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In tempo di austerity l'Italia dice ciao alla dolce vita


In tempo di austerity l'Italia dice ciao alla dolce vitadi Giulia Segreti- 10 ottobre 2011Pubblicato in: Gran BretagnaTraduzione di ItaliaDallEstero.info
Appena tornata da una vacanza nelle isole Eolie in Italia, Patrizia Bianchi ricorda che tempo fa le vacanze estive con il marito e i due bambini duravano fino a un mese. "Ormai siamo scesi a due settimane, non di più", racconta la signora Bianchi.Guadagna più della metà della popolazione, portando a casa ogni mese circa € 2026 ($ 2770) - il salario medio in Italia. Ma, come gli altri italiani appartenenti alla classe media, dovendo affrontare l'aumento delle tasse previsto dal piano di austerity recentemente varato dal governo, la signora Bianchi si sente preoccupata per il suo futuro."Abbiamo avvertito l'impatto della crisi economica e ora siamo molto più cauti nel prendere decisioni, a volte dobbiamo fare anche dei sacrifici", dice. "Prima eravamo più spensierati".Nata da una famiglia romana borghese, con una laurea in Giurisprudenza conseguita a La Sapienza, la signora Bianchi lavora per Poste Italiane, l'azienda statale di posta e il più grande datore di lavoro del settore pubblico in Italia, con oltre 150.000 dipendenti.In un paese dove le piccole e medie imprese costituiscono la spina dorsale della produzione nazionale, gli imprenditori, insieme con i lavoratori del settore pubblico come la signora Bianchi, sono i due pilastri della classe media italiana.In un recente sondaggio svolto dall'istituto di ricerca Demopolis, solo il 7% degli italiani intervistati ritengono che la situazione economica della propria famiglia sia migliorata negli ultimi tre anni, rispetto al 45% che vede invece le proprie condizioni di vita peggiorate. "Lo studio rivela il progressivo impoverimento del reddito fisso della classe media del nostro Paese", afferma Pietro Vento, direttore dell'Istituto.Quelli che poi lottano al di sotto della già tartassata classe media sono l'11% delle famiglie italiane, che lo scorso anno hanno guadagnato meno di 992 euro al mese (la soglia di povertà), secondo l'Istat, l'ufficio nazionale di statistica. L'Istat ha notato un lieve aumento di famiglie che affondano nella povertà e che dipendono dal reddito di un membro della famiglia con un grado di istruzione maggiore."Stiamo perdendo la classe media. Rischiamo di avere, in futuro, una minoranza di ricchi e una massa sconfinata di neo-proletari", scrive Gian Maria Fara, presidente dell'istituto di ricerca Eurispes.La pressione fiscale sui cittadini italiani è in aumento, così come il malcontento, a seguito della recente manovra da 54 miliardi di euro approvata dal Parlamento, che aumenta le tasse per gli italiani normali, lasciando l'élite politica praticamente illesa."Con dipendenti statali o pubblici, il governo può contare solo su una certa somma. Sono i più esposti, perché non appena arriva una crisi economica, pagano", dice Luciano Pellicani, professore di sociologia presso l'Università LUISS.Modelli simili si stanno sviluppando altrove in Europa, dice il professor Pellicani. "L'Europa occidentale è diventata omogenea, sia politicamente che socialmente", dice. La classe media italiana emerse negli anni '60 e '70. Come risultato di una maggiore mobilità sociale, una seconda generazione di famiglie di contadini sono stati in grado di risalire la scala sociale e l'accesso all'istruzione e all'occupazione nelle piccole industrie, principalmente nel nord del Paese.Le caratteristiche della nuova classe media erano la proprietà della casa, le migliori condizioni di vita, l'appartenenza ad una professione e la possibilità di risparmiare una parte del proprio reddito. I sociologi sostengono che questo gruppo ha subito un progressivo slittamento negli ultimi 15 anni, dato che la mobilità sociale si è fermata e il potere d'acquisto è diminuito.Per la signora Bianchi, il futuro è offuscato dalle preoccupazioni per le pensioni e risparmi. "Siamo stati il ​​nucleo della struttura sociale, quelli che stavano meglio e non si lamentavano," dice. "Ma adesso..." Lei vuole dare ai suoi figli la possibilità di mantenere lo stile di vita a cui sono abituati, ma sa che sarà dura.Sua figlia è in partenza per la Svezia per studiare business and management - un contributo in più alla fuga di cervelli italiani, alimentata da un'economia stagnante, scarsi investimenti in ricerca e sviluppo, e una gerontocrazia che ha lasciato poco, quando c'è, spazio per i giovani.Secondo l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il numero di laureati italiani che vivono all'estero è quattro volte rispetto ai tedeschi, tre volte gli inglesi e due volte i francesi. In Italia quasi il 30% dei giovani sono disoccupati, secondo i dati ufficiali. "Ai miei tempi la laurea era la linea di arrivo. Ora è solo un punto di partenza", dice la signora Bianchi.[Articolo originale "Italy says ciao to dolce vita in austerity era" di Giulia Segreti] http://italiadallestero.info/archives/12500