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Monti, un premier designato a tempo di record

Post n°6793 pubblicato il 20 Novembre 2011 da lucarossi82
 

Non ci sono precedenti, in Italia, di un primo ministro designato così rapidamente. La storia ha insegnato che le consultazioni politiche per la formazione di un nuovo governo duravano vari giorni.

Monti, un premier designato a tempo di record

di

Elena Llorente

- 19 novembre 2011Pubblicato in: Argentina
Traduzione di ItaliaDallEstero.info Print FriendlyStampa

Página|12

L'unico partito che si è opposto apertamente al governo tecnico è stata la Lega Nord, fino ad oggi alleata di Berlusconi. Gli altri partiti si sono mostrati più disposti ad accettare un'amministrazione di emergenza che affronti la crisi

Non ci sono precedenti, in Italia, di un primo ministro designato così rapidamente. La storia ha insegnato che le consultazioni politiche per la formazione di un nuovo governo duravano vari giorni. A volte fino a più di una settimana e durante le domeniche non si lavorava. Ma l'economista Mario Monti, nominato ieri primo ministro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ottenuto il nulla osta dai partiti alla velocità della luce. Ad ogni modo non è ancora detta l'ultima parola, perché Monti ha accettato l'incarico "con riserva". Vuole ancora fare un giro di consultazioni per decidere quale sarà il suo programma e quali i suoi ministri. Uscendo dall'incontro con Napolitano, alla stampa ha parlato di voler "sanare la situazione finanziaria" e "riprendere la crescita economica" con "equità sociale". "L'Italia vive una situazione d'emergenza, che può superare con uno sforzo comune", ha sottolineato. Non ha voluto entrare nei dettagli quando i giornalisti gli hanno chiesto quanto tempo ci sarebbe voluto per ritirare la riserva. Una volta ritirata, il suo gabinetto dovrà a sua volta essere confermato dal Parlamento.

L'accelerazione degli eventi della scorsa settimana, da quando martedì si è visto che Berlusconi non aveva la maggioranza in Parlamento, passando per l'approvazione venerdì e sabato della cosiddetta legge di stabilità che l'Unione Europea aveva chiesto urgentemente, la rinuncia di Berlusconi - sabato - e la nomina di Monti, hanno dimostrato che il paese ha realmente l'acqua alla gola. Solo la gravità della situazione spiega una simile velocità. L'Italia ha un debito pubblico tra i più alti d'Europa (1.900 miliardi di euro), cioè il 120% del PIL. Ma il PIL non crescerà più dello 0,5% quest'anno e poco di più l'anno prossimo, secondo le stime dell'Unione Europea. Si parla inoltre di circa 300 miliardi di euro in titoli di Stato a cui l'Italia dovrà far fronte nel 2012. Ma se gli interessi di questi buoni continueranno ad aumentare, come è successo la scorsa settimana a causa della poca credibilità del governo di Berlusconi, l'Italia potrebbe vedersi condannata alla bancarotta o, per meglio dire, al default. E non solo l'Italia, vista la sua posizione nell'Unione Europea.

Il Presidente della Repubblica, l'ex comunista Giorgio Napolitano, a 86 anni è stato l'unico capace di mettersi al di sopra degli interessi particolari. E' lui che, cosciente della gravità della situazione, ha esercitato pressioni per ottenere che Berlusconi si facesse da parte e perché fosse accettato un governo tecnico come quello che Monti è stato chiamato a formare.

Napolitano ieri ha tenuto tutte le consultazioni coi partiti che la prassi esige prima di nominare un nuovo primo ministro. L'unico partito che si è opposto apertamente al governo tecnico è stata la Lega Nord, fino ad oggi alleata di Berlusconi. Gli altri, con diverse sfumature, si sono dimostrati disponibili. "Abbiamo dato la disponibilità del Popolo delle Libertà (PdL) al Presidente Napolitano per la formazione di un governo formato solo da tecnici. La sua durata dovrà essere legata al programma che intenda seguire" ha detto Angelino Alfano, segretario del PdL, uscendo dall'incontro. Poco prima era stato il turno del leader del centrosinistra, Pierluigi Bersani del Partito Democratico (PD), che si è dichiarato favorevole a un governo di emergenza e tecnico. Ma ha anche aggiunto che il PD si sarebbe impegnato a fare tutto il necessario affinché il Parlamento concretizzasse riforme urgenti, tra cui quella della legge elettorale e quella istituzionale. La legge elettorale che vige dal 2006 sarà uno dei temi più controversi tra berlusconiani e antiberlusconiani. È considerata una delle cause della débacle politica esistente in Italia. Con la legge attuale, di fatto, si vota una lista senza poter scegliere il candidato. Quelli che vogliono cambiarla preferiscono tornare alla legge precedente in cui si votava il candidato con nome e cognome.

Nel frattempo a Roma nelle strade e nelle piazze vicine ai centri nevralgici della vita politica, presso la sede della Camera dei Deputati e, un poco più in là, presso quella della presidenza del Consiglio dei Ministri e, alcune centinaia di metri più lontano, di fronte al Quirinale, la gente continua a riunirsi per festeggiare le dimissioni di Berlusconi, come molti hanno fatto questa notte, cantando addirittura l'Alleluia di Händel. "Non capisco tutte queste manifestazioni di allegria. La mia rinuncia è la dimostrazione di un atteggiamento responsabile verso il paese", avrebbe commentato Berlusconi. E in un messaggio registrato, diffuso dalla RAI e dalle tre reti della sua famiglia, ha aggiunto: "Abbiamo onorato la fiducia che gli elettori ci hanno dato". La sua rinuncia è stata un "atto di responsabilità" per evitare "che l'Italia fosse soggetta a un nuovo attacco della speculazione", ha detto. Oltre a scaricare la colpa della crisi su altri, si è detto triste e addolorato per gli insulti, perché il suo governo aveva fatto "tutto il possibile per proteggere le famiglie e le imprese".
Ha terminato il messaggio con quella che lui stesso ha definito "una dichiarazione d'amore" verso l'Italia, la stessa - ha detto con punti e virgole - che aveva fatto nel 1993, quando si decise a entrare in politica dopo una lunga carriera da imprenditore: "L'Italia è il paese che amo, qui ho le mie radici e i miei orizzonti".

Il messaggio ha scatenato l'ira degli oppositori. "Con che diritto, dato che è un primo ministro dimissionario, Berlusconi ha diffuso il suo messaggio a reti unificate sulla RAI?", si è chiesto Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei Valori. Secondo Orlando, che è avvocato oltre che deputato, il suo partito sporgerà denuncia nelle sedi competenti.

La verità è che, dopo le parole quasi commoventi che ha usato nel messaggio, non mancherà chi finirà per ricordare il Cavaliere come un uomo disinteressato e innamorato del suo paese, anche se non è vero. Come un politico che ha fatto tutto il possibile per salvare l'Italia dall'abisso, senza riuscirci perché non gli è stato permesso. L'Italia, però, è sempre sull'orlo del baratro. Vedremo se ce la farà Monti.

[Articolo originale "Monti, un premier designado en tiempo record" di Elena Llorente]

http://italiadallestero.info/archives/12967

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