Bibliofilo arcano

O vago Rusignuol...


O vago Rusignuol, che i tuoi lamenti O vago Rusignuol, che i tuoi lamentiDi bosco in bosco e di uno in altro faggio, E giorno e notte, in tuo gentil linguaggio Ridir ti ascolto con soavi accenti; Se 'l mio duol tu sapessi e i miei tormenti, Come le Driadi il sanno e 'l Dio selvaggio, Lieve ti fora dell'antico oltraggio L'aspra cagion, che sì noiosa or senti. Che non vi ha speco ed antro in selva o rio, Che, stanchi di ridir mia doglia acerba, Non si lagnin con meco al fato mio. Tu piangi: ma talor tra i fiori e l'erba Gradito pasci il dolce tuo desio; Io piango, e in vita odio e dolor mi serba.Ippolita Cantelmi CarrafaRecanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 266. Gobbi, Agostino, ed., Scelta di sonetti, e canzoni de' più eccellenti rimatori d' ogni secolo, Quarta ed., con nuova aggiunta (Venezia: Lorenzo Baseggio, 1739), p. 626,Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d' ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 236.Rime degli Arcadi, Volume 6.Delle Rime Scelte di Varj Illustri Poeti Napoletani, Volume Primo, In Firenze a spese di Antonio Muzio, 1723.