Bibliofilo arcano

Lieta ne vo per quelle piagge amene


Lieta ne vo per quelle piagge ameneLieta ne vo per quelle piagge amene,cogliendo in verde prato i più bei fiori,e 'l canto udendo degli augei canori,ond'è sgombro il mio cor d'affanni, e pene.Meco sovente ragionando vienela vaga Nice, e la vezzosa Clori,che in lieti accenti i lor felici amorimi fan palesi, e la lor dubbia spene.Poi tra candidi gigli, e fresche rosesu l'erba molle al chiaro fonte accantol'aura godiam, che dolcemente spira.E finch' il Sol s'asconde in riso, e cantol'ore passiam; né mai cure nojosecangian sì bel piacer in doglia, e in ira.Angiola Cimina(Marchesana della Petrella, deceduta nel 1726, alla quale fu dedicata una raccolta di poesie da Gerardo De Angelis, in un volume edito a Firenze nel 1728 http://books.google.it/books?id=4QYmKQRYrJQC&hl=it&source=gbs_navlinks_s)Da: Delle Rime scelte di Varj Illustri Poeti Napoletani, Volume Secondo, In Firenze A spese di Antonio Muzio, 1723.