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Italia: La battaglia di Bersani


Italia: La battaglia di BersaniArticolo di Politica interna, pubblicato sabato 31 ottobre 2009 in Cuba.[Juventud rebelde]Nell’accezione criolla, si dice che l’uomo è tanto brutto quanto franco. E certo che è franco! considerando che evita formule cortesi quanto insipide. Va al nocciolo: “Non voglio dialogo, ma un confronto in Parlamento”. Era ora!Si tratta di Pier Luigi Bersani, eletto il 25 ottobre segretario generale del Partito Democratico (PD), il maggior partito di opposizione in Italia, che dalla sua fondazione nel 2007, “sta attraversando il Niagara in bicicletta” (espressione usata a Cuba e nelle isole caraibiche, che indica affrontare molte difficoltà, N.d.T.), avendo perso le elezioni in Aprile 2008 contro il Popolo della Libertà (PdL) del magnate Silvio Berlusconi. Da allora è sempre più malandato, al punto che il precedente leader Walter Veltroni, considerato una specie di Obama italiano, ha gettato la spugna lo scorso febbraio.Dei tre candidati leader del PD, gli esperti affermano che Bersani era quello “più a sinistra”, colui che si oppose alla difesa delle privatizzazioni intraprese da altri governi, guarda caso di “sinistra”, nei quali fu ministro.Tre milioni di votanti, chiamati solo a dichiarare la propria simpatia per il PD e a donare due euro per le spese elettorali, gli hanno dato fiducia, sperando che non sia un nuovo fiasco.Sì, perché quando Veltroni prese le redini virando al centro, annunciò che non avrebbe defraudato i suoi seguaci, ma i risultati sono stati costantemente negativi. Chiaro, se la sinistra perde il suo sapore, il pubblico scommette su ciò che è sicuro, già stabile.Ed è ciò che offre il primo ministro Berlusconi, che non si nasconde per dire quello che dice di sè stesso o degli altri e si propone come modello di ciò che molti vorrebbero essere: un miionario di successo, capace di alterare la legge, ignorando segnali di “stop”.In effetti il PD è rimasto seduto in disparte, mentre laggiù nell’arena il leone si mangiava il domatore e buona parte degli spettatori.Berlusconi ha fatto e disfatto: si è blindato con una legge che gli da’ l’immunità di fronte ai suoi processi per corruzione (per fortuna la Corte Costituzionale l’ha dichiarata incostituzionale), e ha organizzato riunioni di scarsa morale.E il PD? Dormendo, russando. Giorni fa, sono stati i giornalisti a scendere in piazza esigere rispetto dal Cavaliere, perché quest’ultimo aveva denunciato i mezzi di stampa (chiaro, quelli che non gli appartengono), tacciandoli di bugiardi.Definitivamente se c’è qualcuno in Italia protetto da una teca di vetro, è il Primo Ministro. Però all’opposizione è mancata la volontà di scagliare le pietre. Con Bersani alla guida, gli esperti dicono che la danza può essere diversa perché lui è incline a forgiare alleanze – che potrebbero essere con la democristiana Unione di Centro (UDC) e con l’Italia dei Valori (IdV) – cosa avversa ad altri gerarchi di partito.Così potrebbe combattere meglio contro il Cavaliere. E sebbene il PD con 217 seggi parlamentari, e l’UDC e l’IdV con una decina, non avrebbe vita facile di fronte ai 275 seggi del PdL e ai 60 della xenofoba Lega Nord, è ora, ripeto, che il pubblico veda che i parlamentari italiani (quelli pagati meglio in Europa) possano giustificare il loro stipendio cercando di far sentire altre voci di cambio ed impegno sociale, che non siano quelle delle telenovelas alienanti dei canali di Berlusconi. Bersani vuole battaglia. Vediamo se la fa.[Articolo originale "Italia: La batalla de Bersani" di Luis Luque Álvarez][ traduzione di ItaliaDallEstero.info ]http://italiadallestero.info/archives/8719