor nell'alma e ne' costumi, E men candidi son colori e lumi. IV. O candidi ligustri. La caduca bellezza Al trapassar d'un giorno in voi si sprezza; Ma questa più si cole Dall'uno all'altro Sole E dall'un'ombra all'altra: e pur si stima In sull'altera cima Del più bel poggio, che s'inalzi al Cielo: E' viva fiamma e pare un vivo gelo. V.Selva lieta e superba. Dispiega l'odorate e verdi fronde. Mentre fra lor s'asconde La nobil Donna e siede in grembo all'erba. Giungete i rami insieme, abeti e faggi, E voi gli congiungete, o querce, o pini, E tu bel mirto e tu sacrato lauro: E guardando costei da'caldi raggi, Perchè ella non s'accenda i biondi crini, Mischiate il verde, come a lucid' auro: Ombre soavi e quete, Qui vittoria del Sol più bella avrete. Di quella ch' alle notti Astrea riserba. VI. O fiumi, o rivi, o fonti, Mentr' arde il Sole i monti e i colli e 'l piano. Lavate voi la bella e bianca mano; E difendete dall'ardente giorno Questa beltà fiorita; E quante stille sparge a' dì più caldi Tanti sieno i giacinti e i bei smeraldi; Né giamai scolorita Sia l'erba verde in questo poggio adorno: Dolce e fresco soggiorno. Caro a Febo, all'Atlante, all'Oceano, Avrà men bello albergo e più lontano. VII. Nubi lucide e lievi, Che tante avete in Ciel vaghe figure, E contra 'l Sole tanti colori e tanti; Di questa ch'è sì bella e lui somiglia, E pur gran maraviglia, Prendete, o Nubi, ancora i bei sembianti. Nubi, Nubi volanti, Acque piovete a lei più dolci e pure.VIII. Venti, benigni Venti, E voi del Sol temprate i raggi ardenti, E voi spargete un odorato nembo Di rugiada più fresca, Mentr'ella aspetta nell'erboso grembo, Che l'ombra e l'aura cresca; Ella, che già d'Augusto nacque al mondo A cui Toscana piacque E chi frena sull'Arno inclite genti. IX. Accese fiamme e voi baleni e lampi E tu cadente stella, Vista turbata e fella Non la minacci da' celesti campi. Ma sia la notte, com' el dì felice; Né men bianca di lei. Né l'aria e 'l mar senz'irà e senz'orgoglio. Nò strani augelli e rei S'odano in valle, in poggio od in pendice, Non lamentar alcun, siccom' io soglio; Ma sfoghi il suo cordoglio Progne soavemente e la sorella. X. Tu bianca e vaga Luna, Ch' hai tanti specchi, quanti sono i mari, Mira questo candor ch'è senza pari. A lei mena i tuoi balli, a lei distilla Le tue dolci rugiade; Specchiati in lei con amoroso affetto: E tu, Venere, allor con lei scintilla, Ch' el Sole inchina e cade: Tu Giove e Marte con benigno aspetto, Lumi sereni e chiari, Non siate a lei de'vostri doni avari. XI. Voi, Montagne frondose, Cinte di verdi boschi Le fronti alzate, fra le nubi ascose, E se parti vi son così remote, Che nebbia non oscuri il bel sereno. Di Bianca il chiaro nome in lor si scriva E non disperda mai le pure note Fero vento che turbi il mar Tirreno, che spiri dall'una all'altra riva, Mentre i bei colli Toschi Avranno armenti o pur le valli ombrose.Torquato TassoTratte da "Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici", Firenze, Tipografia di M. Ricci, Via Sant' Antonino, 9, 1871.